CaputiNotizie02/Indicolo o Tavola brevissima
Indicolo o Tavola brevissima
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Avvertasi che P. significa Padre, F. fratello, o frate, D. Don, N. numero.
Abbate Gio Leone Speditioniero in Roma habitante di rimpetto alla chiesa di Monserrato, defrauda il F. Eleuterio già compagno del P. Fundatore, n. 242. promette al P. Gian Carlo di S. Barbara di far rivocare il Breve d'Innocenzo X destruttivo della Relig.e delle Scuole Pie per 2 mila scudi, il che non solamente non crede il P. Fundatore, ma dice che colui è un falsario come finalmente si fa manifesto, benché non fusse ascoltato da suoi per desiderio di levarsi da infinite miserie, che quel Breve cagionò alla Religione, n. 244 e 245. Promette al P. Angelo di S. Domenico di farli havere dilatione di potere conferire 2 benefitii della Casa di Chieti, et anco fu falso, n. 249. Grida col P. Gian Carlo per truffarli 60 docati, n. 257. F. Eleuterio per haver i suoi 80 docati li fa fare l'essecutione, n. 261. Fatto priggione per cause civili e criminali, se ne muore miseramente in Palermo, ivi.
Alessandro Papa VII leva e toglie con un suo Breve la iurisditione alli Vescovi, et Ordinarii sopra le Scuole Pie, n. 426. Per mezzo del Bernini drizza la catedra di S.Pietro, sostentata da 4 dottori, due greci e due latini, n. 576.
F. Angelo della Croce Lucchese, Apostata molto tempo per non volere ubbedire al P. Mario e P. Stefano, si ordina sacerdote a Frascati per arte e mezzo del P. Giacomo Cipolletta, ma prima di dire la Messa muore, n. 319.
F. Antonio della Concettione Napoletano detto del Dente, molto inquieto fratello, molesta li Padri Gio:Domenico della Reina degl'Angioli Cosentino, e Carlo di S. Maria; n. 13. Va a dire e manifestare al Cardinale Filomarino alcune cose, n. 14. è accusato a dº Cardle, come perturbatore e inquieto dal dº P. Carlo, e P. Gio:Domenico, n. 60 è carcerato per ordine del Cardle da D. Luigi di Gennaro Fiscale, n. 62. A prieghi di sua sorella habitante alla Carità il P. Cirillo Acutillo Maestro Carmelitano procura scarcerarlo dal Arcivescovado, e farlo portare alle carceri della Duchesca, n, 70 è portato alla casa di Posilipo dal P. Gian Carlo di S. Barbara, visita dª sua sorella alla Carità, n. 72. Machina contro il Superiore di dª Casa P. Marco, n.74 ISi fa in Frascati ordinare chierico e poi sacerdote per arte del P. Giacomo di Giesù, di Frascati, detto il P. Cipolletta, n. 315.
Breve di Clemente Papa IX dell’anno 1669, 23 di ottobre, che reintegra la Religione delle Scuole, destrutta per il Breve d’Innocenzo X, uscito 16 di Marzo 1646, n.645
P. Camillo di S. Girolamo fatto Rettore del Collº Nazareno, levato il P. Stefano degl'Angioli da Monsignor Ghislerio. per conseglio del P. Fundatore, procura, che il dº P. Stefano si pacifica col dº P. Fundatore e col Paroco D. Stefano Baldi, n. 436.
Campie. Casa di Campi habitata da dieci sacerdoti, alla nuova del Breve d’lnnocenzo X resta abbandonata, e cinque sacerdoti de' migliori pigliano il Breve, e si spogliano, n. 192. Resta detta Casa ultimamente con un solo sacerdote, e tre fratelli solamente, n. 201. La Marchesana del luogo, moglie dell'Enriquez, che’l diede alla Religione delle Scuole Pie, l'anno 1650 procura che detta Casa sia data alli Scalzi Agostiniani e miracolosamente ciò non hebbe effetto, n. 203 e seqq.
Case di Napoli, Duchesca e Porta Reale, l'anno 1646 avanti il Breve d'Innocenzo X si ritrovano in grandissima quiete, ma doppo il Breve in gran tumulti, n. 5. essendoli mandato il Breve dal P. Carlo di S. Maria Leccese, essendo gli Padri e fratelli al numero più di cento, si turbano per alcuni inosservanti, n. 6. Sono rubbate dalla Casa della Duchesca molte cose, e non si sa da chi, n. 57. Turbulento stato di quelle case l'anno 1647, n. 191. A tempo delle rivoluzioni di questo Regno, non ostante grandissima carestia, non si patisce molto da Padri, n. 218. al tempo della peste del 1656 restano quasi senza habitatori, essendo alla casa di Porta Reale restati due solamente, il P. Giuseppe della Concetione di Castello Volturno, et il P. Ambrosio Napoletano: et alla Duchesca restano 4 e tra questi il P. Gian Luca della. B. Vergine, n. 238.
Castellani, cioè Mons. Gio:Andrea Castellani, Prelato dell'una e dell'altra Signatura, Canonico di S. Pietro, nepote di Bernardino Castellani, medico di Paolo V e fratello uterino di Gio:Maria Castellani, medico primario di Roma, fonda in Carcare alli confini del Piemonte e Monferrato sua patria, un convento alle Scuole Pie, e vi va di persona il medesimo P. Fundatore, n. 481. Fa testamento con disgusto di dº Gio:Maria, non lasciandolo herede, mà un suo nepote di Carcare, e molti legati pii, n. 487. il testamento fù scritto di mano del P.Francesco della Nunziata Perugino Confessore di dº Monsignor, Padre delle Scuole Pie n.489 è tradito da dº suo fratello uterino, e serrato in camera con una frode ordita da Girolamo Scaglia Computista n.494 è visitato dal P.Generale delle Scuole Pie n.510 e dal cardinal Pallotta n.519 e da duoi Prelati Celsi e Donaretti Francesi da parte di Sua Santità, e lo ritrovano forsennato n.521 essendo mentecatto revoca il testamento e fà donatione alla Madonna di Loreto ad intuito del Cardle Pallotta per frode di dº Girolº Scaglia, e Gio:Maria Castellani n.525, va a vedere contro il suo costume la processione della Madonna di Loreto fatta in Roma dal Cardle Pallotta in carrozza assieme con Gio:Maria Castellani e Girolº Scaglia etc. n.530, muore a 10 di Gennaro 1647, sepolto alla Chiesa della Madonna di Loreto di Roma della Nazione Marcheggiana, ivi. lite grandissima per cagione del suo testamento, ivi e n.segg.
P. Cirillo Cutillo Maestro Carmelitano fà liberare fratello Antonio della Concettione dalle carceri Arcivescovali di Napoli n.69, procura che siano mandati via tutti i Padri forastieri dalle case delle Scuole Pie di Napoli n.87 e ciò fù l’anno 1646 a 27 ottobre, n. 89 etc. e n.95
P. Domenic'Antonio venuto a Napoli da Roma, chiamato da Padri Napolitani n. 46, si spoglia l'habito delle Scuole Pie, si chiamava Domenico Antonio di Giesù Maria Napolitano et era musico, eccellente n.192 Fatto Maestro degli Orfanelli del Loreto tra breve muore ivi.
- P. Donato Napolitano, viene assieme col P.Domenico Antº da Roma a Napoli chiamato da PP. Napoletani, n.70, vedendo il mal modo usato contro ai Padri forastieri, vuole partire da Napoli n.89. Va da sua madre col P.Gian:Carlo di Santa Barbara, e poi parte da Napoli n. 97. informa i Padri di Roma de’ mali portamenti di quei di Napoli, n. 149.
F.Eleuterio, vedi Heleuterio
- Farnese, o Monsig.r . Farnese Segretario, molto humano e cortese, favorisce i Padri delle Scuole Pie e scrive al Cardle Filomarino in Napoli che scarceri tre Padri da esso posti in priggione per haver ripigliati alcuni Novitii n 231. Ne parla col Papa, acciò il Filomarino testardo e poco humano ubbidisca .232
- Formo Città della Marca d’Ancona per mezzo del Cardle Azolino domanda le Scuole Pie, e vi va il P.Alessio della Concett.e Anconitano, Assistente gnale l’anno 1669 n.643. Non hav’effetto il trattato.
Filomarino, cioè Ascanio Filomarino, Cardinale di Napoli, fa fare il nuovo Supe.re alla Casa della Duchesca il P. Marco dell'Ascensione, Religioso di buon nome, n. 55. ordina che tutti li Padri forastieri delle Scuole Pie eschino dalle Case di Napoli, n.89 a petitione del Conte Francº Ottonelli, residente del Duca di Modena in Napoli promette di mitigare il suo comandamento, n. 95. Fa mettere in carcere il P.Marco dell'Ascensione, il P. Gio:Francº di Gesù Napolitano ed il P. Francº di S. Catarina della Cava per haver pigliati alcuni novizzi, n. 218. facendo a suo capriccio, non guarda né a lettere, né a decreti delle Sagre Congregationi, n. 231. Huomo aspro e crudo, fa una grave reprensione al P. Gian:Luca della B. Vergine Nap.no e poi scarcera i tre Padri stati in priggione tre mesi, n. 233 e seqq. ordina che li PP. delle Scuole Pie mai più ricevino novizzi, benché Mons. Farnese, Albici e la S. Congreg.ne havessero scritto, che li Padri delle Scuole Pie potevano ciò fare, ma senza professione, n. 235. Fa alcune regole a detti PP. affatto irregolari e irragionevoli, ivi.
F. Egidio di Marigliano Ministro Osservante (de quo prima parte) induce il P. Gian Carlo a scrivere alcune cose della sua Religione, n. 648 ed ultº della 2.
P. Francº di S. Carlo della città d'Oria, Superiore di Campi, molto patisce da Monsignor Pappacoda Vescovo di Lecce, n. 412. e ciò fu l'anno 1653 a 5 di luglio, ivi. è posto carcerato n.417 .Scrive al Cardinale Ginetti in Roma li maltrattamenti fattili da dº Vescovo, et è consolato da quel santo cardle n.421, è liberato di carcere e restituitali la Messa da dº Pappacoda n.424 che lo va a visitare a Campi, e si offerisce a suoi serviggi n.426
P. Francº di S. Caterina della Cava, veste da Tertiario il Sig. Gio Bta di Palma Procur.e . n. 118. è fatto Superiore della casa della Duchesca dal Card. Filomarino, essendo stato chiamato dalla casa di Bìsignano, n. 118, è fatto carcerare dal dº Cardinale con 2 altri Padri l'anno 1651 contro raggione, n. 219. Procura che da Roma ritorna in Napoli il P. Michele del Rosario di Somma, al prìncº del 1656, e muore poco doppo con gran carità servendo all’appestati in Napoli ìn dº anno, n. 236 e seqq.
P. Francº della Concett.e Anconitano, che faceva lodevolmente la prima scuola alla Duchesca, parte da Napoli dopo che l'Arcivº pigliò possesso delle case di Napoli, n. 19.
P. Francº della Nunziata Perugino, non vuol dire la Messa per l'anima del P. Silvestro Pietrasanta Gíesuíta morto 6 di maggio 1647 e perché? n. 375. Confessore di Monsig. Andrea Castellani, racconta al P. Gian:Carlo andato in Roma tutta la serie de guai di dº Castellanì per cagione d'un testamento fatto da esso di valore di 200 mila scudi, dal n. 484.
P. Francº di Tutti i Santi di Squinzano o Campi, vicino a Lecce, scacciato da Napoli, n. 150. se ne va a Campi, et è di nuovo chiamato in Napoli per la necessità che si haveva de' Maestri, fu fatto Superiore e morì di peste l'anno 1656 in Posilipo, ivi e num.. 192 e 238.
Sig. Fulvio di Falco Casciero maggior della Nunziata, solito a vedere la prima Messa alla Casa della Duchesca delle Scuole Pie, dice al P. Gian:Carlo che un Gesuita haveva narrato al Banco, che la Chiesa di dette scuole sarebbe stalla dei Gesuiti, e ciò fu dopo il Breve d'Innocenzo X l'anno 1646, n. 24.
F.Heleuterio o Eleuterio che fù compagno del P.V.Fundatore, muore di luglio in S.Pantaleo 1671, n.4 e con gran opinione di santità, ivi, era di Zullino d’Otranto, et alla Relig.e si diceva frello Eleuterio della Madre di Dio; è dato dal dº Fundatore per compagno al P.Gio:Carlo di S.Barbara in Roma l’anno 1647 15 di Gennaro, non vuole farsi sacerdote benche persuaso a ciò dal P.Giacomo di Giesù di Frascati dº il P.Cipolletta, n.320
P.Honofrio, vedi Onofrio
P. Gabriello della Nunziata Genovese Superiore della Casa di Savona (de quo pª parte) dichiarato diffidente dal P. Stefano degl'Angioli al Vícegerente Vittrice, n. 262.
P. Giacomo di Gesù di Frascati, dº Giacomo Cipolletta, doppo il Breve del 46 commorando alla casa di Frascati fa molti fratelli laici ordinare per Chierici e Sacerdotì, n. 314. avisato per ordine del P. Fundatore, ed altri Padri a non fare tali cose, parte da Frascati, e va a Pisa, dove facendo ordinar altri laici, costoro sono cagione della rovina della casa di Pisa delle Scuole Pie, e dº P. Giacomo muore l'anno 1654.
P. Gian Carlo di S. Barbara (de quo multa in primo disc.) va dal P. D. Ruberto de Rubertis persona dotta e santa, e colui li da speranza che l'Istituto delle Scuole Pie non era per perire, n. 10. Va a S. Maria degl'Angioli de Reformati Francescani in Napoli a ritrovare fra Matteo di Marigliano laico di gran bontà, raccomandando alle di lui orazioni la Religione e li da buona speranza similmente, n. 9. è fatto sagristano della Chiesa della Duchesca, n. 24. Riprende un Padre Giesuita che dopo il Breve del 46 haveva sparlato delle Scuole Pie, n. 28. Negotia col P. Glicerio della Natività per pigliare alla Religione la casa o chiesa di S. Biaso alli librari per le scuole nell'anno 45 e ritrova molti impedimenti, n. 33. Procura assieme col P. Vincºdella Concettione che non si rubbano le cose della casa della Duchesca e ne viene odiato, n. 56. maltrattato dal P. Marco Superiore della Duchesca, appella al Card. Filomarino, n.100, è cacciato dalla Casa della Duchesca, dove era stato 7 anni, n. 103. Vuol consegnare le fedi di credito della Casa di Posilipo di un lascìto di doc. 500, n. 105. Da conti della sua procura avanti che parta da Napoli per Roma l'anno 46, 4 di novembre, n.114. Viaggia col frello Stefano di S. Francº da Campie per mare a Roma con grandissimi stenti n.119. Doppo 24 giorni di stentato viaggio giunge a Roma, n.131. È ammesso alla casa di S.Pantaleo con voti segreti etiam de frelli, ivi. procura di far ordinare 2 chierici per sacerdoti, n. 166, fa che sia pigliato carcerato il P.Glicerio di S.Carlo della Città di Chieti, che havendo rubbati molti danari, ritrovandosi Superiore nella casa di Stranisniz in Boemia, e poi si era spogliato; et in Roma faceva il grande, n.180. Monsig. Innico Caraccioli chierico di Camera, e quest'anno 73 Arcivescovo Cardle di Napoli lo ringratia d’haver fatto scarcerare dº P.Glicerio, chiamato D.Carlo Mazzara suo Segretario per il furto fatto in Germania, n. 189, Procura che resti in Roma il P.Michele del Rosario di Somma, n. 224. Fa che quelli che havevano Brevi per uscire dalla religione o eschino o rinunzino detti ßrevi, n.302. Procura ricuperare il cuore del P.Abbate Glicerio Landriani ed il processo per la sua Beatificazione dal P.Nicolò Mª Gavotti, n. 303. ancora d'havere le scritture della Religione che teneva il P. Stefano Cherubino degl'Angioli, moriente a 10 gennaro 48, n. 461. Ritrova in dette scritture due manoscritti del P.Silvestro Pietrasanta, un'encomiastico delle Scuole Pie, e l'altro vituperativo di quelle, n. 476. Fa citare la Compagnia dello Loreto per conto del legato di Mons. Castellani contro il Card. Pallotta, n. 558. È creduto essere di Piscina, essendo d'Oria città in Puglia n. 564 e seqq. finisce la seconda parte del discorso o Relatione de travagli della sua Religione per sin’al Breve di Clemente 9 e parte da Roma per Napoli il 6 di Giugno 1671: e perfettiona questa seconda parte l'ultimo dicembre 1672 e nell'ultimi due numeri fa honorata e grata memoria del P. F. Egidio di Marigliano che fu buona caggione a pigliar la penna e scrivere alcuna cosa della sua Religione e specialmente del Ven. e Santo Fundatore, al quale benché mai da esso conosciuto, per occulta et incognita inclinatione dº P. Egidio Minore Osservante ha sempre havuto grandissimo affetto, e devotione, n. 647 e 648.
P. Gian Luca della B. Vergine Napolitano è ribussato dal Card. Filomarino, essendo Provinciale della Provincia del Regno l'anno 1651, n. 234. Si disgusta col P. Marco dell’Ascensione, n. 239. Fatto di nuovo Provle, essendo l'anno 1656 la peste in Napoli ritrova molte limosine, n. 240. muore il 6 luglio 1663 e li succede nel Provincialato il P.Onofrio del Ss.mo Sagram.to, ivi.
Giesuita maldicente delle Scuole Pie dopo il Breve del 46, n. 24 viene aspramente castigato dal P. Vincº Carrafa ProvIe della Compagnia nel Regno, n. 32. è cacciato da dª Compagnia in pena del suo peccato e si fa Prete secolare, ivi.
Ginetti, cioè Marzio Ginetti CardIe, humanissimo e cortesissimo fa molte gratie alli Padri delle Scuole Pie, quando erano più travagliati, e fa restar in Roma a S.Pantaleo il P. Michele del Rosario di Somma, n. 224. Scrive al Cardle Filomarino Arcivescovo di Napoli che scarceri i tre Padri delle Scuole, per haver pigliati novizi senza sua licenza, mentre ciò non era contro il Breve del 46, n. 230. Questo Card.le Filomarino haveva poco dell'umano, et era tutto contrario al CardIe Ginetti con Religiosi ivi. Ordina che il P. Stefano degl'Angioli che stava al Collº Nazareno e teneva le chiavi dell'Archivio di S. Pantaleo, e non volendole restituire, fa scassare dº Archivio dal suo Auditor Luigi di Gratia, n. 299. Singolar fautore delle Scuole, fa sopprimere le Costitutioni fatte dalla S. Congregatione contro di quelle, n. 390. si mostra cortese col P. Gian Carlo di S. Barbara per ogni bisogno della sua Religione, n.583
Gio Bta Palma amico del P. Gian Carlo di S. Barbara in Napoli, n. 114. Sente male la partenza di questo dalla Casa della Duchesca, n. 115. Prende l'habito di Tertiario delle Scuole, per haver consultato un tale a lasciar dº habito, e fece mal fine, n. 117. Era stato Mastro d’arti della S.R.C. ivi.Va, coll'habito ricevuto dalle mani del P. Francº di S. Caterina della Cava a Ravello, e Scala, per non poter vedere l'attioni d'alcuni, n. 118. Torna alla casa della Duchesca, essendo Superiore dº P. Francº e muore l'anno 1654 lasciando mille docati per la fabrica di questa casa et altri lasciti pii, ivi e n. 119.
- D. Gio:Gìacomo Rosello fattosi delle Scuole Pie si chiamò P. Angelo della Concettione, e spogliatosi muove lite a detti Padri con gran loro sconcio, n. 546. Questi arrollatosi alla Congregatione del 3 Ordine dentro la chiesa di S. Maria Nuova di Napoli Francescana Osservanti fra 9 mesi muore a 8 Xbre 1672, e fa notabile danno a detta Congregatione. Era stato prima ammogliato con una vedova, e poi si fece sacerdote, n. 547. Era stato procuratore della casa della Duchesca, n. 548.
F. Gio Bta di S. Andrea detto il Moro (de quo multa in pª parte) è mandato a Campie nella Provincia di Lecce per la sua arroganzia dal medemo Fundatore, n. 138 e 139.
P. Gio:Dom.co della Reina degl'Angioli Cosentino di famiglia alla casa di Porta Reale in Napoli, n. 13.vi è cacciato da Padri Napoletani, n. 150.
- P. Giov. Francº di Gesù (de quo aliqua sunt dicta in altera parte) fatta la pace nel Regno.di Napoli l'anno 1648 è fatto Superiore alla Casa della Duchesca, e procura metterla in buona forma ma con difficoltà, n. 218. Per haver ricevuto alcuni novizzi senza licenza dell'Arcivº di Napoli è carcerato assieme col P. Marco di Campagna e P. Francº della Cava l'anno 1651. In dette carceri compone un libretto, dº i Sagri Trofei di detti e fatti memorabili de' Fanciulli, et è scarcerato dopo tre mesi, n. 234. Detto libro si stampa doppo sua morte in Roma l'anno 1660 per Francº Cavallo, è dedicato al P. Camillo di S. Gerolamo, buomo dottissimo e Gnale delle Scuole, n. 234, et 235. Fuggendo la peste, va alla Casa di Posilipo, et ivi muore l'anno 1656, n. 238
- D.Gio. Leone vedi Abbate Gio. Leone
Sig. Gio:Maria Castellani medico principale di Roma fa mutare il testamento a Mons.Gio:Andrea Castellani suo fratello uterino, n. 524. Carcerato però assieme con Girolamo Scaccia machinatore pessimo, n. 534. Scarcerato per agiuto datoli dal Cardle Pallotta nel conclave dopo la morte d'Innocenzo X, n. 541. doppo dieci anni di carceri, ivi et n. seqq. n. 636.
P.Glicerio di S. Carlo della città di Chieti in Abruzzo, Superiore della casa di Straznisniz in Boemia, rubba una gran quantità di danari e gioie ad un Parroco, e spogliatosi l'habito, se ne ritorna in Italia con grand.mo scandalo di quei ultramontani, n. 167. Giunge a Roma e si fa chiamare D. Carlo Mazzara, n. 172. è fatto Canonico di Chieti sua Patria per mezzo di Mons. Caraccioli, hora CardIe Arcivº di Napoli, n. 173. di maggio 1647, da Chieti ritorna in Roma, n. 174. Ivi è carcerato per il furto fatto in Boemia, n. 181. Ad instanza di Mons. Caraccioli e prieghi di Mons.ri Imperiale e Lomellini è scarcerato, e ritornato a Chieti sua Patria, vi muore di peste l'anno 1656, n. 190.
P. Glicerio della Natività di Frascati (de quo pª parte) essendo Visitatore in Napoli il fine de 45 e princº del 46 avanti il Breve d'Innoc. X procura pigliar nuova casa a S. Biasi de librari di Napoli, n. 34.
D. Giuseppe Chiarillo fatto Religioso delle Scuole, detto P. Tommaso di S. Dom.co scacciato per incorrigibile dalla Religione l'anno 1642, n. 82. Tenta ritornare alla Religione l'anno 1646 e non è ricevuto, n. 84. Maltratta i Padri delle Scuole nella Corte Arcivescovile e viene ripreso dal Mastro d’atti n.86, pretendendo essere vescovo, muore di mala morte, ivi.
P.Giuseppe Fundatore della Religione delle Scuole Pie (de quo multa dicta sunt in pª parte) sente con amarezza le dissensioni delle case di Napoli dopo il Breve del 46 n. 21. Riceve con grand'amore il P. Gìan Carlo a Roma, e vi chiama da Napoli il P. Vincº della Concezione Savonese, n. 133. Racconta varii infelici avvenimenti d'alcuni suoi figli, che lasciarno la Religione e si ferno Preti secolari, n.135.Visita et è visitato dal Vicegerente di Roma più volte il 1647, n. 158. Narra a Mons.Caracciolo Chierico di Camera, hora Arcº Cardle di Napoli il gran fallo commesso dal P. Glicerio dì S. Carlo di Chieti d'haver rubbato i danari in Boemia, n.181. Dopo fatta orazione predice che li suoi Padri sarebbero ingannati dall'Abbate Gio:Leone speditionero come successe, n. 245. Profetiza o predice, che il P. Stefano degl’Angioli non darebbe li conti dell'amministratione della Casa di S. Pantaleo, benché havesse con lui e paresse dì ciò voler fare, e pure fu come il Ven. Padre preconizzò, n. 264,et n. 272. Patientissimo con chi li faceva male, n. 313. Vuole far celebrare gli uffici e Messe al P. Silvestro Pietra Santa Giesuita, morto 6 di maggio 1647, benché colui l’havesse infinitamente mortificato con destruggerli la Religione, n. 376. Un P. Giesuita dice che dº Padre sarebbe santo, come S. Ignazio Loiola, n. 379. Miracolosamente ritrova doc.ti 50, che fa dare al Signor Gio Manelfi, n. 409. Dice che esso era stato semplice strumento della fundatione della Religione, n. 450. Visita il P. Stefano ammalato al Collº Nazareno, n. 451. L'essorta alla cura dell'anima, dicendoli l'infirmità essere mortale, benché non paresse tale, n. 452 e seqq (de hoc sancto Patre per totum discursum semper aliqua narrantur).
P.Giuseppe di Gesù di Casoria litiga col P. Giuseppe di S. Giacinto o Gioachimo per haver copiato l'editto affisso alla porta dall'Arcº CardIe Nap.no e vi seguono tumulti, n.98 Si spoglia l'anno 47, n. 192.
P.Giuseppe Valuta, dº di S. Tomaso d'Aquino esce dalla Religione l'anno 1647, e subito pentendosi ne procura di nuovo esser ricevuto, e ciò non succede per varii accidenti, n. 213.
P. Giuseppe della Visitatione hora Gnale della Religione quest'anno 1673, dice al P.Fundatore, che non pare bene cantare gli uffici e Messa al P. Silvestro Pietra Santa Giesuita morto a 6 di maggio, 1647, che haveva destrutta la Religione che sarebbe una fintione, n. 375.
Gregorio Piccerillo, Vicario Grale dell'Arcevescovado di Napoli, huomo crudo e aspro, molto si rallegra che le Case delle Scuole Pie di Napoli siano soggette all'Ordinario, n. 98. Alli 10 di maggio 1646 va alla casa della Duchesca, senza saputa del Superiore, e dei Padri principali, ma per inganno d'alcuni iniqui e scellerati, n. 15, comanda che si legga il Breve con disgusto de' Padri, n. 18.
Honofrio vedi Onofrio
Heleuterio o Eleuterio, vide ante G che ivi è stato posto per inavertenza.
Leonora Imperatrice scrive una lettera a Papa Innocº X a favore delle Scuole Pie 15 di Marzo 1647, n. 391. Detta lettera è presentata al Papa dal Signor Domenico Roncaglia, Residente del Re di Polonia in Roma, n. 392. detta lettera non fa effetto alcuno, n. 393.
P. Marco dell'Ascensíone di Campagna Superiore alla Duchesca l'anno 1646 è accusato d’alcune bagatelle al Cardle Arcivº di Napoli, n. 74. resta attonito sentendosi chiamare al S. Uffº, n. 77. Porta un quadro miracoloso della B. Vergine al dº S. Uffº e si quieta ogni cosa, n. 78. è chiamato dall'Arcivº e l'informa male l'anno 1646 ultº d'ottobre, n. 96 e seqq. Piglia il breve, ma non il mette in esecuzione a persuasione del P. Michele del Rosario di Somma, n. 191. Muore servendo all'appestati in Napoli il 1656, n. 237. Haveva servito alle Monache di S. Maria Egiziaca di Napoli, n. 239.
Manelfi, cioè Gio Manelfì medico di Roma dà doc.ti 250 a censo alla Casa d'Ancona delle Scuole Pie a tempo che governava la Religione il P. Fundatore e governando il P. Stefano ne riceve 200, restando l'anno 1647, 10 di luglio creditore di 50 e non li puo recuperare, laonde ne fa rumore, n. 395. Il P. Fundatore, benché al P. Stefano l'havessi fatto dare tutti, 250, pure di nuovo procura darli detti 50, li quali miraculosamente ritrova, n. 399 e seqq.
Fr.Matteo di Marigliano Franc.no Osservante Riformato, laico di gran bontà e nome dice al P.Gio:Carlo di Santa Barbara, che le Scuole Pie non perirebbero doppo il Breve del 46, n.9
Marchese Malvezzi a 15 d'aprile 1647 manda a S. Pantaleo una citatione di docati 800 colli frutti d'una compagnia d'Offº quali haveva presi M.Simon Broggi per la fabrica di S. Pantaleo, n. 281. Sentendo, essersili fatto decreto contro, dà nelle furie, n. 287. Va dal Papa, che lo consola, e li dice che tratti d'accordar, mentre Bernardino Rovinaglia era Avvocato dei Padri, ritrovato dal P. Gna.le costui quasi tutte le cause da se defese vinceva, ívi.
P. Michele del Ss. Rosario di Somma è chiamato da Chieti a Napoli per procuratore della Casa della Duchesca, doppo la partenza del P. Gian:Carlo di S.Barbara, et essendo religioso integro comincia a riprendere le cose malfatte, n. 215. Correndo le rivolutioni popolari del Regno, procura tenere in affetto li Religiosi, e ne viene odiato, n. 216. Fa prattica che succeda al Governo del P. Marco di Campagna il P. Francº di S. Caterina della Cava, n. 217. Ritrovandosi a Somma sua patria, è cercato dall'Arcivº Filomarino per carcerarlo cogli altri tre Padri, e lui fugge in Roma, n. 219. Anche ivi inquietato, procurando alcuni domestichi col Cardle Ginetti Superiore delle Scuole di Roma, come Vicario del Papa, scacciarlo da qlla città, n. 220. Dopo lungo litigio vi resta alla casa del Noviziato, n. 224. Sta in Roma sino all'anno 1656 nel princº del qual’anno ritorna a Napoli, n. 236. Fa molti atti d'humiltà per riconciliarsi col P. Nicolò Mª. Gavotto e non l'ottiene, ivi. Viene in Napoli il mese di gennaio 1656 pregato dal P. Francº di S. Catarina Cavaiolo, e servendo con gran carità gli appestati, muore dº anno 1656, 15 di luglio, n. 237.
Naccarella Can.co (de quo pª parte) offerisce dar mille docati per la fabrica delle Scuole Pie nella Chiesa di S.Biasi de librari di Napoli se si pigliava quel luogo l’anno 1646 n.42 ciò non hebbe effetto. ivi
Nicolò M. del Rosario, dº il Gavotto (de quo in altera parte) sempre inquieto, procura che il P. Michele di Somma non sia ricevuto in Roma; essendo colui fuggito da Napoli l'ira dell'Arcevº Cardle Filomarino, n. 220. Non si vuole riconciliare con dº P.Michele, benché ne li domandasse perdono, n. 226. Mette mano al P. Gnale Fundatore, e ne viene agramente rimproverato dal P. Gian:Carlo di S. Barbara, n. 312. Procura con Mons. Assessore far prohibire l'amuleto sagro del P. Pietro della Natività, andato al Cielo, il 17 ottobre 1647, e non l'ottiene, n. 365. Fa una scrittura contro dº Padre, trattandolo ingiustamente da proprietario, n. 478.
P. Onofrio del Ss.mo Sagramento Napoletano l'anno 1646 uscito il Breve d'Innocº. X parte da Norcia per Germania e Polonia ad aiutar la Religione tanto maltrattata, n. 167. Resta mortificato sentendo a Strazniz di Boemia che il P. Glicerio di S. Carlo italiano della città di Chieti, havesse rubbata gran quantità di danari e gioie ad un tal Parroco, n. 170. Ne scrive a Roma al p. Gnale e ne fa scrivere anche al Paroco rubbato contro dº P. Glicerio mariolo, ivi. Succede Provle del regno di Nap. al P.Gian:Luca della B. Vergine l'anno 1663, n. 240.
- Pallotta, cioè Gio:Bta Pallotta Cardle eletto l’anno 1629,19 di novembre, protettore della Sta. Casa di Loreto, visita Mons. Gio:Andrea Castellani e li fa revocare il testamento 100 mila docati nel quale haveva fatti dìversi legati pii, specialmente alla casa di S.Pantaleo di Roma, n. 519 seqq. Fa una solenne processione a dieci di Xbre in honore della Vergine di Loreto, n. 528. Niega di dare soddisfattione agli Padri di S. Pantaleo, creditori per li legati di Mons. Castellani dicendo che colui haveva revocato il pº testamento, n. 549. Poco amico de' Padri delle Scuole in una causa vertente tra detti Padri e li PP. Silvestrini, n. 553. Loda il P. Fundatore come distaccato dalle cose di questo mondo, non havendo voluto accettare una heredità del Quarciafico di docati 1000 mila, n. 554. Taccia il P. Gian:Carlo di S. Barbara che si havesse posto in berettino in capo, ivi. grida con dº Padre per causa del testamento del Castellani, n.555 dice al P. Camillo di S. Girolamo Gnale, che mandi fuora di Roma dº P.Gian:Carlo, e poi si acquieta, n. 556.
S.Pantaleo, o Casa di S. Pantaleo, citata a dovere pagare alcuni danari da Francº Baldi, Parroco di S. M. Trastiberina di giugno 1647, n. 427. Si crede che fu frode del P. Stefano degl'Angioli, ivi.
P. Paolo Ottonelli, dº della Concett.e uno de' primi Padri delle Scuole Pie, pigliato dal P. Fundatore da Capitano è profetizzato da S. Filippo Neri che doveva esser ecclesiastico, Padre del Conte Francº Ottonelli, residente in Napoli del Duca di Modena l'anno 1646, n. 90. Hebbe tre figlioli tutti Conti Francº, residente in Napoli, Lelio e Gio:Domenico e due figliole, una fundatrice d'un Monastero di S. Chiara, morta con grand'opinione di santità, e l'altra monaca di S. Teresa in Roma, n. 91. Fù uno de' 4 primi Assistenti quando Paolo V fundò la Religione l'anno 1617. Giacomo Bacci della Congreg. dell'Oratorio scrive che S. Filippo profetizzasse di Paolo Ottonelli, n. 92. Fu di Fanano Terra del Duca di Modena, la sua vita fu scritta dal Conte Lelio suo figlio, e si conserva nell'archivio di Roma, dove morì a 18 di febr. 1626, d’età 61, ivi.
P. Pier Franco della Madre di Dio Nap.no Fundatore e Sup. della Casa di Cagliari in Sardegna, viene accusato dal P. Nicolò Mª. Gavotto, d’haver pigliati novizzi contro il Decreto del S. Uffº e ne viene assoluto, come si è dº nella pª parte. Tornando da Roma a Cagliari l'anno 1656 doppo che la Religione cominciava a risorgere, con grand'allegrezza, partito da Nap.i, per la via muore di peste et è gettato in mare, fù Superiore in Palermo, Messina, Napoli e poi fundatore della casa di Cagliari, come si è detto, n. 238.
P. Pietro di S. Agostino di Bari, Superiore della Casa della Duchesca, huomo da bene, che li accadè col Vicº di Napoli Greg.º Piccirillo, n. 16.
Pietro Gallo Segretario di Monsig. Imp.le, rubba gl’argenti del Padrone, ne è posto carcerato, e poi liberato in Gaeta, n.187
Piscina. Per un legato della casa di Piscina fatto dal Sig. Lelio Tomasetti si suscita una lunghissima lite tra li PP. delle Scuole Pie e PP. Silvestrini, essendo procuratore di questi il P. Leonardo Pelagalli e di qlli il P. Gian:Carlo di S. Barbara, 561 e seqq. Doppo molte fatiche si proseguisce la fabrica delle Scuole Pie di Piscina per la prudenza di Mons. Vescovo Pietra, n..630.
Posilipo, o Casa di Posilipo delle Scuole Pie lasciata a Padri da Gio Bernardino Barsea della Terra di Pampara del Piemonte con alcuni legati di maritaggi di zitelle, così di Pampara, come del Monte di Posilipo, n. 543. Pietro Giacone, Parente di dº Gio Bernardino e di Pietro suo fratello, viene l'anno 1650 per riscuotere detti maritaggi non pagati alcuni anni alla Terra di Pampara da Padri di Napoli, ivi. il P.Fundatore da a dº Pietro Giacone alcuni danari e li cede il credito che la Casa di S. Pantaleo doveva havere dal legato di Mons. Castellani, n. 544. Detto Pietro doppo essersi accordato in Roma, muove lite in Napoli ai Padri di fuor Porta Reale, che l’apporta gran danno sin’all 1656 che venne la peste, e cessarono i tribunali, n. 546.
P. Pietro della Natività fundatore della casa dì Napoli fuori Porta Reale, n.5, è ritrovato assorto nella sua cella dal vicegerente Vittrice, al quale fu detto che scriveva de Ss.ma Trinitate, n. 306. Mentre muore li comparve il demonio in forma di ragno, e fattolo ammazzare, che stava sotto il campanello, non li comparve più, n. 355 Essendo morto, il suo corpo esposto in Chiesa di S. Pantaleo a 18 d’ottobre 1647 vi fu grand.mo concorso di popolo, ivi. Libro de meditationi sopra la Passione di Xpo scritto dal P. Pietro è stampato dal P. Vincº della Concettione, n.357 Amuleto contro li spiriti ed infermità, fatto stampare dal P. Gian Carlo di S.Barbara con saputa et assenso del P. Fundatore, e disgusto del P. Nicolò M. Gavotto et altri malevoli, e buono per donne parturienti, n. 358.
P. Silvestro Pietra Santa Giesuita eletto Visitatore delle Scuole Pie (de quo pª parte) a 3 di Maggio giorno della Croce 1647 si tagliò la pietra et a 6 muore, n. 369 dª morte fu repentina, ritrovandosi morto al letto di lunedì, n. 370. fa due manoscritti, uno in favore e l'altro contro l'instituto delle Scuole Pie, n. 388.
P. Stefano degl'Angioli (de quo multa pª parte) procura d'esser ammesso a S. Pantaleo, per via del V.Gerente e ne ha una mala risposta da quello, n. 162 Da un memoriale al V.Gerente Vittrice, che vuol fare i conti della sua amministratione della casa di S. Pantalco con scusa di voler uscire dalla Religione, ivi et n. 262 Non vuol dare né libri, né scritture per tali conti, n. 266. Finge di voler agiutare la Religione depressa per entrare in S. Pantaleo, ma non li riesce, n. 273, e fu di maggio 1647, ivi. Manda un cursore del Card. Ginetti al P. Castiglia acciò sia ricevuto in S. Pantaleo, n. 275. è favorito dal Cardinale Panzirolo, n. 277 è difeso da Car1o Ciancone Norcino Dottore, ch'era stato discepolo de' Padri, n. 279. è affatto escluso da S. Pantaleo, n. 280. Tiene le chiavi dell'archivio di S. Pantaleo, ancor che stasse fuori di dª casa, n. 296. Richiesto dal P. Gian Carlo a dar le chiavi dell'archivio di dª casa in nome del Cardle Ginetti, non le vuole dare, n. 298. Fa ritrovar debiti a detta casa senza ragione, n. 430. Inganna al P. Fundatore di sei scudi, n. 441. Di detti danari fa un convito ad alcuni suoi amici, e volendo andare a mangiare, casca bocconi a terra con chiaro giudizio di Dio contro di esso, n. 442. è visitato dal medico Gio:Mª Castellani il giorno di S. Gio. 27 Xbre 1647 essendo cascato ammalato il giorno 26 di dº mese, dedicato a S. Stefano, di cui indegnamente portava il nome, n. 443. Il male è dentro le viscere, benché di fuori apparisse poca febbre, n. 447. Va da S. Pantaleo al Collº Nazareno a visitarlo il P. Fundatore, n. 449. è essortato da quello alla cura dell'anima, n. 452. Si confessa con il P. Nicolò M. Gavotto, n. 454. è visitato la seconda volta dal P. Fundatore, ivi. Il P. Camillo di S. Girolamo in suo nome cerca perdono a tutti li Padri di S. Pantaleo, che con gran amore li perdonano, mentre per sua causa si era persa la Religione, n. 455. è visitato nel Collº. Nazareno da tutti li PP. di S. Pantaleo per ordine del P. Fundatore, n. 457. Ne ringratia dº P. Fundatore, e tutti gli altri Padri e fratelli, n. 462. Muore a 10 gennaio 1648, n. 467. è aperto il suo cadavero, e si ritrovano le viscere abbruggiate da lepra, peggior di quella del P.Mario, come disse il medico Gio M. Castellani, eccellente in chirurgia n. 470. Il corpo portato dal Collº Nazareno a S. Pantaleo è sepolto sotto il suo confessionario, n.472, il P. Gio:Bta del Carmìne col P. Giorgio ricuperano per ordine del P. Fundatore le scritture di quello e della Religione che teneva, dal Sig. D. Carlo, Segretario di Mons. Albici Assessore del S. Uffº, n. 474.
D.Tiberio Carafa favorevole alle Scuole Pie, n.41, huomo di gran carità, n.48
P.Tomaso Campanella Dom.no insegna le scienze a molti Padri delle Scuole Pie in Roma n. 135.
P.Tomaso della Passione della Terra di Montorio(de quo in pª p.) essorta i Padri dopo il Breve del 1646 a portarsi bene, n. 18. Huomo da bene, e stimato dal P. Vincº Carafa Provle e dei Giesuiti, n. 30. Procura che il P. Gian:Carlo di S.Barbara non parta da Napoli, e poi vi consente e perché?, n. 112.
P.Vincº Carafa Provle de Gesuiti castiga un suo suddito per haver dº male delle Scuole Pie, n. 28. Consola il P. Gian Carlo di S.Barbara afflitto per li guai della sua Religione, n.29, Agiuta i Padri delle Scuole Pie, acciò pigliano la chiesa di S. Biasi alli librari di Napoli, et ivi facciano una lor casa, ma non riesce il negotio nel princº dell'anno 1646, n.47. Risponde con gran charità in Roma essendo Gnale al P. Gian: Carlo e P.Bonaventura della Maddalena di Todi, Superiore di S. Pantaleo di farli aspetare 4 mesi a pagare un debito alla casa di Giesù, n. 51. La gran bontà di questo S.Religioso morendo si fa nota a tutti per li molti processi della sua vita, n. 53.
- P.Vincº della Concett.e (de quo pª parte) Maestro di Novizzi alla Duchesca di Napoli avanti il Breve del 46, n. 6. Procura assieme col P. Gian Carlo di S.Barbara che in Napoli non sia ricevuto il Breve, volendoci l'assenso regio, e ne parla al Reggente Capeceladro, delegato delle Scuole Pie, il quale letto il Breve, molto li compatisce, n.8, Dice a Gregº Peccerillo Vìcº Gnale dell'Arcevº Napo.no che venisse un'altra volta alla Duchesca per ritrovare mezzo, come si possa ìl Breve del 46 buonamente mettere in essequtione, n. 16. Non vuol ricevere il P. Tomaso di S. Domenico Nap.no 4 anni cacciato dalla Religione per incorreggibile, n. 85. È cacciato con gl'altri forestieri da Napoli e va a ritrovare il Conte Francº' Ottonelli Residente del Duca di Modena in Napoli n. 90. È di nuovo cacciato, n. 100. Strapazzato da Padri di Napoli è chiamato a Roma dal P. Fundatore, n. 133. Dopo alcuni mesi parte da Napoli a 10 di febbraro 1647 e va in Roma, n. 151. Ne anco in S. Pantaleo è ricevuto, ostando alcuni malevoli con li fratelli conversi, n. 152. Dal P. Fundatore è posto per chierico alla Sagristia e serve dº Fundatore per segretario, n. 154. è cacciato assieme col P. Santino di S. Leonardo lucchese Superiore della casa di Frascati, e col P. Francº della Corona di Spine, fuor la porta di S. Pantaleo dal fratello Luca di S. Giuseppe cercante della Città di Fiesole, n. 155. Copia alli suoi 4 libri delle cose delle Scuole Pie, le regole irragionevoli et incongrue fatte dall'Arcivº dì Napoli alli Padri delle Scuole, n.235. Procura aiuto alla Religione dallo speditionero Gio Leone, benché il Fundatore dicesse che colui era un furbo ingannatore, come veramente successe, n. 245.
P.Vincº di San Francº Siciliano racconta due cose, quando fu fatto Visit.re Apostolico il P.Silvestro Pietra Santa Gesuita, n. 383. Una fù che un dotto gesuita li disse in Messina, che se il P. Pietra Santa era fatto Visitatore di dette Scuole, ciò sarebbe la loro destruttione, n. 384. La 2ª cosa fù, che un giesuita a Tramunti Provincia del Regno, dicesse alli Parenti del P. Onofrio del SS.mo Sagram.o e del P. Gio:Francº di Giesù, che dª Religione delle Scuole Pie per molte ragionì doveva sopprimersi, e se n’era trattato nel Caplo Gnale de Giesuiti celebrato in Roma l’anno 1646: è vivo oggi e sta di famiglia alle Scuole Pie della Duchesca di Napoli, Maestro della Scuola dell'Abaco, n. 387.
P.Vincº Mª della Passione Savonese, Provle di Napoli mandato avanti il Breve dal P. Stefano degl'Angioli, 1646, n. 6.
Vittríce Vicegerente di Roma, cortesissimo et amicissimo del P. Fundatore delle Scuole.Pie, commette i conti del P. Stefano degli’Angioli al P. Gian:Carlo di S. Barbara et al P.Arcangelo della Madre di Dio Palermitano, e ciò non succede per malitia di dº P. Stefano, n. 262 e seqq. A dieci di Giugno 1647 cita il P. Castiglia a dire le raggioni perché il detto P. Stefano non puo stare di famiglia in S. Pantaleo, pregato dal Cardle Panzirolo, n. 277. Si adopra in favor delle Scuole Pie con Mons. Albici, Assessore del S. Uffº, n. 340. Viene a S. Pantaleo e comanda che i fratelli conversi o laici non entrino nelle Congregationi de' Sacerdoti, non ostante la contradittione del frello Filippo di S. Francº lucchese, n. 394. E ciò fu a ventì di Giugno 1647, ivi (Quello che ciò fece con conversi, non fu Mons. Vittrice, Vicegerente, ma Monsignor Rivaldi, n. 161).
Laus Deo, Immaculatae Virgini et omnibus Sanctis ac Beatis.
Hunc indiculum, magnae erga sanctum Fundatorem, ac Piarum Scholarum primum. inventorem P. Josephum Calasanctium, dictum a Matre Dei, devotionis ergo elaboravit P. Fr. Aegidius a Marilº Ord. Min. de Observ. Lector, Praed.r ac olim dife.r et Secret.us et perfecit 4º Idus Januarii. 1673.