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- Cap. 6 Del P. Stefano degli Angeli destruttore delle Scuole Pie
Non per infamare (che Iddio mi faccia morire prima che io habbi questa mala volontà) ma solo per maggior gloria di S.D.M. et profitto e documento delli altri particolarmente Religiosi, io scrivo qui quel tanto so di certo di vista e per lettere degne di fede di questo P. Stefano degli Angeli figlio legittimo naturale di quel Ecc.mo Dottore Jurista il Sig. Laertio Cherubini dico, nativo di Norcia, quello che ha compilato il Bollarlo, et ha havuto da Sommi Pontefici hono-ratissimi carichi.
Di sì Ecc.te Padre nacque di legittimo matrimonio questo P. Stefano nostro Religioso, tanto poco corrispondente al suo Padre carnale, e sì ingrato al P. Spirituale dico il N.V.P. Gioseppe della Madre di Dio suo amatissimo P. nello spirito e benefitii fattili, e della nostra povera Religione dignissimo Fondatore, e primo Generale con autorità di due Sommi Pontefici.
Sopra del titolo dato a questo Padre io voglio parlare più per bocca d'altri che della mia, però porrò qui alcune particole di lettere delle quali sono appresso di me l'originale.
Fo quanto posso per agiustare le cose della Religione, ma dubito si faccia invano, poiché trovo che per la parte del P. Stefano si sfugge come l'anguilla, ci vuol patienza, e non mancherò fare. Roma 17 giugno 1645 B. Vesc. di Ravello, e Scala.
Superbia e quasi invincibile fece precipitare l'Angeli, questi che puole nelli huomini? Si farà presto la Congregatione de Cardinali senz'altro quest'altra settimana, ho fatto il mio sforzo possibile per l'agiustamento, non si osserva niente di quelche si dice. Parla del P. Stefano degli Angeli. Roma 15 luglio 1645. Bernard.o Ves. di Ravello etc.
Presto si effettuerà la reintegratione del N.P. Generale, hanno fatto bene a pregare il Signore, se quitino (sic) tuttavia, acciò Lucifero expellatur a Paradiso, et non habbi più ardire pretendere: ero similis Altissimo. Piglia questa comparatione degli Angeli e di Lucifero perchè il P. Stefano, nel secolo di casa Cherubini, et in Religione degli Angeli. Roma 9 agosto 1645. B. Vesc. di Ravello e Scala.
Noi infrascritti tanto a nome proprio quanto a nome di tutta questa casa, da quale habbiamo speciale facultà come consta in atti, si come qui ci siamo protestati avanti il P. Stefano in voce, così vogliamo che consti da per tutto questa nostra protesta, cioè tutto il danno o poco, o assai che avverrà alla nostra Religione, tutto l'attribuiremo al detto P. Stefano, et ad esso ne sarà data la causa, come origine di tutto il danno, nonostante qualsivoglia altra protesta che esso habbia mandato per tutte le case della nostra Religione in fede di che etc. Data in S. Pantaleo delle Scuole Pie di Roma questo dì 27 gennaro 1646. Io Gabriello della Nuntiata mi protesto come sopra.
Io Carlo di S. Maria mi protesto quanto sopra.
Io Pietro Paolo della Madre di Dio mi protesto come sopra.
Io Luca di S. Bernardo protesto quanto sopra mano propria.
Molto R.P. in Xpo Oss.mo
Ho giusta raggione di lamentarmi di V. P. poiché non mi ha dato parte della morte del P. Stefano degli Angeli destruttore di cotesta Religione. Spero nella D.M. che darà tanta vita al P. Generale, che la vedrà reintegrata, e creda pure che è bene o se reintegri, o si levi a fatto. Ravello li 26 di marzo 1648. Di V.P. M.R. Aff.ma per Ser. B. Vesc. di Scala.
Io qui non pongo altre cose perchè parmi di haverle notate altrove; questo basta, che etiam communemente era chiamato con tale titolo da persone secolari, e mentre viveva, e quando stava esposto' morto in S. Pantaleo, dove mai potè venire vivo, dopo che ne fu scacciato come si suol dire a furore di popolo.