BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro3/Cap16
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- Cap. XVI Successo occorso in mare a tre Religiosi de' Nostri
Stando io medesimo che scrivo questo in Palermo, città prin-cipalissima del Regno di Sicilia, e dove ordinariamente risiede il Viceré di quella isola, per Superiore, o vogliam dire Ministro delle Scuole Pie, che fu nel principio del 1638 vi venne di ordine del P.N.V. Fondatore e Generale il P. Domenico della Nuntiata sacerdote nostro, e nato nella terra di Colisipoli diocesi di Narni. Stando donque ambidue noi in detta città, ricevei io una lettera del N.V.P. Fondatore con ordine che facessi deporre in mano di Notaro quello che era successo nel viaggio al sopradetto P. Domenico nostro, et che con l'autentica necessaria mandassi in Roma l'istromento di detto successo, facendone istanza il P. Virgilio Spada da Brisighella Preposito in Roma della Congregatione di S. Filippo Neri, et fratello carnale dell'Eni. Cardinale di detto cognome.
Chiamai io il detto P. Domenico e significai l'ordine venutomi leggendoli la predetta lettera del V.P.N. Generale et per vedere quel che si doveva fare, et essere io in qualche cosa informato prima di chiamare il Notaro, ricercai il detto P. Domenico che mi dicesse come era passato. Egli per obedirmi contò il fatto in questo modo.
Essendo l'anno passato stato inviato dal N.V.P. Fondatore e Generale di stanza in Messina con li nostri fratelli Oratio di S. Bartolomeo e Filippo del SS. Sacramento, partissimo di Napoli con buon tempo ahi cinque di marzo 1638 sopra la filuca di patron Ottavio di Messina, et gionti nel golfo di Salerno di notte per essere tutta la giornata stata una calma grande in mare, e però si seguitò a navigare nel golfo, non vedendo segni di mutatione di tempo.
Ma passate alcune^ hore della notte alPimproviso si levò un turbine, che fece alterare il mare in tal modo, che era una tempesta molto grande et una oscurità straordinaria, navigandosi con pericolo evidente di affogarvi per il vento sì arrabiato, et essendo corso uno delli marinari per amainare la vela a fine di non afogarsi, ma per essere scuro fuor di modo, senza che alcuno se ne accorgesse il detto marinaro chiamato Andrea di Messina cascò nel mare e in quella oscurità.
Vedendoci noi in tanto pericolo, e li medesimi marinari, e padrone smariti per la sicura morte che ci vedevamo avvanti agli occhi, ognuno ricorse all'oratione raccomandandosi a Dio, et all'intercessione delli Santi suoi Avvocati con quello fervore che si può imagi-nare, et io chiamai in aiuto S. Filippo Neri, et mi raccomandai al N.V.P. Generale e Fondatore, come che per fare la s. Obedienza mi trovava in quello sì grande pericolo.
Passò in un subito la borasca, e si quietò il mare per misericordia di Dio, impetrataci per l'intercessione de' suoi servi, et non vedendosi Andrea, né sentendosi d'alcuna parte, cominciò il padrone Ottavio e li marinari a chiamarlo ad alta voce, et con sospiri a raccomandarlo al Signore et alli Santi nostri divoti, et io novamente invocai l'aiuto di S. Filippo Neri, e del N.V.P. Fondatore e Generale, et in un subito si sentì da tutti noi una voce che disse: Non dubitare che viene a salvamento. E voltandomi io verso la detta voce viddi un gran splendore nel mezzo di S. Filippo Neri e del N.V.P. Generale e Fondatore, il marinaro Andrea che se ne veniva sopra l'acqua verso la filuca, e mi parve molto lontano dalla filuca quando lo viddi, et era passato mezza hora e più da che cominciò la tempesta del mare, in vedendo questo io mi ingenochiai, et fu posto Andrea in quel modo portato o sostenuto sotto le braccia da S. Filippo Neri e dal N.V.P. Fondatore e Generale sopra la filuca e fu da tutti noi accolto Andrea con quella allegrezza e contento che si può imaginare.
Andrea poi ci contò che essendo andato per mainare la vela, perchè non ci affogassimo tutti non vedendo quello che si facesse, corse troppo e senza che se ne accorgesse si trovò in mare, e stando per affogarsi udì una voce che li disse: Non dubitare, e dopo queste parole si vidde posto nel mezzo di quelli due vecchi che mi hanno portato alla barca, et spogliandosi delli panni si trovò la camisia di Andrea non essere bagnata, se bene era stato tanto tempo nell'acqua del mare, il che ci fece stupire tutti. Tanto mi raccontò il P. Domenico della Nontiata da Colisipoli in riguardo dell'ordine datomi dal N.V.P. Fondatore e Generale per farlo deporre conforme l'ordine per scrittura autentica per mano di Notare
Io però sentendo nominare il N.V.P. Fondatore di esser stato visto in compagnia di S. Filippo Neri in quel modo sostenere il marinaro Andrea sopra l'acqua del mare, e portarlo alla filuca, ne restai non poco stupefatto, e replicai al P. Domenico: Come! veramente V.R. vidde il P.N. Fondatore e Generale insieme con S. Filippo Neri sostenere il marinaro Andrea sopra l'acqua e portarlo alla filuca? Mi rispose: Padre io mi ero raccomandato al Santo e pregato il N.V.P. Generale e Fondatore che havendomi mandato esso in questo viaggio mi aggiutasse e protegesse, e l'istesso feci quando ci accorsimo che mancava il marinaro Andrea. E quando si sentì la voce io mi voltai, e viddi S. Filippo Neri, e il N.V.P. Generale e Fondatore che sostenevano Andrea e lo posero sopra la filuca. Al che io novamente replicando: Vedda P. Domenico, il P. N. Generale è vivo sta in Roma, dobbiamo credere che fosse S. Gioseppe che fosse venuto ad aiutarli come che il N.V.P. Generale e Fondatore ha il suo nome. Egli per terzo respondendomi replicò: Io non so che dirmi; io mi raccomandai al N.P. Generale e lui viddi in compagnia di S. Filippo Neri, come ho detto.
Soggionsi io novamente al P. Domenico interrogandolo: Chi stava a mano dritta? Mi rispose il P. Domenico: Il N.P. Generale stava a mano dritta. Dal che replicai io e dissi: Da questo potiamo dire di sicuro, P. Domenico mio, che quello fusse S. Gioseppe sposo della B. Vergine Signora nostra, mentre stava a mano dritta di San Filippo che è santo canonizato. Il N.P. Generale è ancora vivo. Mi replicò egli: Io viddi quello vecchio che stava a mano dritta di S. Filippo che era la effige o figura del N.P. Generale, nel resto mi rimetto. Soggionsi io al P. Domenico: Nella depositione che V.R. farà in mano del Notaro a me pare che convenga si dica che V.R. vidde con S. Filippo Neri un vecchio, che tiene fosse S. Gioseppe sposo della Madona Santissima, e così restò di fare, e tengo lo facesse perchè ho in quel modo letto in una relatione stampata in Roma, e ristampata in Genoa, che così racconta che fusse S. Gioseppe e S. Filippo Neri quelli che regevano, e portarono alla filuca il marinaro Andrea di Messina.
Ma io scrittore di questa, affermo e dico con ogni assevera-tione e verità avvanti la Maestà divina e Corte celeste, che il detto P. Domenico della Nuhtiata mi disse in sostanza come ho io qui scritto, cioè che egli vidde a mano dritta di S. Filippo Neri il N.V.P. Generale e Fondatore Gioseppe della Madre di Dio, nel secolo D. Gioseppe Calasantio circondati da grandissimo splendore sostenere sotto le braccia Andrea di Messina posto nel loro mezzo sopra l'acqua del mare, et in tal modo lo portarono per gran spatio di via e tempo alla filuca di patron Ottavio messinese di dove era cascato inavedutamente, correndo per amainare la vela con l'occasione di tempesta, e fra me scrittore e detto P. Domenico passarono tutte le sopradette interrogationi.
Vincenzo della Concettione sacerdote professo affermo quanto sopra mano propria. Protestandomi però che la difficultà che io feci all'hora in Palermo non fu perchè io non havessi in grande credito il detto N.V.P. Fondatore e Generale, ma perchè come poco esperto mi pareva sminuisse in qualche parte il decoro del fatto. Protestandomi anche che se hora dico che fusse il N.V.P. Fondatore e Generale, non è perchè io pensi di levare il culto al Patriarca S. Gioseppe Sposo della B. Vergine, perchè lo stimo per quello che è, et è tenuto dalla S. Chiesa cattolica romana, et è mio singularissimo protettore, ma solo per raccontare il fatto che il detto Padre mi disse per la verità.
Vincenzo della Concettione Etc.