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Il N.V.P. Fondatore Generale come posto tutto nelle braccia: divine non poteva lasciar di sperare, e come si suol dire, spem contra spem in Domino habebat; e però assicuratosi con questo fondamento procurava che noi tutti fossimo sicuri di questo et che ci attuassimo in questa uniformità nel divino volere. Per il che sempre con sue lettere a questo ci svegliava, et inanimiva. Venivano in Napoli lettere certe della distruttone della povera nostra Religione, io del tutto ne li davo parte, et in effetto per essere le lettere della parte avversa non se li dava totalmente credito, ma con tutto ciò atterrivan, e spaventavano insieme, ed egli sempre ci inanimiva con sue lettere.
 
Il N.V.P. Fondatore Generale come posto tutto nelle braccia: divine non poteva lasciar di sperare, e come si suol dire, spem contra spem in Domino habebat; e però assicuratosi con questo fondamento procurava che noi tutti fossimo sicuri di questo et che ci attuassimo in questa uniformità nel divino volere. Per il che sempre con sue lettere a questo ci svegliava, et inanimiva. Venivano in Napoli lettere certe della distruttone della povera nostra Religione, io del tutto ne li davo parte, et in effetto per essere le lettere della parte avversa non se li dava totalmente credito, ma con tutto ciò atterrivan, e spaventavano insieme, ed egli sempre ci inanimiva con sue lettere.

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Cap. 27 Speranza continua nel divino aiuto

Il N.V.P. Fondatore Generale come posto tutto nelle braccia: divine non poteva lasciar di sperare, e come si suol dire, spem contra spem in Domino habebat; e però assicuratosi con questo fondamento procurava che noi tutti fossimo sicuri di questo et che ci attuassimo in questa uniformità nel divino volere. Per il che sempre con sue lettere a questo ci svegliava, et inanimiva. Venivano in Napoli lettere certe della distruttone della povera nostra Religione, io del tutto ne li davo parte, et in effetto per essere le lettere della parte avversa non se li dava totalmente credito, ma con tutto ciò atterrivan, e spaventavano insieme, ed egli sempre ci inanimiva con sue lettere.

Andavano anche ritirandosi da Roma li aderenti del P. Stefano, e procuravano di andare nelle case più a loro sodisfattone, per assicurare meglio la loro conditione, tenendo, che come la cera al foco, la neve al sole, così si dovesse distruggere la nostra Religione, ma il N.V.P. sempre in Dio fondato stava forte nella sua speranza come dalla seguente sentirai.

Lettera

A tergo: Al P. Vincenzo della Concettione Sacerdote nelle Scuole Pie - Napoli

Intus: Pax Xpi.

In un istesso tempo ho ricevuto due lettere di V. R. Fa bene di non dar credito alle cose che scrivono circa la destruttione della Religione, perciochè qui ci sono varij pensieri circa questo particolare e vi sono varie ragioni in favore dell'una e dell'altra parte. Io spero sicuramente che la resolutione non sarà tanto contraria che si venga alli termini che alcuni contra la Religione scrivono e la difficoltà di far questa resolutione tengo per certo che è causa di differir la speditione; però desidero che tutti stijno di buon animo, essendo che quelli che saranno constanti vedranno sopra loro l'aiuto del Sig. e V. R. non si affligga per nova alcuna che venga con lettere particolari perchè io scriverò giustamente quello che sarà resoluto.

Faccino fare oratione per la quiete dell'Italia, sopra la quale pare che Iddio minacci castighi grandi e non occorrendomi altro per hora, prego il Sig. ci dia a tutti continuo accrescimento della divina gratia. Roma adi 10 marzo 1646.

Servo nel Signore Gioseppe della Madre di Dio

Vorria dilatarmi qui in più considerationi, ma lasciandole in petto di Dio, credo che le communicare a divoti lettori interiormente esso efficacissimamente senza comparatione meglio, che io non saprei esporre con la penna mia insipida e balorda. Mi risolvo solo di po-nere qui sotto un altra lettera pur scritta a me.

Lettera 2a al medesimo

Pax Xpi.

Qui si è sparsa voce che mercordi prossimo passato fusse sottoscritta dal Papa la minuta del nro Breve e si sperava che hoggi sabbato fusse sigillato o al più longo il mercordi prossimo. Non si deve credere cosa alcuna di quanto dicono gli avversari], ma solamente si crederà quello che si vedrà nel Breve del quale si parla di diversa maniera e mi par gran cosa che la visita di tre anni del nro Visitatore habbia partorito un effetto tale perciochè li Em.mi deputati havran dato più credito a lui come Visitatore che ad alcun altro. Non potemo fare noi resolutione alcuna né usar d'altri mezzi se prima non vedemo il contenuto del detto Breve e sia come si voglia non mi posso dar ad intendere che un Istituto tanto utile e ricercato per tutta l'Europa e lodato etiam dagli heretici, possa la malitia humana distruggerlo così facilmente. Mentre havrò spirito liavrò speranza di vederlo ritornato nel suo pristino essere e forsi questa resolutione servirà per evacuare li cattivi humori della Relig.e, che è quanto per hora mi occorre. Roma adi 17 marzo 1646.

Servo nel Signore Gioseppe della Madre di Dio

Il N.V.P. Fondatore allude quella parola dagli eretici, perchè quando li Svetesi preso all'Impero la Moravia, il Generalissimo del re di Svetia era un pessimo eretico, e stando in Nicolspurghe in casa nostra con sua moglie, voltata a questa le disse: Di questi Padri han bisogno li nostri Stati, che non le borse, ma le anime cercano. Questo se ben mi ricordo era il Tortenzon.

Notas