BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro2/Cap01

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Cap. Primo Cose occorse nella casa di San Pantaleo doppo la morte del P. Mario

Dilettissimo lettore e mio in Xpo fratello con la morte del P. Mario di San Francesco pervenuta da una sì grande infermità di lepra sì crudele si pensava da tutti in Roma, e particolarmente dalli nostri Padri commoranti in S. Pantaleo, che per sicuro dovesse essere restituito nel suo governo il N.V.P. Fondatore Generale, come per tutte le raggioni divine et humane si conveniva.

Ma vedendo per una parte che il P. Stefano degli Angeli si andava introducendo da se stesso nel governo, et come tale haveva anche scritto fuori per la Religione, si diedero ad intendere che il detto P. Stefano volesse scavalcare il N.V.P. Fondatore e Generale dal suo offitio, et introdursi esso nel posto di dove la Maestà Divina haveva levato il P. Mario; et per non essermi trovato in Roma in quel tempo, a fine di non allontanarmi dalla verità, porrò qui per esteso quello che mi fu scritto da uno che vi era presente, e dice irt questo modo:

Hor vedendo li P.P. di Roma, che il P. Mario era morto e poi in quella maniera, quello che tanto infettato haveva la Religione, e presentendo che haveva lasciato come per ultima volontà in mano del P. Pietrasanta, e di Mons. Assessore il P. Stefano per suo successore, anzi havendo chiaramente veduto che nell'ultimi giorni di Mario, il P. Stefano era andato sempre a torno per stabilirsi nel governo, e dicendosi apertamente che sarebbe stato dichiarato Vicario Generale, e prevedendo li Padri dalla vita e dall'andamenti di Stefano, e molto più sapendo, che quanto il P. Mario haveva fatto, l'haveva fatto per consiglio di esso Stefano, probabilmente dubitarono, che dal suo governo sarebbe sortito qualche grave ruina alla nostra Religione.

Fecero chiamare il R.mo P. Visitatore Giesuita, e venuto in nostra casa di S. Pantaleo li dissero chiaramente, che non solo essi tutti non volevano in modo alcuno il P. Stefano degli Angeli per Vicario Generale, ma ne meno per Ministro della casa o sia Rettore.

Il R.mo P. Visitatore Giesuita vedendo tanto alterati (con giu-stitia però) gli animi de' Padri disse, et l'affermò più volte, che il P. Stefano degli Angeli non sarebbe stato mai Vicario Generale; che non vi era mai stato pensiero di darli tal titolo (come se fossimo stati attaccati a quel nome, e non all'effetti del governo). Soggionse il R.mo P. Visitatore Giesuita che se pure il P. Stefano fosse stato Superiore in luogo del P. Mario, ciò sarebbe stato per pochissimo tempo, aggiungendo poi queste precise parole: Non dico per pochi mesi, ma per poche settimane.

Et essendo stato questo nella metà del mese di novembre, disse di più, che prima di Natale senza altri si sarebbono accomodate le cose nostre, e rimesso, come noi desideravamo, nel suo luogo il Nostro Fondatore.

Ci acquietassimo con queste promese se bene con qualche dif-ficultà.

Tanto mi scrissero da Roma stando io in Napoli. Dove pure il medesimo R.mo P. Visitatore Giesuita scrisse una lettera del medesimo tenore, con la medesima proposta di volere che per le feste di Natale havessimo nel suo posto il N.V.P. Fondatore e Generale.

Furono però tutte queste parole artificiose, e politiche, perchè dagli effetti si vidde che la lingua non corrispondeva al cuore.

Queste cose tutte si potrebbero verificare con le lettere missive mandate da lui alle nostre Provincie e case se non fossero state bru-giate come altre molte dal 1659 in qua. Essendo che in Napoli, e nelle altre parti, si determinò di non volere conoscere niun altro Superiore Maggiore, dopo il Sommo Pontefice e le sue sacre Congre-gationi, che il N.V.P. Fondatore Generale et in effetto al P. Stefano degli Angeli non le si dava altro titolo che di Procuratore Generale.

Notas