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Il fervore et ardente honore del Sommo bene che ardeva nel cuore del nostro D. Gioseppe Calasantio non lo lasciava quietare, ma sempre pensare di ritrovare inventioni per più infiammarsi nel santo Amore per meglio servire la N.S. Divina. Et a tale fine fece diversi pelegrinaggi, visitando con molta pineta tutti li luoghi d'Italia di qualche particolare divotione; et però più volte fu alla santa Casa di Loreto, visitò Monte Casino, il Monte delPAvvernia, il Monte Gargano, et altri santuari, e questi viaggi faceva non per curiosità, o per saperne parlare, ma per puro affetto, e desiderio della virtù; e per via più sempre meglio conoscere se stesso, et aumentare nel disprezzo delle cose terrene, con la consideratione delle cose operate in sì santi luoghi, procurando (come egli soleva dire a noi altri, in simili visite) che li luoghi santi intrassero in lui, e non egli solo materialmente in trasse in quelli; sì che ne ritornava poi in Roma molto illuminato et arrichito di meriti e gratie celesti.
 
Il fervore et ardente honore del Sommo bene che ardeva nel cuore del nostro D. Gioseppe Calasantio non lo lasciava quietare, ma sempre pensare di ritrovare inventioni per più infiammarsi nel santo Amore per meglio servire la N.S. Divina. Et a tale fine fece diversi pelegrinaggi, visitando con molta pineta tutti li luoghi d'Italia di qualche particolare divotione; et però più volte fu alla santa Casa di Loreto, visitò Monte Casino, il Monte delPAvvernia, il Monte Gargano, et altri santuari, e questi viaggi faceva non per curiosità, o per saperne parlare, ma per puro affetto, e desiderio della virtù; e per via più sempre meglio conoscere se stesso, et aumentare nel disprezzo delle cose terrene, con la consideratione delle cose operate in sì santi luoghi, procurando (come egli soleva dire a noi altri, in simili visite) che li luoghi santi intrassero in lui, e non egli solo materialmente in trasse in quelli; sì che ne ritornava poi in Roma molto illuminato et arrichito di meriti e gratie celesti.

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Cap. 22 Di due apparitioni fatte al nostro D. Gioseppe dal Serafico P.e S. Francesco

Il fervore et ardente honore del Sommo bene che ardeva nel cuore del nostro D. Gioseppe Calasantio non lo lasciava quietare, ma sempre pensare di ritrovare inventioni per più infiammarsi nel santo Amore per meglio servire la N.S. Divina. Et a tale fine fece diversi pelegrinaggi, visitando con molta pineta tutti li luoghi d'Italia di qualche particolare divotione; et però più volte fu alla santa Casa di Loreto, visitò Monte Casino, il Monte delPAvvernia, il Monte Gargano, et altri santuari, e questi viaggi faceva non per curiosità, o per saperne parlare, ma per puro affetto, e desiderio della virtù; e per via più sempre meglio conoscere se stesso, et aumentare nel disprezzo delle cose terrene, con la consideratione delle cose operate in sì santi luoghi, procurando (come egli soleva dire a noi altri, in simili visite) che li luoghi santi intrassero in lui, e non egli solo materialmente in trasse in quelli; sì che ne ritornava poi in Roma molto illuminato et arrichito di meriti e gratie celesti.

So che più volte andò a visitare la Madonna degli Angeli in Assisi per il perdono delli 2 agosto. E se bene non si sa l'anno in quale ricevesse tali favori e gratie, si sa però di certo esserli successo prima di mutare l'habito di Prete seculare.

Stando donque in fervente oratione, e santa contemplatione in detta chiesa nel giorno di detta solennità considerando (credesi) le grandezze della Regina degli Angeli, e li favori fatti da quella al Serafico P. San Francesco, e stupendo di tanta pietà in sì gran Signora e Madre di Dio, e dell'humiltà profonda del suo servo, per la quale si fece capace di tale gratia, e desiderando molto d'imitarlo per ricevere anche egli il perdono delli suoi peccati per mezzo di detta indulgenza, stando in sì santo pensiero il nostro Calasantio si vidde in un subito avvanti il P. San Francesco che con una serafica carità, e celeste sapienza li mostrò la difficultà grande, che ci ha nell'acquisto dell'indulgenze plenarie, et insegnoli il modo per acquistarle, et nell'infuse tal lume nell'intelletto, che il nostro D. Gioseppe benissimo conobbe et apprese il fatto, et li restò impresso, se bene non sapeva con la lingua esplicarlo. Per la quale gratia sempre più confondendosi, et anichilandosi nella propria cognitione il nostro devoto Sacerdote Calasantio, e procurando di rendersi degno di tale acquisto d'indulgenza, et però persisteva via più sempre nella sua fervente oratione.

Quel Signore che nelle sue gratie è abbondantissimo, e che degli humili è unico diletto, aggiongendo gratie a gratie, e favori a favori li rimandò, non so se fu il medesimo giorno et anno della prima visione, o in altro tempo, il confaloniero dell'humiltà Francesco il Serafico accompagnato da tre celesti Verginelle, adorne di ogni sopra naturale maestà per assicurare il nostro Calasantio del suo favore; della quale vista stupito et intimorito, il Serafico Padre accostatoseli sua-vemente gli esplicò il misterio e disse: Quelle Verginelle essere simbolo una della santa Povertà, la seconda dell'angelica Castità, e la terza della perfetta Obedienza, et come a diletto sposo di tutte e tre era venuto egli a sposarle con esso lui. Come in effetto seco le sposò il celeste e serafico Paroco, e diletto Padre di quelle.

Qui pensi chi può, quale fosse il contento, lo spirito e il fervore che nel cuore del nostro D. Gioseppe dovette sovrabbondare in questa fontione e celeste sposalitio; quali fossero li casti saluti, ed economicii (sic) che queste celesti sposefecero e dissero al loro diletto; quanto vaghi e preziosi furono gli anelli con che se lo congionsero, e sposarono questo più che huomo, anzi angelico Sacerdote nostro; io per me non so che dirmi, desidero bensì di vederlo, ma conoscendo di non meritare simile gratia, mi confondo. O felice sposalitio, o anima purissima, o mente humilissima che ben meritaste tale gratia.

Di queste due apparitioni ne fa autentica fede Mons. Ill.mo Fra Bonaventura Claverio Conventuale Vescovo di Potenza nel Regno di Napoli, come cosa detali dal medesimo N.V.P. Fondatore Gioseppe in atto di confidenza.

Notas