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Cap. 18 Come fu eletto un Giesuita per nostro Visitatore
Essendo stati tutti uniti in un parere per fare che il P. Agostino Ubaldini Somasco lasciasse la carica di nostro Visitatore Apostolico, ancorché con differenti fini, perchè li tre infrascritti P.P. Assistenti nostri riebbero ottimo pensiero, cioè
il P. Santino di S. Leonardo luchese
il P. Gio. Stefano della Madre di Dio genoese
il P. Gio. Francesco dell'Assonta pure genoese
ma il P. Mario di S. Francesco di Monte Purciano in Toscana con li suoi protettori del tutto differente.
Fu nel principio, cioè alli 9 di Maggio di detto anno 1643. con Breve Apostolico eletto in nostro Visitatore con le conditioni del sopra detto, cioè nella Vista era libero, nel governo poi della nostra povera Religione li sopra detti 4 P.P. Assistenti havevano il voto decisivo con il P. Visitatore Apostolico, che fu il R.mo P. Silvestro Pietra Santa Giesuita di Massa di Carrara per quanto mi è stato detto.
Dicono che fosse stato proposto alla S. Inquisitione dal detto P. Mario o perchè li fosse stato Maestro, o per altro suo particolare affetto, o sia interesse. Altri dicono altrimenti, lascio il fatto nel suo essere, perchè non lo so.
Fu ricevuto con molta riverenza, ed affetto, et molta speranza da tutti 4 li P.P. Assistenti nostri Religiosi, tenendo di dover fare gran bene per il publico nostro in sua compagnia, et in effetto si dimostrarono sì uniti in questo nell'esterno, che il fecero credere.
Il primo ordine o fosse lettera circolare, che mandarono per la Religione fu una ortatoria a tutti all'osservanza, alla mortificatione et oratione con ordinare che nelle hore delle scuole si esponesse il SS. in modo di 40 hore dal giorno dell'Ascensione del Signore alla Pentecoste, che fu quell'anno alli 14 di maggio, nel qual tempo essi si ritirarono a fare li essercitii spirituali a fine di ricevere la gratia dello Spirito Santo in quella gran solennità per governare e guidare la povera nostra Religione, e noi tutti per la dritta strada della perfettione, si fece come fu ordinato in ogni casa, e si haveva gran speranza di presta e buona speditione.
Ma stando io in Napoli in quel tempo, essendosi saputo che le Scuole Pie riavevano havuto un P. Giesuita per Visitatore Apostolico, a voce commune tanto Religiosi come secolari pronosticarono la nostra distrutione, dicendo: Hanno posto le pecore in bocca al lupo. Et ancorché io medesimo scusassi in diversi modi il detto R.mo Padre, e tutta la Compagnia, con addurre molti essempii di carità usataci da molti Religiosi della Compagnia, e particolarmente che il R.mo P. Mutio Vitelleschi portava rispetto singulare al N.V. P. Fondatore e Generale, et che io medesimo mi trovai una volta presente quando il detto R.mo P. Generale della Compagnia abbracciò strettamente il N.V.P. Fondatore e Generale e si fecero cortesie straordinarie, ancorché fossero in publica piazza, e parmi fosse appunto quella del Collegio Romano, o almeno quella della Minerva, e che etiam per politica stando nelle loro mani ci haverebbono dif-fesi, et inalzati, così dicevo io medesimo a chi mi diceva e davasi nel pronostico di essere state poste le pecore in bocca del lupo, o simili altre cose.
Ma quelli rispondevano: Guai a Voi. Non conoscete la politica della Compagnia di Giesù! Sapran bene tirare la pietra, e nascondere la mano, e trovar modo di distruggervi con parere, che vogliono so-levarvi, e cose simili mi si rispondeva. Io però non me lo potevo persuadere, se non doppo molto tempo che me ne accorsi, e ne scrissi in Roma.