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- Cap. 10 Risposta alla lettera del P. Visitatore da Germania
R.mo Pre
Le calamità e miserie soprabondanti di tutta la nra Relig.e congionte con l'oppressione et affogamento della verità ci fa e rende tutti incapaci di compir al nro obligo che era di rispondere alla lettera che V.P.R.ma scrisse in commune in questi mesi passati a tutta la nra Relig.e. E che solo per li due capi proposti della miseria nella quale ci troviamo e perche il dir hoggi la verità è un dar occasione a chi governa di sfogare le loro passioni sotto pretesto che ci opponiamo agli ordini de Sup.ri Mag.ri come è la Sacra Congregazione del S. Offitio e ciò non per altro se non per tirar avanti la loro voglia e falso appetito di governare. Tuttavia acciò che non in tutto siamo stimati degni di riprensione, c'è parso bene di sodisfar più presto tardi che mai in qualche parte al nro obligo protestandosi avanti a Dio, gli huomini e V.P.R.ma che altro noi non intendiamo né vogliamo che brevemente et alla sfuggita rispondere alla lettera di 3 fogli che la P.V. ha mandato per tutta la Relig.e; e ciò non perchè speriamo rimedio perche in vano et in damo ci siamo affaticati sin'hora, ma per sodisfar in parte all'obbligo nro.
Et in quanto la giustificatione della sua persona che apporta nel p.o capo della sua Ira della Sacra Gong.e e della sua retta inten-tione altro non habbiamo che aggiungere se non che: Patet expe-rientia, come appresso si vedrà. E perche, come V.P. dice nella sua che per maggior cognitione delle cose nre volse sentire personalm.te tutti quelli che vollero esser'intesi, preghiamo la P.V. a scusarci se in ciò li diciamo il nro senso e l'opinione universale di tutta la Relig.e, poiché tutti sappiamo che essendosi principiato per ordine a venire dalla P.S.R.ma et il tutto repigliato con il giuramento de deponenti (come lei dice nella sua) non si troverà mai che in co-teste depositioni vi sia scritto il parere e depositione del R.mo Pre Nro Genie, capo e fondatore della nra Religione, suoi antichi Pri Assistenti, e ne anche la depositione delli novi assignati alla P.V.R.ma dal Sommo Pontefice per Breve. E pur ogni ragione e convenienza voleva che trattandosi de Summa Rerum comme dall'Interrogatorij si può vedere, si ascoltasse il Fondatore con suoi primi compagni, e gli altri ancora assegnati dal Sommo Pontefice per l'aggiustamento delle cose nre, e se per sorte dicesse havere ascoltato alcuno, Le diciamo con ogni riverenza che non se n'è tenuto conto, poiché la depositione delli minori è stata (come si dice) rescritta ad perpetuam rei memoriam et attestata con giuramento de deponenti, et il sentim.to e parere del P. Fondatore et degli altri Superiori è restato solam.te impresso nella memoria sua, la quale per esser humana et occupata da molti negotij è labile e scordante. E se bene (come lei dice) ha scritto per tutta la Relig.e che l'avisassero di quanto ad ogni uno pareva necessario dando ordine che consegnassero le Ire per maggior sicurezza ad alcuno Pre della sua Compagnia, Le rispondiamo che tutta la nra Relig.e o la maggior parte di essa non ha havuto confidenza tale di poterlo fare, poiché sapevamo di certa scienza che tutte le Ire andavano in mano del P. Gio. Ant.o della Natività Secr.o, a cenni del quale si faceva e risolveva il tutto. Il quale per esser chi è tanto circa la poca età d'inesperienza de' negotij, la libertà del vivere li pochi buoni costumi, come anche per non haver mai havuto governo se non in questo ultimo, niuno in verità li ha fede e lo tiene per tale che non si li possi confidar secreti per il timore della lor propria ruina. E trattandosi di aggiustare la Relig.e scaduta, non era conveniente ne di giustitia ne di equità porre il tutto in mano di chi era più scaduto di qualsivoglia altro; e pur sappiamo e lo potiamo con giuramento affermare e con la testificatione delle Ire proprie di V.P.R.ma, le quali si conservano che d.o Pre scriveva d'ordine suo e le faceva poi sottoscrivere da lei e poi ella stessa ha scritto di non sapere cosa alcuna di tali ordini e maltrattamenti fatti. E che maraviglia è mentre si da la spada ad un huomo furioso, appassionato et inquieto, pretendente di uscire di Relig.e et andarsene al Secolo per vivere a sua voglia consegnandole V.P. carta bianca sottoscritta (cosa che non si deve fare se non con persone molto sante, prudenti et esperimentate per molto tempo), la quale esperienza lei non ha potuto havere, siche non havendoli li Pri fede al suo soprad.o Secr.o, non si sono resignati di scrivere come già si è detto.
Veram.te, Pre, credaci che ci arrossiamo e ci vergogniamo di haver a rispondere alla sua lettera, poiché se la sua è longa tre fogli più senza comparatione bisognarla empirne per risponderli. Ma per il rispetto e riverenza che portiamo alla Compagnia e molto più all'offitio che tiene, ci ristringeremo per far l'obbedienza e non mancare alla creanza religiosa in non darle alcuna sorta di risposta.
Lei dice che ha mandato Visitatori in Genova, Savona, Carcare, Pisa, Chieti, Cagliari, Bisignano e Campi. Circa Chieti, Bisignano e Campi vi è andato il suo Prov.le eletto di comune consenso della P.V.R.ma e suoi Assistenti e però non habbiamo che dirci; ma circa li altri, chi per amor di Dio vi ha mandato? Forsi un huomo vecchio consummato nelle fatiche del governo della Relig.e? forse un penitente di buona opinione e fama, come era conveniente, ragionevole e necessario? Altro di questo Pre non si dirà ne vogliamo dire per santi rispetti, dovendo questa Ira andare per le mani di tutto il Sacro Collegio, vescovi, Principi e Communità del Christianesimo; se non che havendo già qualche ragionevole età, non ostante la scarsezza de' soggetti per la Relig.e nuova, mai per alcun tempo ha havuto carichi di governo nella Relig.e, ma bensì è stato altamente mortificato e tenuto sotto per la libertà del suo vivere; ne di ciò diremo altro.
Siche la relatione che lei dice haver fatta a cotesti Em.mi Card .li con la dovuta fedeltà, zelo e prudenza, fondata (come lei dice nella sua Ira) nella cognitione della sopradetta diligenza si può arguire da ogni mediocre spirito quanto in ciò sia potuta essere gabbata mostrando l'esito e lo stato infelice nel quale ci troviamo il fine di quella.
Verremo hora alla distintione che la P.V.R.ma fa nella sua Ira di due tempi circa il governo della Relig.e. Et-in quanto al p.o che lei dice haver fatto assieme con li 4 Pri Assistenti nuovi e che per ciò non deve esser accusato ne ripreso della dispositione de Superiori e della divisione de soggetti, prevalendo il numero delli 4 al suo voto solo, in questo non habbiamo che aggiungere restando la Relig.e sodisfattissima. Ma ci doliamo ben tutti e con lagrime di sangue vorriamo dimostrare il dolore sentito universalm.te da tutta la Religione per la brevità del tempo che il governo durò sotto di essi.
Assicurando la P.V. R.ma che se lei con la sua mediocre prudenza, carità e giustitia si fusse adoperata in mantenerli uniti, non piangeressimo hora le ruine che al presente patiamo. Sapendo noi chi era il Pre Santino di S. Leonardo, il Pre Giovanni Stefano della Mre di Dio et il Pre Gio. Fran.co dell'Assunta, si per età loro si per la loro buona vita e bon credito, come per l'esperienza de governi havuti quanto fossero per indrizzare e governare la Religione; si come anche molto bene tutti sanno chi era il Pre Mario di S. Fran.co, al giuditio e volontà del quale la P.S. R.ma faceva e diceva il tutto, et pure per la sua pocha età, meno Ire, non havendo sentito scienza alcuna, e ne anche havendo mediocre fundamento di latinità e per la inesperienza di governi non havendo se non uno, due, tre governi braccati, mantenuti per pochi mesi per la sua incapacità, inquietudine, amicitie secolaresche, proprietà nel donare, et in tutto il resto incapace al governo, è stato necessario con processi levarglieli come conforme costa. Il quale pensando per l'autorità e appoggio humano di seguitare le sue voglie et appettiti voleva con minacce del S. Officio fare e disfare quello che di commune consenso et accordo assieme con li tre PP. Assistenti e la P.V. R.ma si era determinato et il tutto per cupidigia di honore e di maneggiare con capriccio la Relig.e; siche se lei si fusse congiunta con il numero maggiore de sopradetti 3 PP., sempre conosciuti da tutti et amati per il governo, et atterrato chi non cercava Dio ne l'utile della Relig.e, al sicuro che l'honore di V.R. non starebbe tanto al di sotto quanto ne resta e ne anche per suo rispetto l'illustrissima sua compagnia, la conscienza sua saria appresso Dio illustre e chiara e la Relig.e nra saria a questa hora ridotta in quello stato di perfettione et osservanza da Nro Sig.re Papa Urbano 8 pretesa nell'elettione della P.S. al grado di Vis.re.
Per il che la Relig.e tutta resta offesa, afflitta et atterrata per la sua poca cura o niuna diligenza in mantenere li buoni et in ingrandire con la sua Autorità chi non doveva.
Con questa occasione daremo principio a rispondere al seco tempo del Governo, che lei accenna, dicendo noi che circa la renuntia delli tre Assistenti fatta da essi con ogni ragione per le cause antecedenti, già tutta la Relig.e sa e per Ire e per testimonianza dell'istessi, che dopo la loro renuntia, e perche non era accettata dal Sommo Pontefice ne da altri, che in quel tempo havesse tal autorità, havendo il loro Offitio per Breve Ap.lico, furono sforzati dalle molte persuasioni che la P.V.R.ma le fece, ad intraporsi di nuovo nel Governo, ravendo lei detto e promesso a detti Pri che si offeriva a publicare a tutta la Religione che non per altro che per forza ripigliavano il carico, nel quale perseverarono più di un mese facendo e disfacendo con la P.V. come prima. E poi all'improvisa, solo perche il P. Santino di S. Leonardo, huomo integerrimo nel governo, disse con qualche sentimento di brevi parole al P. Mario di S. Fran.co come egli prendeva autorità da se solo di offerire il Provincialato della Prov.a di Roma et governo della Casa di Roma ad un certo Pre e non parlando gli altri due ne dicendo cosa alcuna Lei si rivolta contro tutti tre dichiarandoli refrattari/ del S.to Officio, inquieti e con altre parole non convenienti ne per lo stato delle persone ne allo governo che tenevano, ne al luogo e molto meno alla sua autorità e piacevolezza che in lei si ricercava dicendo e protestandosi di non voler mai più intervenire in Congregationi con detti Pri, conforme es seguì, non ostante che fusse pregata e supplicata a non voler ciò fare et in breve poi fra pochi giorni fu mandato un ordine da Mons. Assessore, con un semplice biglietto senz'altro, contra Breve: che li detti 3 Padri non si intromettessero più nel governo della Relig.e, ma che il tutto fosse appoggiato al Pre Mario con la P.V. Si che li poveri PP., che per rispetto della P.V. e sua persuasione hanno intrapreso il carico, hora sotto la sua fedeltà et essi e la Relig.e tutta viene oppressa et annichiliata sotto titolo (come lei dice nella sua) che hab-biano fatto la renuntia e sia stata accettata; la quale accettatione non apparisce ne apparirà mai, solo se falsam.te e con inganni che appresso Dio non vogliano si farà vedere et in quanto che la P.V. ricerca da noi che li diciamo in che cosa sia deteriorata la Relig.e dal principio della sua Visita sino al giorno che lei scriveva la sua e che danno le sia avvenuto, del quale lei possa e debba con fondamento esser imputata; e perche anche desidera intendere le particolarità, come lei dice, che formano alcune generalità di querele solo in aria, senza havere sussistenza per il che fanno troppo facilm.te impugnar le penne per iscrivere a lei dogliose lamentationi.
Non si lamenti dunque la P.V. se spronati dalla sua obbedienza e sforzati ancora dalle presenti miserie le faremo con ogni brevità e rispetto possibile intendere non in commune et in confuso li disordini, impietà et inaudite crudeltà per le quali è la Relig.e Nra discaduta e quasi persa e noi tutti sforzati siamo a querelarsi e lamentarsi, benché non tanto quanto la causa ricercaria et il dolor nostro comportarla.
E per non stare a replicar li disordini in confuso accennati di sopra, li quali non sono ne in aria ne apparenti et eterocliti e senza vera sussistenza come ogni huomo mediocremente cordato puole giudicar non esser solam.te disordini, ma tali che possono distruggere ogni ben fondata e stabilita Relig.e non che una nuova e non anche ben stabilita et afflitta Relig.e per la malignità dei Superbi; e questi superbi et inalzati; si che lasciando li sopradetti disordini per li quali la Relig.e è maggiormente discaduta da poi che lei ha intrapreso il governo. Le diciamo con ogni semplicità che la mente di Nro Sig.re Sommo Pontefice o altro Prencipe non intendono distruggere e disordinare nelle elettioni che essi fanno delli Visitatori per l'aggiustamento delli disordini che in alcune Città, Provincie e Religioni ci sono introdotti, ma bensì rimediare, aggiustare, sanare e del tutto togliere tutto quello che impedir potesse il governo della Città, Provincia o Religione visitata. E però più presto la P.V. Rev.ma doverla con sante e pie ragioni dimostrarci l'utili, li boni ordini, le sante et indefesse sue fatiche adoperate a nro beneficio e ben com-mune, acciò che noi confusi abbassando il capo per il rossore e vergogna ci dichiarassimo ribelli a Dio, refrattari] ad una S. Cong.e del S. Offitio e per conseguenza al Sommo Pontefice.
Ma benissimo noi sappiamo P.R.mo e potiamo quasi con giuramento testificare per la certezza et evidenza che ne habbiamo che altro nella sua Ira di 3 fogli non vi ha del suo che la semplice copia e sua sottoscrittione, diciamo di quella che mandò a S. Pantaleo, poiché nelle altre mandate per la Religione non vi ha havuto del suo che la sola sottoscrittione havendo il tutto tessuto e composto quel buon Pre Gio. Ant.o, accennato di sopra tanto da lei amato e protetto; e se bene si potrebbe lei scusare di non se l'havere lei eletto per Secr.o, ad ogni modo trattandosi di Relig.e non si doveva per niun modo totalm.te alla cieca fidare di un "tale Pre, o almeno essendosi ella avveduta che q.to Pre scriveva, mortificava e strapazzava contra ogni ragione divina et humana facendo poi sottoscrivere a lei quello che egli haveva scritto senza leggerle il contenuto, ritrovandosi in piedi le Ire scritte e sottoscritte di propria mano della R.V. che ella non haveva avvertito e che non era tale la mente sua; doveva almeno accertarsi di tale falsità, levarlo dal carico di Secr.o dell'Offitio della Visita e non stabilirlo maggiormente e proteggerlo nel carico dandoli carta bianca sottoscritta, il che non è poco disordine introdotto nella Religione di mantenere, proteggere e laudare non solam.te questo Pre, ma altri che sono stati posti nelli governi principali della Relig.e, non già nel tempo che lei governava assieme con li PP. Ass.ti, ma doppo che lei sola con alcun altro governa e regge il tutto.
Disordine grandissimo si puole e deve chiamare introdotto, dopo che lei ha cominciata la Visita che dove prima vi era che rimediare nella Relig.e hoggi più che mai sono cresciuti li disordini, le disunioni fra li sacerdoti e laici. La povertà gettata per terra molto più e senza comparatione di quel che era prima, poiché siamo arrivati a tale termine, che pochi sono che non provvedano q dalle Case del Secolo o per altra industria d'amicitia et anche in altro modo indegno alli Religiosi del loro bisogno tanto per vestire quanto per altre occorrenze d'infermità e ciò non per altro se non perche li Superiori eletti a caso o per passione e per interessi particolari attendono a governare se stessi e chi a loro piace e gli altri abbandonano e, quel che è peggio, dicono alla libera et in publico: La religione è povera, chi vuole niente se la provveda; si che sono sforzati aut per fas aut per nefas a provedersi.
Non piccolo, ma grandissimo disordine e degno di perpetuo pianto è che da che lei sola governa con alcun altro che li sacri ordini che si devono dare a persone esemplari, reposate nelli costumi, introdotte almeno mediocremente nella scienza, se non maggior, di Grammatica, si sono dati non solam.te a quelli che legittimam.te sono entrati nella Relig.e per veri chierici, ma a quelli ancora, che nelli costumi ne di lettere ne di buon nome e fama che erano entrati per laici nella Relig.e senza altra discussione solita farsi non solamente dalle Religioni, ma dalli Vescovi ancora, sono stati promossi agli ordini anco sacri; e pure molti di questi tali non sanno leggere nonché intendere alla grossa il Latino; et ogni giorno danno nuove speranze a simili persone di doverli tirare al medesimo grado et anche a quelli che hanno fatto il 4 voto solenne di non pretendere ne pure la berretta, li quali poi lasciando gl'essercitij loro come di scarparo, di sartore, di muratore, di cucinaro, Cercante e tutti li altri Officij, che nella Religione sono necessari)', tutti gli essercitij pubblici e privati vanno sottosopra senza trovare chi gli voglia fare e pur noi tutti sappiamo che per un negotio cosi grave come questo di ammettere gli Laici alli ordini vi sono state tante liti e tante oppo-sitioni, che neanche gli Assistenti, assegnati dal Sommo Pontefice al governo della Religione con la P.V. R.ma, vi hanno voluto por mano, se prima non si provvedeva al bene pubblico et alla idoneità di ogni uno e bon governo della Religione, di che lei ne è fido testimonio; oltre che l'istesso Sommo Pontefice ponderando la gravezza del negotio limitò molto l'autorità dell'Em.mo Card.le Cesarini protettore e sua Sacra Congreg.e destinata sopra di ciò, come si può vedere nel Breve Ap.lico. E poi non tantosto furono sospesi con un semplice biglietto li tre PP. Assistenti per le cause dette di sopra. Da subito senz'altra Congreg.e furono ammessi li sopradetti agli ordini, testificando lei la idoneità in quelli senza haverli mai visti ne conosciuti.
Se questo è disordine in confuso et inventato introdotto nella Relig.e da che lei governa lo dica la P.V. R.ma. Anzi che li detti ordini .tanto santi sono divenuti per cimbello, burla e scherzo di quelli ai quali piace il giusto per il buon governo della Relig.e. Poi-che non si sente altro se non come creperanno i tali e tali? E finalmente servono hoggi li sacri ordini nella Relig.e per far massa per partegiani et obbligare le persone a far la spia e del soldato a chi li promuove. Anzi che con proprie lettere si è promesso di ordinare, se si operavano e scrivevano il contrario di quello che hanno scritto in favore del nro Pre Gen.le e fondatore.
Non è meno disordine il dar adito et ordine alli sudditi di rompere gì' Archivij e Casse de Sup.ri per havere in mano (come è seguito in Firenze) le lettere che potessero essere in qualche parte contro di loro, per potersene vendicare.
Non è mediocre disordine, ma fra tutti gì' altri essentiale il ritenere le Ire al Povero P. Fondatore Generale hoggi vivente, aprirle e valersene falsam.te in loro favore; e non solam.te questo, ma anche a publicare a Prelati et ad altre Persone che nella Camera o Cella del Santo Vecchio si fanno li Conciliaboli contro di essi. Non si vergognando di andare insinuando a questo e a quello che non lo vadino più a trovare in Cella, mortificando con parole e con fatti chi vi va, levandoli anche da Roma. Si che il Povero Pre Fondatore Generale di età di 87 anni ridotto a termine che se ne sta per il più solo, et abbandonato da ogni uno. Lasciamo stare li altri strapazzi, disprezzi et poco conto che si fa delli suoi compagni e delli altri che procurano il vero e buono della Relig.e. E se lei dirà che non ne sa niente di queste cose, lo crederemo per il rispetto e riverenza che per cagione dell'Offitio li portiamo, ma benissimo sappiamo che ha tali inditij di questo e di cose maggiori, che in conscienza tacciamo, che lei sia obbligata ad accertarsene, addolcendo li PP. e frelli che per vedere la cieca promotione al Governo et all'ordini, et in tutto il resto se li sono alienati, et infatto presola in sospetto di huomo partiale; tanto più che passano mesi, mesi e mesi che lei non rivedde ne anco le porte delle Case di Roma, non che le sacrestie, infermane, guardarobba e l'altre officine, le quali se vedesse movendosi a compassione si muoverebbe anche al rimedio, si che non è maraviglia se ignora molte cose, benché a noi paia, che le voglia ignorare, non le volendo cercare, come saria l'obbligo et officio suo di Vis .re.
Al sicuro, Pre, che se l'Illustrissima e Santissima sua Compagnia fusse a questo modo visitata e proveduta de sacerdoti e governata per lo spatio solo di un paro di anni, al sicuro che non darebbe di se quell'odore di santità e di buoni frutti che per tutto il mondo con somma gloria di Dio si sentono e vedono.
Ma chi potrà mai in molte carte scrivere li disordini non in confuso et apparenti si come dalli assegnati si è veduto, poiché sono tanti che a dirli tutti pareria che con la moltitudine vorressimo confondere la mente dei Sup.ri e delli altri nelle mani dei quali anderà la presente risposta. Basta dire che si sono oppressi li buoni et inalzati alcuni pochi, la vita de quali e loro costumi non si dice per buoni rispetti e per non macchiare l'orecchie di quel che tocca honore d'animi puri e casit, per il che sono stati sforzati a passare ad altra Religione il Prode nro di Germania et uno delli suoi Ass.ti nuovi.
E perche nella sua si querela con esso noi d'haver scritto le nre necessità al R.mo Pre loro Genie, ciò non si è fatto perche lei habbia da riconoscere il d.o Pre per suo Sup.re in questa Visita, ma siamo ricorsi, accioche li raccomandi la giustitia e pietà religiosa, se bene benissimo ci siamo accorti, che doppo detta nra confidenza, cosi in iscritto come in voce ci è ritornato il tutto a maggiore nro danno e disturbo, il che mai haveressimo creduto e pensato. E perche lei dice, che dovevamo scrivere a Sup.ri maggiori, sappia che ciò si è fatto, con molta premura et instanza, ma havendo il tutto posto il Sommo Pontefice alla sua discretione il riferire lo stato e cose nre vengono li detti Sup.ri ritardati dalle sue proposte e vengono ancora essi sotto buona e santa fede a congiungersi seco in lasciar correre il governo come hora segue.
Et in quanto che lei tiri alla distruttione della Relig.e, ciò non viene da noi solam.te, ma da tutto il mondo stimato vedendo e sentendo tutto il giorno che le cose in cambio di pigliar buono e santo indrizzo si vanno via più, con inalzare (per il suo non riferir il vero e lo stato delle cose) chi non deve, distruggendo. E circa ciò non diremo altro per non parer di voler gareggiare seco in quello, che con la lunghezza grande si stende nella sua; solo li diciamo che già che lei riconosce tanta santità e bontà di vita tanto nel fondatore quanto in molti altri Pri della Relig.e atti come lei dice a sollevarla et aggiustarla, ci ammiriamo e tutto il mondo stupisce come un si gran Padre e tanti buoni Religiosi siano oppressi e conculcati non porgendo lei l'orecchie alle loro ragioni e verità con giuramento accertateli. Siche vedendo noi e tutti questo pensano e concludono, che lei sia quella che non voglia la redintegratione del Pre Gen.le e sole-vamento de buoni religiosi.
E per sorte dice che a lei non tocca il promovere e fare alcune sorti di resolutioni, noi diciamo che l'Em.mi Sig.ri Card.li et anche Mons.r Assessore formeriano ottimi decreti e dariano santissime provisioni, se lei in verità e santa energia li proponesse e dicesse il fatto come passa. Ma come che lei chiude l'orecchia ad intendere e il P. Gen.le Fondatore e gli altri buoni religiosi, cosi propone quello che sente con altra, facendo violenza a se stesso, che questo sia il vero, giusto e santo. Siche il Sommo Pontefice e Sacra Congregazione e Mons.r Assessore (benché in ciò si dimostri partiale) non devono esser tacciati ne imputati di ingiustitia.
Non mancheremo di aggiungere che noi sappiamo di certo et in scritto et in voce che lei non ha procurato ne dato Memoriale sottoscritto dalli nuovi Ass.ti per la redintegratione del nro Pre Gen.le come lei dice nella sua, la quale sotto vari e falsi pretesti: Che la Relig.e sia refrattaria del S.to Officio, si vadi dilongando e prolongando, forse per aspettare la morte del nro povero Vecchio Generale Fondatore et in questo modo li pretendenti tirare avanti li loro disegni de governi. Il che è contro i voti che noi facciamo di non ambire vel expresse vel tacite prelature nella Relig.e o fuori di essa; che non è poco disordine introdotto particolarmente in questi tempi.
Risponderemo hora al ponto che lei dice esser menzogna e falsità, che lei habbia procurato che il Pre Stefano degli Angeli sia fatto Vicario Generale della Religione e che ne lei ne li Sig.ri Card.li habbino, sino al giorno che lei scriveva la sua, pensato a tal cosa, ma che più presto è stato da lei proposto e fatto instanza, che si permettesse al Pre nro Gen.le Fondatore, che stante la sua molta età se lo elegesse esso stesso come dispongono le nre Consti tu tioni.
Al che noi non sappiamo ne diremo altro se non che havendo moltissime volte lei stessa detto a molti de nri Padri li quali urgevano che non si cavasse Breve in favore del Pre Stefano, Lei ha risposto che non vi era Breve alcuno. E poi si è trovato un Breve in favore di detto Pre dato un giorno doppo anzi poche ore dalla morte del P. Mario di S. Fran.co alli 11 di novembre, e la sua Ira è delli 7 di febbraro del seguente anno. Basta Pre .noi non disputiamo del nome di Vicario o Sup.re Gen.le, ma bensì ammiriamo e tutto il mondo stupisce come le cose si tirino e si procurino di tirare in lungo li negotij. Per il che con ragione e noi e tutti concludiamo che non che non solam.te Lei desidera che il detto Pre sia Vicario Genie, ma etiam Gen.le. Dio però sa e premiere a suo tempo le machine di quello e quelli, che machinano per loro propri) interessi, posponendo e conculcando sotto li loro piedi il bene publico di tutta la Relig.e.
E perche V.P.R.ma testifica che il detto Pre non ambisce la superiorità della Relig.e, crediamo certo o alla sua gran semplicità o alla singoiar protettione verso di esso. Poiché che altro si deve pensare del detto Pre se non che fintamente si mantenghi per fas aut nefas nel governo, mentre era arrivato a tanta cecità che havendo veduto l'universale contrarietà di tutta la Relig.e che solo per 15 giorni in S. Pantaleo di Roma alla presenza di V.P. fu costantemente e da lei per forza con il terrore della S. Congreg.e sostentato sotto pretesto che per 15 giorni solo havesse seco da governare. Li quali non solo sono passati, ma si avvicina l'anno che violenterei.te (non riguardando alla vita prima tenuta e che tiene, alla contrarietà di tutta la Religione et al vilipendio che ne segue al nro Pre Genie Fondatore) si è voluto sostentare si come ha sempre fatto e o procurato di esser o Superiore o Procuratore Gen.le senza quasi mai haver fatto o convenuto con li PP. all'oratione, Capitoli di colpa, Mortificatione di Discipline. Il che quanto sia vero, se ne chiama prima Dio in testimonio e poi tutta la Relig.e; si che uno che mai si puoi dire è stato buon suddito che puole esser poi buon Sup.re. Intanto che da questo si può vedere se il detto Pre ambisce o non il governo. Dica pur e scriva biglietti a sua posta il detto Pre, perche. l'arte di un huomo è grande et impercettibile.
Non mancheremo hora di rispondere a quanto la P.V. scrive circa il Memoriale dato contra di esso da più di 300 Religiosi che è il maggior corpo e nervo della Relig.e. Et in primo che il Memoriale sia rimesso alla P.V. R.ma dalla S. Congreg.e come lei dice nella sua, ciò ci da molto da pensare e maggiorm.te da dubitare della sua par-tialità verso il detto Pre, perche doppo che fu presentato il Memoriale all'Em.mo Cardinal Roma e per ordine suo portato a Monsig.r Assessore, Secretarlo della Congregazione acciò che si legesse nella prima Congreg.e, quale mai si radunò, se non doppo la data della sua Ira a noi scritta e li stessi Em.mi della S. Congreg.e hanno detto e testificato che essi non havevano dato tal ordine a V.P. R.ma. Ma supposto e non concesso che li havessero commesso il Memoriale (ci scusi per Carità) troppo mordacemente e con dannabile partialità si volta nella sua contra un corpo di Relig.e che ricorre supplichevole al suo Sup.re come è la Sacra Congreg.e de Card.li.
Dicendo che con indebite maniere si è procurato il memoriale per il che viene alla scoperta ad impedire il ricorso a Sup.ri, cosa tanto dannosa e pregiuditiale al buon governo si delle Religioni come di tutto il mondo.
Credaci Pre che ogni particola della sua Ira haverebbe bisogno di una lunga risposta. Solo diciamo che il Memoriale non è sorrettitio come lei dice, poiché d'accordo in Roma da tutti li Pri principali della Religione è stato scientemente sottoscritto e da tutti quelli di fuora, per non potersi mandare per tutto il memoriale fu con memoriale a parte sottoscritto, che instavano alla Sacra Congreg.e, quanto instava il Pre Genie Fondatore con suoi Ass.ti Vecchi e l'altri Pri e frelli delle Case di Roma. E se Lei dicesse che alla attestatione di alcuni e Ire di altri che hanno sottoscritto il detto Memoriale per rispetto riverentiale, perche pensavano che il Memoriale fusse a favore di detto Pre Stefano, in ciò la Religione se ne duole e grida a Dio, poiché se vi sono questi tali pieni di tanta malitia, che sorret-titiamente con fraudi habbiano fatto sottoscrivere il memoriale, perche non li castiga la P.V.? Non essamina un Pre Gen.le Fondatore, l'Ass.ti Vecchi e nuovi e tanti buoni e santi sacerdoti e fratelli che in quel tempo erano in Roma e trovando la falsità non li ha castigati, oppressi et annichilati? Ma perche lei voleva poter dire di haver esaminato il negotio, ha chiamato uno o due delli sottoscritti; il primo dei quali li parlò molto bene fondatam.te in favore del Pre Genie Fondatore e della Relig.ne e questo fu il Cuoco del Novitiato, chiamato il frello Giacomo, l'altro perche li parlò con un poco di timore per esser dissimile natura, freddo, subito concluse, aggion-tovi una Ira di Napoli di uno che ha buon odore nella Religione, dicendo che esso intendeva haver scritto in favor del P. Stefano e non contro; ella ha fatto conclusione, che siano violente storciture et imposture contro il detto Pre, volendo che prevalgano alcuni pochi appassionati e di niun nome della Relig.e; a tutti quelli che hanno zelo di essa, li quali tutti si sono sottoscritti di buon core e di buon animo con il loro Pre Gen.le Fondatore, accioche la Relig.e non cascasse sotto le mani di chi non doveva ne per ragione ne per giu-stitia cascare.
E già che Lei dice nella sua che bastava la sottoscrittione del P. Gen.le, come hora non basta quella del Pre Generale vecchio di 87 o più anni ne quella di tutta la Religione? Fuorché di alcuni poiché vogliono tenere i piedi in due staffe; o per altri rispetti di amicitia o di interessi particolari, che non si sono sottoscritti?
Troppo ci stenderessimo R.mo Pre, se volessimo rispondere alli capi che verso l'ultimo della sua Ira dice per dimostrare che il memoriale non deve esser ammesso per esser dato da persone passionate et ambitiose dicendo lei di haver Ire scritte da dette persone alle Provincie, le quali se le publicasse come si publicheranno nel giorno del giuditio, si vederia che non contengono ambitione, ma bensì esser state scritte contro l'ambitiosi e pretendenti a danno della Povera Religione. E però lasciamo andare di non rispondere più a longo in questa materia, sì per non confondere il già detto, dal quale si può cavare la risposta di tutti i capi, come anche per non eccedere contro il nro volere il debito della riverenza che realm.te li professiamo; e però facendole humil riverenza li baciamo le sacre mani. Dalle Scuole Pie di Nicolspurgh li 22 Agosto 1644.
Da queste due risposte Lettore mio poi raccogliere li strapazzi che furono fatti alli poveri Religiosi delle Scuole Pie stante la poca carità del P. Pietra Santa; ma molto più ne sentiresti, se vi fossero copiate tutte le risposte, quali dubito assai siano state per male animo brugiate, il che Dio non voglia.