Diferencia entre revisiones de «BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap47»
(Página creada con «{{Navegar índice|libro=BerroAnnotazioni|anterior=Tomo3/Libro1/Cap46|siguiente=Tomo3/Libro1/Cap48}} {{OCR}} Ver BerroAnotaciones/Tomo3/Libro1/Cap47|Ver traducción en C...») |
m |
||
(Una revisión intermedia por el mismo usuario no mostrado) | |||
Línea 3: | Línea 3: | ||
{{OCR}} | {{OCR}} | ||
− | + | [[BerroAnotaciones/Tomo3/Libro1/Cap47|Ver traducción en Castellano]] | |
− | + | =Cap. 47 Travagli novi havuti in Cagliari dalle Scuole Pie= | |
Con l'occasione del Breve sopra nominato, e con l'agiustamento della fabrica nel luogo del Borgo di Cagliari preso da nostri Religiosi per novitiato in quel Regno, et isola di Sardegna, si persuasero li Religiosi di Santo Francesco di Paola comoranti nel loro novo convento al Molo di poterlo riavere con molta facilità, e però per prima mossero lite nel tribunale dell'IU.mo e R.mo Arcivescovo, e vi si contrastò civilmente per qualche bon spatio di tempo con spesa di ambi le parti, et in quel mentre che il R.mo Vie. Gen. stava per dar la sententia, dubitando li detti Frati di haver la sentenza contro, nella vigilia di S. Filippo Neri la mattina mentre li nostri novitii stavan con il loro Maestro facendo la bugata comparvero sedici di detti Frati, et armata manu scacciarono li nostri Religiosi con essere entrati in casa nostra con fintione di voler parlare al Superiore di casa, nel 1649, e comparvero alla portarla due di detti Frati, sonarono il campanello dissero al portinaro di voler parlare al Superiore et havendoli il portinaro apperta la porta per atto riverentiale come a Religiosi, li due presa la porta fecero intrare li altri 14 e tutti insieme scacciarono li nostri di casa e con bastoni li maltratarono malamente e con gran violenza li scacciarono. Li nostri cedendo alla forza senza altro rumore ne ricorsero subbito al tribunale dell'Ill.mo e R.mo Arcivescovo e del Viceré, quali uniti andarono al luogo dell'eccesso dove era concorso a nostro favore quasi tutta la città, et la giustitia scacciò, et imprigionò li Frati ristituendo a nostri Religiosi il luogo. | Con l'occasione del Breve sopra nominato, e con l'agiustamento della fabrica nel luogo del Borgo di Cagliari preso da nostri Religiosi per novitiato in quel Regno, et isola di Sardegna, si persuasero li Religiosi di Santo Francesco di Paola comoranti nel loro novo convento al Molo di poterlo riavere con molta facilità, e però per prima mossero lite nel tribunale dell'IU.mo e R.mo Arcivescovo, e vi si contrastò civilmente per qualche bon spatio di tempo con spesa di ambi le parti, et in quel mentre che il R.mo Vie. Gen. stava per dar la sententia, dubitando li detti Frati di haver la sentenza contro, nella vigilia di S. Filippo Neri la mattina mentre li nostri novitii stavan con il loro Maestro facendo la bugata comparvero sedici di detti Frati, et armata manu scacciarono li nostri Religiosi con essere entrati in casa nostra con fintione di voler parlare al Superiore di casa, nel 1649, e comparvero alla portarla due di detti Frati, sonarono il campanello dissero al portinaro di voler parlare al Superiore et havendoli il portinaro apperta la porta per atto riverentiale come a Religiosi, li due presa la porta fecero intrare li altri 14 e tutti insieme scacciarono li nostri di casa e con bastoni li maltratarono malamente e con gran violenza li scacciarono. Li nostri cedendo alla forza senza altro rumore ne ricorsero subbito al tribunale dell'Ill.mo e R.mo Arcivescovo e del Viceré, quali uniti andarono al luogo dell'eccesso dove era concorso a nostro favore quasi tutta la città, et la giustitia scacciò, et imprigionò li Frati ristituendo a nostri Religiosi il luogo. |
Última revisión de 17:34 27 oct 2014
Aviso OCR
Este texto ha sido obtenido por un proceso automático mediante un software OCR. Puede contener errores. |
Cap. 47 Travagli novi havuti in Cagliari dalle Scuole Pie
Con l'occasione del Breve sopra nominato, e con l'agiustamento della fabrica nel luogo del Borgo di Cagliari preso da nostri Religiosi per novitiato in quel Regno, et isola di Sardegna, si persuasero li Religiosi di Santo Francesco di Paola comoranti nel loro novo convento al Molo di poterlo riavere con molta facilità, e però per prima mossero lite nel tribunale dell'IU.mo e R.mo Arcivescovo, e vi si contrastò civilmente per qualche bon spatio di tempo con spesa di ambi le parti, et in quel mentre che il R.mo Vie. Gen. stava per dar la sententia, dubitando li detti Frati di haver la sentenza contro, nella vigilia di S. Filippo Neri la mattina mentre li nostri novitii stavan con il loro Maestro facendo la bugata comparvero sedici di detti Frati, et armata manu scacciarono li nostri Religiosi con essere entrati in casa nostra con fintione di voler parlare al Superiore di casa, nel 1649, e comparvero alla portarla due di detti Frati, sonarono il campanello dissero al portinaro di voler parlare al Superiore et havendoli il portinaro apperta la porta per atto riverentiale come a Religiosi, li due presa la porta fecero intrare li altri 14 e tutti insieme scacciarono li nostri di casa e con bastoni li maltratarono malamente e con gran violenza li scacciarono. Li nostri cedendo alla forza senza altro rumore ne ricorsero subbito al tribunale dell'Ill.mo e R.mo Arcivescovo e del Viceré, quali uniti andarono al luogo dell'eccesso dove era concorso a nostro favore quasi tutta la città, et la giustitia scacciò, et imprigionò li Frati ristituendo a nostri Religiosi il luogo.
Passaron poi da sei, o 8 anni, e mosero novamente lite li detti Frati a nostri Religiosi nel tribunale dell'Arcivescovo; fu da questo in tutti li termini della giustitia servatis servandis et visis videndis sententiato a favore nostro a 13 aprile 1655. Ma li Frati non quietandosi appellarono in Roma alla S. Congregatione de' Vescovi e Regulari, et a 24 aprile 1655 havendo scritto di là e saputosi da noi altri in Roma, et a suo tempo citati, trasportati gli atti da Cagliari in Roma fu posta la causa nella detta S. Congregatione et fu da questa eletto per Ponente l'Em.o et R.mo Sig. Cardinale Carpegna, appresso del quale furon fatti diversi atti e proposta in più sessioni di detta S. Congregatione. Se bene credo che si venisse alla sentenza, non posso con tutto ciò dirlo per certo perchè non ne trovo inditio, né cosa che me ne renda certo. Tengo bensì che poi si venisse a qualche determinatione perchè essendo venuto in Roma il P. Pier Francesco della Madre di Dio Ministro, o Rettore come hora dicono, di quella casa si desse al negotio il dovuto fine.