BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap12

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Cap. 12 Instìtutione delli Operarli e Opera deBa S. Messa

Il P. Tommaso della Passione Sacerdote Professo della nostra Religione de' Chierici Regulari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie nativo nella città della Cava nel Regno di Napoli, sacerdote di molta bontà di vita, nella morale e mistica teologia molto esperto, desideroso grandemente della salute de' peccatori, et devotissimo della S. Messa, come che in quella si rassembra al vivo la Passione e Morte di N.S. Giesù Xpo, e che anche apporta tanto utile a chi devotamente la sente, et è anche l'unico refrigerio delle Anime del Purgatorio, delle quali il detto Padre era tenerissimo, per il che esso devotissimo la mattina quasi tutta la spendeva in chiesa a sentire le Messe, che molte se ne celbravano nella nostra chiesa della Duchesca, con l'assistenza continua del confessionario, essortando tutti a fare l'istesso, spiacendoli assai di non potere essere in ogni luogo per fare che da tutti vi si attendesse di cuore.

E perchè lo Spirito del Signore impossessandosi di un'anima fa quella forte, e diligente, et de die in die edocet illam in multis, così l'inspirò a fare nella nostra chiesa della Duchesca, che alcune Signore sue penitenti, e pie portassero ogni mattina non mediocre quantità di pane e frutti secondo la stagione, et adunando nelle .Messe qualche quantità di poveri regazzi e zitellucce li faceva sentire la Messa, offerendo maggior limosina di pane e frutti a chi la sentiva con maggior divotione, e dopo la S. Messa insegnandoli le cose necessarie alla salute, li mandava consolati a casa con le mani piene di pane e frutti, per il che le loro Madri restavano quiete.

Et affinchè le persone comode si inducessero a mandare le loro creature piccole alla S. Messa et avvezzarle dalle tenera età a sentirla ogni mattina, perchè queste non si ritirassero per l'honore, come che non bisognose di pane e frutti, a questi tali compartiva imagini, e belli libretti, pure appartenenti alla Christiana pietà.

Si sparse in poco tempo per quei quartieri vicini la voce di questa carità, e santa opera che si faceva dal P. Tomaso delle Scuole Pie nella chiesa della Duchesca in modo tale che ogni mattina la nostra chiesa era quasi piena di ragazzetti e zitellucce, che ascendevano al numero di centinara, et la Maestà Divina dimostrava di aggredire detta S. Opera con mandarli limosina sufficiente per comprare le robbe mangiative, e le divotioni ancora, non vi potendo la casa nostra cosa alcuna dalla fatica in poi.

Il tutto fece il P. Tomaso con saputa e santa beneditione del N.V.P. Fondatore Generale, che ne li diede licenza per via di lettera sino da che esso era nel governo della nostra povera Religione. Ma in questo tempo del 1644 fioriva molto, e fiorì sempre più come si sentirà.

Nelle feste eran tanti che veramente impedivano il consorso delle persone grandi, per essere in quei tempi la città di Napoli popolata di più di quatrocento cinquanta milla anime, e gran povertà,. si che in chiesa nostra, nella quale per dar sodisfattone al concorso vi assistevano cinque e sei confessori, erano li detti ragazzetti e ziltel-iucce di qualche confusione; per il che in detti giorni si mandavano a sentir la Messa in una chiesa vicina dedicata a S. Clemente Papa, e là anche si distribuiva la limosina del pane e frutti, e delle divotioni.

Crescendo sempre più nel vero servo di Dio il desiderio della maggior gloria di S.D.M. et non essendo mai satio di quelche fa, pensò il N. P. Tomaso che fosse per essere il santo instituto molto proficuo se si dilatava in più parti per quella sì vasta città, et con questo pensiero cominciò ad operare in alcune altre chiese per mezzo di alcune Signore divote, alle quali esso stesso di tempo in tempo si trasferiva per indrizzarle nell'opera, et infiammarle in detta carità..

Li riuscì per tre o 4 altre chiese assai bene, ma non havendo, chi li adunasse, l'opera andava assai scarsa.

Pensò il fervente P. Tomaso un bel modo, e fu di mandare le feste alcuni huomini devoti per li quartieri con una Croce et campanelli, invitando ad alta voce il padre e la madre a mandare alla S. Messa li loro figli garzoni e servi con questo modo.

Si sonavano per prima due campanelli su li capi strada, e poi ad alta voce dicevano: Padri e Madri mandate li vostri figli e servi alla S. Messa che vi è obligo di peccato, et si adunavano sotto il stendardo della S. Croce et andavano cantando li rudimenti della fede. Gionti in chiesa, sentita la Messa, nell'uscire dalla porta, se li davo lor pane e frutti a poverelli, o libretti, o corone alli più comodi, sì che ogni mattina di festa si vedevano per la città di Napoli circa trenta o più squadre di ragazzi e zitellucce andare processionalmente a sentire la S. Messa, e vi erano squadre che passavano cento, la maggior parte delle quali se non fossero stati incitati non havriano sentito la S. Messa. E con questo anche si risvegliavano li huomini e donne ad andare alla Messa, et non offendere Iddio con trasgredire quel precetto. Per fare queste adunanze e processioni, et sonare il campanello si prese licenza dalPIU.mo e Rev.mo Mons. Vie. Generale, che molto l'aggradì, e molto più l'Eni.o Filomarini Arcivescovo quando sentì il progresso che faceva.

Molta consolatione anche ne sentiva la città tutta, e particolarmente rill.mo et Ecc.mo Sig. Viceré, e Collaterale tutto perchè veramente era una degna cosa vedere ogni festa tanti cori di Angeli andar cantando le cose della S. Fede, et assistere con tanta devo-tion alla S. Adessa. Nelli giorni di lavoro non eran tante le chiese dove si faceva l'opera, ma pure erano molte, e vi attendevano con molta carità alcune Signore divote.

Per più sicurezza dell'opera l'appoggiò alla Congregatione dell'Assunta detta degli Artisti, fondata nella nostra casa delle Scuole Pie della Duchesca et vi si adunavano alcuni altri, che li aiutavano, se bene non erano della detta Congregatione si che fioriva molto.

Per più animar li operarli, et perchè si dilatasse per le altre città e luoghi fece stampare un libretto del frutto et utile che vi era in sentire la S. Messa con divotione, con molte buone dottrine et essempii de santi. In oltre un'impronto in rame dove stavan delineati tutti li essercitii che si facevano in sì santa opera, in modo tale, che in molti luoghi del detto Regno di Napoli si pose in uso con non poco frutto delle anime, et edificatione de prossimi.

Dopo li rumori di Massa Anello, e pestilentia non so come andasse, perchè essendo passato a miglior vita il detto nostro P. Tomaso con gran opinione di gran servo di Dio, io non so come sia passato dopo la di lui perdita.

Notas