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- Cap. 17 Il E.mo P. Ubalditio renuntia la carica di Visitatore
Spiacque sopra modo al detto P. Mario, et anche a Mons. Ill.mo e Rev.mo Assessore che il R.mo P. Agostino Ubaldini havesse fatto la visita nella camera sua senza prima darli tempo di levare le cose inconvenienti a vedersi, e che di quelle havesse fatto inventario, e levate di camera le dette robbe, et però nel dare la relatione al sacro Tribunale della S. Inquisitione non fu sentito con gusto.
Anzi che ne li diedero inditio con alcune parole, essendo che il P. Mario haveva prima parlato con li suoi aderenti et informatili a suo modo.
Per che se ben il R.mo P. Ubaldini fece conferire le robbe indecenti allo stato religioso trovate al P. Mario, et occultamente per tali si conobbero, con tutto ciò prevalsero tanto li favori, che fu creduto del tutto a quanto in sua diffesa aducceva il P. Mario, e si suppresse la detta visita della camera fatta al detto P. Mario. Il quale per vendicarsi dell'affronto, che esso teniva esserli stato fatto dal detto R.mo P. Ubaldini Visitatore Apostolico, in una attione sì giusta, alla quale l'obligava il carico di Visitatore impostoli dal sacro Tribunale della S. Inquisitione, ed anche la verità del fatto, procurò di porre in diffidenza il detto R.mo Padre Ubaldini per prima con Mons. Ill.mo e Rev.mo Assessore, e poi con tutta la detta sacra Congrega-tione con quelli modi che più li pareva a proposito, come si suol dire, per fas, aut nefas.
Disse che protegeva in ogni cosa il N.V.P. Fondatore, anzi che il tutto consultava con il sopra detto N.V.P. con dimostrare che voleva far restare affrontato et l'Ili.mo e Rev.mo Mons. Assessore e detto sacro Tribunale mentre si dimostrasse che fosse innocente il V.N.P. Fondatore. AU'Em.o Francesco Barberini come nepote del regnate Sommo Pontefice Urbano 8 sempre più inculcava che il N.V.P. Fondatore teniva corrispondenza con le Altezze Ser.me di Firenze, Parma e Modena, che all'hora facevano guerra. Per queste et altre falsità adotte dal P. Mario, delle quali hora io non mi ricordo, se bene facilmente le haverò notate in altro libro in foglio, che contengono molti originali di scritture fatte in quel detestabile tempo, l'Em.o Barberini et l'ffl.mo e Rev.mo Mons. Assessore intraro in molta diffidenza con detto R.mo P. Ubaldini Visitatore Apostolico e cominciarono a dimostrarlo in più modi, et a notificarlo a tutta la sacra Congregatione del S. Offitio. Per il che non si dava più orecchie alle sue parolle, o molto freddamente se li rispondeva.
In oltre il P. Mario per far colpo con li suoi colleghi e tre altri P.P. Assistenti Generali, come volpe scaltrita prese il manto della pietà e riverenza dovuta al N.V.P. Fondatore e Generale con dire che il P. Ubaldini di Visitatore voleva essere Generale, che nelle sottoscrittioni per tale si nominava, e che questo era levare l'honore al N.P. Fondatore e Generale, e che a questo non si deve mai acconsentire.
Presero li R.R. P.P. Assistenti il fatto con semplicità religiosa, e non con la malitia, che furono dette le parole dal P. Mario, et però essi ancora concorrendo al suo parere, dimostrarono disgusto di detto titolo, forsi per inavvertenza usato dal detto R.mo Ubaldini, e fecero di ciò condoglianza con Mons. Ill.mo e Rev.mo Assessore il quale si valse dell'occasione per servire il P. Mario, e non per dar gusto alli altri tre P.P. Assistenti, e conferito il fatto con l'Em.o Barberini e Pansirola fecero intendere al P. Ubaldino che il suo governo nel negotio delle Scuole Pie non era aggradito né da Padri, né dalli Padroni.
Come che il detto Padre già se ne era accorto, intendendo questo, per non mettere l'anima sua, e la reputatione propria a pericolo si risolvè di rinuntiare l'offitio.
Et in effetto lo renuntiò in mano del sacro Tribunale della S. Inquisitione, un mese e mezzo dopo che dalla medesima era stato nominato, con disgusto de' nostri Padri che della sua buona volontà erano sicuri, et sempre li sono restati affettionati.