Diferencia entre revisiones de «BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro2/Cap28»
(Página creada con «{{Navegar índice|libro=BerroAnnotazioni|anterior=Tomo1/Libro2/Cap27|siguiente=Tomo1/Libro2/Cap29}} {{OCR}} Ver BerroAnotaciones/Tomo1/Libro2/Cap28|Ver traducción en C...») |
(Sin diferencias)
|
Revisión de 13:55 23 oct 2014
Aviso OCR
Este texto ha sido obtenido por un proceso automático mediante un software OCR. Puede contener errores. |
Ver Ver traducción en Castellano
- Cap. 28 Un successo nella Processione delle Palme
Era costume in casa nostra di S. Pantaleo di Roma nella Processione delle Palme, condurre processionalmente tutti li nostri scuolari con le palme in mano uscendo dalla porta piccola della chiesa verso li Sig. Massimi, passando per il viccolo de Sig. Torres girare tutta la piazza grande della medesima chièsa. Et perchè li scuolari andassero con ordine e quiete, fra essi si intraponevano li nostri Religiosi, si che era una bellissima vista, ma restava con poca compagnia de nostri Religiosi il celebrante, dal che avvertito il P. Melchiore di Tutti i Santi Superiore all'hora della detta casa, ordinò a noi tutti che lasciando ogni altra cosa in quel tempo si andasse alla Processione, e che ne haverebbe mandato la lista di chi vi andava al N.V.P. Fondatore e Generale, quale stava nel letto infermo. Si fece la processione con ogni decoro, vi furono li nostri Padri in circa trenta o più in numero. Io medesimo portai la lista con li nomi di tutti distintamente al N.V.P. Fondatore il quale volse sentirla leggere tutta, et perchè il titolo della lista diceva: Nomi di quelli, che sono stati in processione questa mattina, et intrati in Jerusalem in compagnia del Signore, che così il detto P. Melchiore haveva fatto scrivere, fornita che io hebbi di leggerla il N.V.P. mi rispose: Mi rallegro della bella processione, et dite al P. Melchiore che mi dispiace di quelli, che vi sono mancati, et che di tutti quelli, che sono intrati nella santa Jerusalem con il Signore, in quest'anno non ne morirà alcuno.
Portai la risposta, quale fu dal detto Superiore riferta in publico per allegrezza di tutti. E perchè si tenne la gratia per sicura, se ne cantò fra noi altri il Te Deum laudamus, te etc. Successe veramente il fatto come il N.V.P. Fondatore ci haveva predetto; perchè se bene alcuni di noi si amalarono gravemente, e con pericolo, ogn'uno però guarì sempre, e si teniva per certo tanto che quando alcuno si poneva a letto, subito si domandava se era stato nella processione delle Palme di quello anno; perchè si vedevano evidenti segni, et si teniva per infalibile che chi vi era stato non saria morto in quello anno.
Di quelli che non vi furono, andarono all'altra vita più di uno, anzi che amalandosi questi tali subbito se ne dubitava; ma in effetto non tutti morirono sebene non eran stati alla processione, ma di chi vi intervenne, non ne morse alcuno, sebene si amalarono.
Morse un giovane fratello Operarlo in questo tempo nella casa di S. Pantaleo, il quale era venuto infermo da una delle case vicine. Stette nell'infermeria più giorni, e finalmente con tutti li santi Sacramenti passò all'eternità. Dopo la cui morte e sepoltura, trovandomi io in camera del N.V.P. Fondatore e Generale venne un fratello non so se era l'infermiere o pur guardaroba, al quale dal morto era stata consignata una saccoccia di tela turchina con più ordegni appartenenti all'esercitio di scrivere, e aritmetica. Il detto offitiale haveva votato la robba di detta saccoccia nella ponta della falda d'avvanti del ferriolo che portava esso medesimo in quell'atto sopra, et apprendo la falda disse: Padre queste robbe me le consignò il fratello che è morto quando si pose in letto, V.P. vedda che ne devo fare. Il N.V.P. Fondatore le andò guardando, e manegiando, dopo si pose con li occhi versajl.cielo, e passato lo spatio d'un'Ave Maria, rivoltato verso il detto offitiale con gran sentimento disse: Gettate ogni cosa ne luoghi communi; et perchè il detto offitiale voleva non so che di quelle robbe, e ne la ricercò, il V.P.N. con maggior sentimento replicò: Levatevimi d'avvanti, e gettate ogni cosa nelli luoghi communi; e poi si ritornò a porre in oratione, et io mi partii molto amirato, perchè io non vi viddi se non cose dell'essercitio, ma pensai fossero più del necessario, atteso che vi erano tre o 4 temperini di più sorte, altre tanti compassi, da sei mollette di ottone per porre alla carta quando si scrive; due o tre di quelli vasi per la polvere e biacca per l'accidenti delle maccie nello scrivere, e così simili. Il quale fatto misse un gran terrore a tutti.