BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro2/Cap11
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- Cap. 11 Morte del P. Antonio Maria della Nuntiata
Questo nostro Religioso si vestì del nostro S. Habito di dicembre 1622 essendo già sacerdote chiamandosi Don Antonio Vitale nativo del luogo della Bastia non longi dalla città Assisi in Umbria, si prese il nome di P. Antonio Maria della Nuntiata, fece professione solenne compiti li due anni di novitiato che fu di dicembre 1624 in mano del N.V. P. Fondatore in Roma.
Fu da me scrittore molto ben conosciuto, ed esteriormente dimostrava d'essere pontuale nell'osservanza regulare, e desideroso di fare molte penitenze humiliandosi assai, et avvilendosi molto quando parlava di se stesso; dell'ubidienza faceva una stima grande; delli nostri Superiori era ossequiosissimo e portava grandissima riverenza parlandoli sempre in genocchioni, ancorché sacerdote fosse, e di età virile di 40 anni in circa, cosa veramente ordinata nelle nostre Costi-tutioni in genere, ma non usata molto quando si era sacerdote, et in età simile.
Del P. N.V. Fondatore e Generale dimostrava essere in supremo grado riverente, et ossequioso, del che anche dal medesimo V. P. in alcune cose veniva ripreso come di cose affettate, et il simile faceva quel gran servo di Dio dico il P. Ven. Giacomo di S. Paolo perchè desideravano li loro Religiosi osservanti si, ma non affettati nelle loro operationi, che più dell'ipocrisia, che dell'osservante dimostrasse nelle sue attioni.
Standosi in quelli primi anni assai stretti di habitatione in S. Pantaleo i Superiori solevano nominare un offitiale a vedere la monditia delle camere e letti, e particolarmente circa li vasi della notte di urina, e chi mancava in questo se li dava qualche mortificatione nel refetorio, come di levarli qualche cosa del solito, che si dava per sostentamento.
Hor questo P. Antonio Maria della Nuntiata quasi ogni mattina lasciava il vaso poco meno che pieno, et in mostra a punto, come chi dicesse: Eccolo! Spiaceva al Superiore, ne lo riprendeva, e mortificava, ed esso non si emendava, sotto pretesto (diceva esso) di voler essere mortificato, et avvilito. Usava anche di andare a pigliar licenza dal Superiore di andare alli luoghi communi per le necessità naturali, e per andarsi a lavare la faccia al solito luogo del lavamano, et più presto pativa, che di fare queste e simili altre cose senza licenza. Mi ricordo io stesso d'haverlo sentito più volte domandare simili licenze, e venire ripreso anche da medesimi Superiori perchè erano affettate, e fuori di tempo ma esso nulla se ne curava per essere ripreso e mortificato, così diceva esso.
Hor questo P. Antonio Maria tanto riverente a suoi Superiori e particolarmente al N.V.P. Fondatore e Generale, e tanto desideroso della mortificatione e propria sua viltà, o humiliatione, sospeso che fu il N.V.P. Fondatore dall'offitio di Generale, se li levò tanto contro, unendosi con il P. Mario, e P. Stefano e suoi altri aderenti che fece amirare, e scandalizare tutti, non solo con perderli il rispetto, ma anche con dirne male con chiunque discorreva, circa però il solo governo, lodando molto quello delli P.P. Mario e Stefano, il che a me stesso anche disse, né si volse quietare mai a quante raggioni se li adduce-vano. Et essendo io anche in Napoli, havendo io scritto ad uno de' nostri che salutasse il detto P. Antonio Maria mi fu risposto come qui sotto.
Del resto io non ho fatto la raccomandatione al P. Antonio Maria perchè, est mutatus ab ilio, et male loquitur de Patre nostro, et sociis eius e corre dove il vento pende etc. 25 febr. 1645 da Frascati.
La bontà del Sommo Iddio, che disse: nolite tangere Christos meos, et che coprì di lepra Maria perchè sparlò di Mosè suo fratello, nel mese di ottobre 1646, alPimproviso mandò non so che eccesivi dolori al detto P. Antonio Maria della Nuntiata tanto vehementi che non si trovarono remedii per darli aiuto alcuno, et urlando come un toro in poche hore passò da questa vita all'eternità, con terrore grande di tutti sapendo il successo, e come mai haveva voluto mutar pensiero contro il V. P. Fondatore suo.