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Cap. 16 Visita fatta In S. Pantaleo dal R.mo P. Ubaldino

Come che il R.mo P.D. Agostino Ubaldino Chierico Regolare Somasco Visitatore Apostolico e Consultore del sacro Tribunale del-ITnquisitione, in quanto alla visita nelle Scuole Pie non havesse compagno o sia Assessore, ma solo il Secretarlo da esso eletto, che era un sacerdote della sua medesima Religione, gionti tutti li quatro suoi P.P. Assistenti nostri Religiosi in Roma, letto il suo Breve, che era commune con li detti P.P. Assistenti, preso tutti il possesso del loro offitio, volse il detto R.mo Padre dar principio alla sua visita con il suo Secretano. Compita quella della chiesa e sacrestia, come è solito, volse dar principio dalla camera del P. Mario di S. Francesco come primo Assistente e perchè fu veramente all'improviso e del tutto inaspettata, fatosi consignare dal medesimo le chiave della camera, e stipi che in quella erano, vi entrò esso con il suo Secretano solamente et però non si essendo potuto levare cosa alcuna da quella, vi trovò più e più cose indegne di un Religioso, oltre li danari, paste, confettioni, e di ogni cosa mangiativa e da poter bere sufficienti per più persone, guanti lavorati, acconci di donne, capigliare, et trezze, con vaghissime fetuccie sopra fine, corone superbissime da donna, et altre cose di divotione in abondanza, del che ne fece inventario fedelissimo, e se ne stupì molto e condolse con il N.V.P. Fondatore, e V.P. Pietro luchese, et in oltre ne diede parte all'HLmo e Rev.mo Mons. Assessore del santo Offitio.

Proseguì anche la visita nelle altre camere delle quali restò edi-ficatissimo di tutti non vi havendo trovato cosa se non religiosa, et che spirava odore della somma povertà da nostri professata, ma polita se ben povera.

Non volse però mai intrare per atto di vista nella camera del N.V.P. Generale Fondatore perché lo riveriva come santo, e per tale anche lo publicava, andandovi però ogni volta che veniva a S. Pantaleo, e seco discorreva alla longa con molto suo gusto, conoscendolo pieno di tante virtù, e particolarmente della santa patienza, e prudenza molto amirabile; per il che sempre più conosceva essere una persequtione ingiustissima quella, che era stata mossa dal P. Mario di S. Francesco e non zelo di perfettione nelle virtù li Religiosi della nostra povera Religione, et che era falsissimo che il N.V.P. Fondatore Generale fosse balbosio e senza prudenza, e memoria nel suo procedere, e governo.

Terminata la visita locale, diede principio alla visita personale dalla quale molto meglio fu la Paternità sua R.ma informata della vita e costumi del P. Mario di S. Francesco et il modo che teniva all'hora nel vivere, e delli strapazzi che in voce et in fatti haveva fatto al suo e N.V.P. Generale Fondatore et delli compagni con quali praticava, et haveva praticato sì in Roma come in Firenze il detto P. Mario. Diede relatione, fornita la visita tettale della casa di S. Pantaleo, al sacro Tribunale della santa Inquisitione, et veridica, et schiettamente riferse quanto haveva trovato, e toccato con mani, dicendo che ogni male et inquietudine nasceva dal P. Mario di S. Francesco, lodando conforme doveva il N.V.P. Fondatore Generale, e nelle virtù, nella dottrina, e nella prudenza che in quel tempo vi era.

Notas