BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro1/Cap26
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- Cap. 26 Come fu eretta una Congregazione di V Cardinali per le Scuole Pie
Pareva al R.mo P. Silvestro Pietra Santa Giesuita Visitatore Apostolico delle Scuole Pie di essere (come esso stesso dice) di essere a sufficienza istrutto dello stato della Religione de Chierici Regulari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, con le sopradette infor-mationi prese così indebitamente per darne relatione a supremi Superiori, però ne fece istanza a chi doveva per riferire.
Tengo che l'Em.o Cardinale Francesco Barberino ordinasse esso una particolare Congregatione nel miglior modo che li parve, con qualche participatione del Sommo Pontefice Urbano 8 suo zio. O pur che Mons. Ill.mo e Rev.mo Assessore ne parlasse esso a N. Signore nelle sue audienze come di cosa che già si erano ascritta al sacro Tribunale della S. Inquisitione. Ma sia come si voglia seguito il fatto.
Del mese di agosto 1643 uscì un Breve Apostolico nel quale si erigeva una sacra Congregatione di cinque Emi Cardinali e due Prelati sopra li negotii delle Scuole Pie per aggiustarla, e furono nominati nel detto Breve li detti cinque Emi et li due Ill.mi Prelati, nella quale sacra Congregatione se bene vi furono alcune mutationi per li accidenti che occorrevano, con tutto ciò porrò qui quelli che parmi fossero nella prima nomina.
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Giulio Roma Milanese
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Bernardino Spada
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Gio. Batta Panfilio
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Falconeri
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Ginetti
LTU.o e R.mo Mons. Paolucci Secretano della sacra Congregatione del Sacro Concilio
LTU.o e Rev. Mons ; Albici Assessore della sacra Congre gatione della S. Inquisitione.
Del mese di settembre 1643 il R.mo Visitatore fece la sua rela-tione alla detta S. Congregatione et a punto il V.N.P. Fondatore Generale me ne avvisa in questo modo in una sua data in Roma a 26 settembre 1643, dice:
« Il P. Visitatore ha fatto già la relatione a Sig. Cardinali deputati, li quali si aspetta che diano risolutione circa le cose nostre fra pochi giorni. Piaccia al Signore che sia in benefitio, come si spera, del nostro Istituto etc. Gioseppe della Aladre di Dio ».
Et il P. Visitatore esso anche scrive in una sua longa lettera così: « Mi è parso di potermi stimare sufficientemente instrutto per fare alli Sig. Cardinali la relatione dello stato in cui si ritrova la Religione la quale io feci in voce, e lasciai anco in scritto alPEm.ze loro. Il che aggiongo perchè si sappia da ogn'uno, che resta, e si può produrre quel tanto, che io ho asserito, né temo me se ne possa dar debito dalla Religione perchè ho procurato (salva sempre l'honorevolezza di lei) di sodisfare all'obbligo di fedeltà ch'avevo, d'esser verace avanti un così santo e supremo Tribunale etc.
Silvestro Pietra Santa Visitatore Apostolico ».
Io lettor mio non penso di stendermi molto in dire il contenuto della Relatione data dal R.mo P. Visitatore ahi detti Em.mi perché sono assai longhe, ne io posso così a memoria ricordarmene, per essere più anni che le lasciai con le altre scritture sopra più volte da me accennate. Erano scritte e sottoscritte di propria mano del P. Visitatore et eran due, e li propri originali il primo era come il fatto, che vogliam dire semplice naratione; l'altro era come una scrittura in jure, o vogliam dire amplificatione del fatto ambidue molto politiche. Io spero e tengo che non le haveranno brugiate, perchè se ciò fosse Vae, vae animabus eorum, imperochè in quelli benissimo comparisce la santità del N.V.P. Fondatore Generale, e la perfetione religiosa di tutta la nostra povera Religione.
Vi era ancora tutto il processo formato in Roma dal P. Visitatore Apostolico Giesuita. Oh danno irreparabile se l'havessero ab-brugiate! Non lo so, non lo credo. Ma vae, vae nobis si hoc esset.
Nel fatto o sia relatione vi era che un de' nostri andò in camera del N.V.P. Fondatore Generale lamentandosi con molta vehemenza che uno lo perseguitava, dicendo che se S.P. non vi rimediava haveria fatto da se e con le sue mani la vendetta, mostrandoli uno cartello. Tengo che questo fosse il P. Gio. Leonardo di S. Anna, per quanto mi soviene, quale pativa di umore malenconico assai.
In oltre che uno haveva ferito con un temperino un sbirro, mentre il Superiore lo voleva far mettere in prigione, e che scapato da sbirri, ferì anche il Superiore in una mano, che andò per tenirlo. Questo fu il fratello Francesco da Cucino, che poi è morto apostata, s non si potè castigare per esser molto portato da Mons. Altieri Vicegerente, al quale caldamente era stato raccomandato dall'ambasciatore di Savoia.
Vi era anche che essendo stato ordinato da Superiori non so che in virtù di S. Obedienza, con tutto ciò non havevano obedito. E non so che altre cose simili, delle quali si patisce nelle più perfette e bene ordinate Religioni.
Lodava poi con molto affetto la regulare osservanza con che si viveva non solo dal N.V.P. Fondatore Generale, ma da molti e molti ancora che eran veri Religiosi et osservanti.
Nell'altra scrittura in jure, poi andava facendo diversi contrapunti al fatto, de' quali hora non mi ricordo, se non che: essendovi tanta bontà e nel Capo, et in molte Membra non vi conosco occasione di doverla distruggere, ma si potrebbe (quando paresse alle E.E. V.V.) ridurla in Congregatione come era al tempo di Clemente 8, nel quale faceva sì gran profitto. Tanto pia che il medesimo Fondatore mi ha detto che esso non haveva pensiero di fare Religione, ma solo di aiutare li poveri con l'Istituto delle Scuole Pie (non sogionse il P. Visitatore) che Iddio haveva fatto il resto, né conobbe, che queste parole del N.V.P. Fondatore Generale, era un atto di perfetta humiltà, e che sarebbe stata una gran superbia chi havesse pensiero di poter fare una cosa sì gloriosa, come fondare una Religione.
E pure il P. Ribadinera, che era huomo di virtù, conobbe nel suo santo P. Ignatio Fondatore della Compagnia di Giesù, essere stata una umiltà grande un sentimento simile che hebbe nel principio della sua Compagnia, e nella sua vita ne lo lodava molto sopra. questo particolare. Et il N. P. Pietra Santa Giesuita da un atto virtuoso di profonda humiltà uscito dal basso sentimento, che haveva di se quell'anima santa del N.V.P. Gioseppe Fondatore e Generale, ne cava conseguenza: donque si deve distrugere la Religione de Chierici Regulari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, e porla in stato secolare come nel tempo di Clemente 8 perchè il suo Fondatore non haveva pensiero di far Religione, ma solo aiutare li poveri con l'Istituto delle Scuole Pie. O passione, o politica.
Lettore conclude tu qual fosse l'animo di questo P. Giesuita di habito, e non di costumi, perché io mi moro di dolore.