CaputiNotizie04/Indice brevissimo

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Indice brevissimo delle cose più notabili di qsta 4ª Parte delle Croniche delle Scuole Pie, composto per devotione, che porta al Ven. P. Fundatore dal P. Fr. Egidio di Marigliano Minor Oss. A 4 d’Agosto 1673.

Agnus Dei: Gran virtù di quelli in dileguar le nuvole horrende di Savona l’anno 1648, anno di molta afflittione a qlla Città: numº 51

P.Capizucchi Domincano molto amico del P.Fundatore, n.274. è fatto Segret.rio della Congne dell’Indice, n.277. Fatto Maestro del Sagro Palazzo 279. In Francia è stampato un libro da un Pre Gesuita contro i Domin.ni specialm.te contro il Capizucchi, ove è chiamato Cucurbita, ivi responde il dº libro con un altro senza la rivisione d’alcuno, il che causa molti disturbi n.280. Il Papa ordina, che sia carcerato a Santa Maria del Popolo, ove vi lo porta il P.Marino Gnale n.282. è privato del Maestrato del Sagro Palazzo, essendo eletto a quell’officio il P.Giacinto Libello. Ivi, volendosi difendere, piglia per suo Avvocato Carlo Aurilia Nap.no, famoso giurista, che lo conseglia a non vi far altro, n.283. è liberato dalle carceri di S.Maria del Popolo ed è mandato al suo Conv.to della Minerva , e sottomano li è offerto il Vescovato d’Ancona, che rifiuta n.284. Morto Papa Alessandro VII non cura essere integrato a dº ufficio, come poteva, non essendo molto accetto dº P.Libello, n.286. quest’anno 1673 con gran honore li è restituito l’ufficio di Maestro di Sagro Palazzo, essendo stato eletto da Clemente X Vescovo d’Avignone il P.Libello, n.295.

P.Carlo di Sant’Antº di Padova Anconitano si fà delle Scuole Pie circa l’an 1636 con tre altri suoi paesani, n.60, partendosi gli altri tre dalla relig.e a tempo de’ suoi trevagli, egli resta saldo, e non vuole accettare qualsisia ufficio fuori di qlla, n.101, dotissimo et virtuosissimo n.102, vive quest’anno 1673, ivi.

Cosmo Cerani (Vannucci) limosiniero di Papa Innoc.X visita il P.Fundatore alli 20 d’Agosto 1648, e vedendo che moriva, lo prega, ch’anche esso lo seguiti e l’ottiene doppo 8 giorni della morte del P.Fundatore, n.211. Riceve un berettino di dº Padre in luogo d’una sua lucerna, e si contenta, n.212. Baccia con grand.ma riverenza volto, mani, e piedi di dº Fundatore morto con notabile edificatione di molto popolo presente, ivi. Muore doppo 8 giorni, ed è sepolto nella Chiesa di S.Girolamo della Carità a Piazza Farnese, essendo stato limosiniero Pontificio da Paolo V sin ad Innc.X, n.215. nell’inundazione del Tevere del 47 provede abbondantem.te i Padri delle Scuole Pie di S.Pantaleo, n.225.

Cosmo Vannucci limosiniero del Papa, gran amico del P.Fundatore, n.103. l’anno 1648 a 27 di luglio, festa di S.Pantaleo vuol mangiare col P.Fundatore, essendo all’hora di 75 anni, mà robusto, 104. Fù qsta mangiata causa dell’infermità e poi morte di dº Pre, n.107.

Monsignor Crescentio, cioè Alessandro Crescentio, viene dalla Nuntiatura de’ Svizzeri e va a qlla di Savoia,. e piglia per Segret.rio D. Francº Gabriele d’Ancona, ch’era stato sacerd.te delle ScuolePie e si chiamava P.Franc.º della Concett., n.77, è fatto Vescovo di Bitonto nel Regno di Nap.i, n.78 e deputato Giudice della causa della Beatificatione del Ven.Fundatore à tempo di Clemente IX Sommo Pontefice, n.79, è fatto Maestro di Camera del Papa e Patriarca di Alessandria, ivi. Prelato di gran bontà, che tiene il P.Fundatore per santo, ancor vivo, n.80. Zela l’osservanza delle Scuole Pie, che quei Religiosi non vadino calzati, e ne fà richiami col P.Castiglia Sup.e in Roma, il che produce molto profitto, ivi. Da Vescovo d’Ortona a Mare, è fatto Vescovo di Bitonto, dove fa gran utile alli populi, n.82, è fatto Inquisitore di Napoli, e del Regno da Aless.º VII, 83. Il Popolo di Bitonto non vuole che parta, e per 3 giorni tiene le porte della Città serrate, n.84, pregando e scongiurando parte da Bitonto, dando la beneditt.e al Popolo, et ordina al suo Mastro di Casa che dispensi, quanto lascia nel suo Palazzo a poveri, n.85. In Nap. prende il possesso dell’Uffº d’Inquisitore, et è fatto anche Comm.rio Gnle della fabrica di San Pietro, n.86. domanda di rinunciare il Vescovato di Bitonto, o l’ufficii d’Inquisitore e Comm.rio della fabrica, e viene di quello, succedendo fra Tomaso d’Acquaviva Maestro dell’Ord.e di San Dom.co, n.87. Si fà insegnare dal P.Vincº di San Franc.º Pre delle Scuole Pie Abbaco per sapere fare i conti delle cose della fabrica, con molta humiltà, n.88. Amator dell’osservanza Regolare, n.89. Havendo il P.Cosmo di Giesù Maria Gnale delle Scuole Pie fatto per semplicità un grave errore contro l’immunità eccl.ica, l’accomoda e corregge con bellissimo modo, n.90. colle sue proprie mani risarcisce le sue vesti, sparagniando per li poveri, n.94. gode molto, che le Scuole Pie siano reintegrate, n.97. è fatto luogotenente del Cardle Ginetti Vicario in Roma del Papa, n.98. è fatto Maestro di Camera di Papa Clem.te X l’anno 1670. Affettionatissimo delle Scuole Pie, e suo Fundatore, n.99.

Fra Egidio di Marigliano lettor, Predicator e diffinitore de Min.ri Oss.ti, serve Monsignor Crescentio, Inquisitor del Regno di Nap.i nel suo ufficio, n.86.

Don Filippo d’Austria Prencipe Moro cattivato da Cristiani si battezza, n.114, ma poi di nuovo si fà Mahomettano, ivi. Manda i suoi briganti in corso contro i xpiani e fa molta preda, n.124. piglia per se tutte le cose di devotione, ritrovate in una felluca cattiva de xpiani, et con quelle un quadro bellissimo del P.Fundatore, n.125. libera il P.Gio.Batta di S.Andrea Genovese, sacerd.te delle Scuole Pie, e li da un piego per il Cardle Trivulzio, quale a detto Cardle in Roma consegnò il P.Gio:Carlo di Santa Barbara, e dº piego era venuto da Genova, n.134. muore di peste in dª Città di Genova l’anno 56 e si sperge quanto haveva promesso a dº D.Filippo in Tunesi, n.135.

Sig.Francª Brignoli Genovese si dà allo spirito a cagione delle prediche del P.Luigi di S.Catarina Sacerd.te delle Scuole Pie, n.6. viene in Roma, e per sua devotione spesso dice la Messa a S.Pantaleo, n.7. catechizzato da’ Padri Gesuiti, va a dire la messa nella loro Chiesa e poi si fà professo di qlla Relig.e e fatto Predicatore famoso mentre in Roma predica non so che contro la Rep. Veneta li è necessario disdirsi, n.8.

Francesco Ingoli Segretario de Propaganda gran Servo di Dio, amico del P.Fundatore, predice che il Breve di Inncº X contro i Padri delle Scuole Pie doveva servire per turacci di fiaschi, n.116. li viene relatione da Tunesi che il P.Gio:Batta di S.Andrea era vivo, e confessava li schiavi xpni di quelle parti, n.117.

Fulgure, che cadendo sopra il castello di Colombara e dando fuoco alla polvere, fà grand.mi danni e dº castello và in aria con morte di quanti vi erano, n.17. cascando sopra la polvere del Bastione di Savona fà infiniti danni, e specialm.te rovina il Monastero delle Scuole Pie, ove morirono 6 Padri, cioè Pietro Paolo di Savona, P.Bartolomeo, P.Gio:Maria, P.Giuseppe Rocca di Savona, P.Ottavio da Genova, e P.Giacinto Ferro, e della Città morirono più di mille, n.22.

P.Fundatore, vide nel fine della tavola.

P.Gabrielle della Nuntiata và alla Casa delle Scuole Pie di Savona già destrutta dal fuoco del Bastione del Castello, e procura sollevarla, e con quanta fatica, n.42.

Genova. A tempo che uscì il Breve di Inncº X destruttivo delle Scuole Pie, nella casa di Genova fiorenti.ma nascono molti disturbi, n.2. se ne spogliano sei Padri, e tra questi il P.Gio: della Madonna della Neve, musico eccellente, che spogliato si chiamò D.Pompeo Natale, n.3. Questi sei eriggono una Congreg.ne sotto nome di S.Filippo Neri con gran scorno de’ Padri rimasti delle Scuole Pie, ivi. Se l’oppone in qualche modo il P.Luigi di S.Caterina di Carcare col P.Gabrielle della Nuntiata, n.5. dª Congregatione di S.Filippo Neri viene meno, n.10. dº D.Pompeo Natale mette scuola di musica in Roma, ove si crede che ancor viva, benche miseram.te così permettendo Iddio, n.11. la Città di Genova manda aggiuto alla Città di Savona sbattuta dal fulgure caduto nella munitione del Castello il 47, n.40. Il P.Luigi di S.Catarina da Genova manda soccorso al Conv.to di Savona delle Scuole destrutto, e vi andò il P.Gabrielle della Nuntiata, che vi era stato Sup.re, n.42.

P.Gian Carlo di S.Barbara Scrittore di questa Cronica, o Relat.e 4ª. Di esso si tratta quasi in tutta l’opra, dal numº 272. Assiste sempre al P.Fundatore tutto il tempo dell’ultima infermità, e poi della morte, e di pìù scrissi in libro appartato tutte le gratie, e miracoli, che detto Ven. Fundatore doppo la sua morte impetrò ai suoi devoti da Dio.

P.Gio: Franc.º di Giesù Maria da Corigliano del Regno di Napoli, amico del P. Libelli, Maestro del Sagro Palazzo, machina di far andare dº P.Maestro a mangiare al Collegio Nazareno senza saputa del P.Camillo Rettore, nè del P.Cosmo Gnale, n.278. Giovane di gran e veloce ingegno compone in pochi giorni l’elogii del P.Fundatore sopra l’orazione funerali fattali dal P.Camillo di San Girolamo, n.292. per esser troppo amico del Libelli Maestro del Sagro Palazzo, poco amico de’ Padri delle Scuole Pie, e per esser alquanto insolente, et altiero, è levato da Roma dal P.Gnle et è mandato a Nap.i, dove faceva una buona scuola et Academia, mà per sua inquietudine è mandato dal P.Tomaso di S.Agost.no Provle del Regno alla casa di Campie, e vi stà 2 anni con applauso, n.293. Uscendo Breve da Clemente X, che qli, che non havevano fatti i voti solenni potessero uscire dalla Relig.e se non li volevano fare, vi esce e con un chierico frello Cherubino di San Giuseppe si fà Minimo di San Francº di Paula, fatto Maestro di rettorica alli Giovani di Lecce di dª Relig.e, n.294. Essendo insolente, levato da Lecce, è mandato a Taranto, dove muore l’anno 1671, n.294. Era di età poco più di 28 anni, e si era assai pentito d’esser uscito dalla Relig.e delle Scuole, ivi.

P.Gio:Batta di S.Bernardo /Andrea/ Genovese detto il Moro, fatto sacerd.te à Frascati dal P:Cipolletta, essendo frello, viene a Roma à 30 luglio 1648, mentre il P.Fundatore cominciava a star ammalato dell’ultima malatia, e dettoli benedicite, che voleva andare a Genova sua Patria, et essendoli ciò sconsigliato dal P.Fundatore vi volse pure andare doppo la morte di qllo e fù per la via fatto schiavo da Mori de Tunesi, n.111. Ê portato a Tunisi a D.Filippo d’Austria, che circa l’anno 1648 preso da xpiani, fù battezzato ed il gran Filippo 4 re di Spagna li mise il proprio nome e cognome, n.114. Riceve il quadro del P.Fundatore da dº Filippo, n.126. Procura dal Bassà di Tunisi o de schiavi di potere esporre quel quadro a devotione de xpiani schiavi, n.129. vi dicono il Rosario, et altre orazioni, n.130. è liberato dalla schiavitudine per mezzo di dº D. Filippo, et andando a Sicilia, e poi a Genova, di là scrive al P.Castiglia Sup.re di S.Pantaleo in Roma, e li manda un plico di lettere di dº D.Filippo da darsi al Cardle Trivulzio n.133. Muore a Genova di peste del 56, ivi.

P.Giuseppe Calasantio dº della Mre di Dio Fundatore delle Scuole Pie vedi all’ultimo di qsta Tavola o Indice.

P.Giuseppe di S.Gioachino in Savona, quanto patisca con altri Padri di qlla Casa a caggione de fulgori l’anno 1648 di luglio, n.20. li casca la cella sopra, e miracolosamente resta vivo, essendosi caldam.te raccomandato a S.Giuseppe, et a S.Filippo Neri, n.23. restato solo Sacerdote alla Casa di Savona doppo la rovina del Con.to non vuole abbandonarlo, benche stimolato anche con danari a partirsi, n.41. resta così attonito e spaventato ch’ancora in sogno dicea, fuggiamo, fuggiamo, n.50. Tal tremore li dura per lo spacio d’anni 12, n.53. quest’anno 1673 si trova alla casa della Duchesca di Nap.i, ivi.

P.Libelli Dom.no Maestro del Sagro Palazzo è eletto l’ann 64 doppo esserne privato il Capizucchi, n.296. va al Collegio Nazareno delle Scuole Pie, n.258. dice al P.Cosmo Gnale di qste, non esser conveniente che li Padri accompagnino i figlioli per le vie, a cui rispose il P.Cosmo, che tal era l’instituto, e l’haveva posto nelle Costitutioni il Fundatore e ch’esso non vi poteva ne aggiungere ne levare, per questo si disgusta, e resta mortificato dº Libelli, 290. E ne resta ombroso colli Padri delle Scuole, e non vuole passare alcune compositioni fatte dal P.Carlo di S.Antonio di Padua in honor di Clem.te IX, nuovam.te eletto l’an 67, n.291. Quest’an 73 è fatto Arcivescovo d’Avignone in Francia per la morte di Monsig. Ariosto, et in suo luogo di Maestro di Sagro Palazzo è stato restituito il P.Capizucchi, ivi.

P.Luca Wastingo Hibernese Minor oss.te, gran Dottor, e Cronista della sua Relig.e visita affetuosam.te il P.Fundatore infermo, essendo grand’ammiratore della sua virtù, patienza e santità, n.262. loda grandem.te la sua sufferenza a tempo della persecutione del P.Mario, perche giamai si difese n.263. Fonda in Roma il Con.to di S.Isidoro degli Hibernesi mirabilm.te senza haver un quadrino, ivi. Dona un corpo delle sue opere al P.Gian Carlo di S.Barbara per la Casa di San Pantaleo per il grand’affetto, che porta al P.Fundatore, ivi. Nella sua morte che successe l’an. 1657 a 18 di Nov.bre da gra saggio della sua bontà, n.263. baccia le mani al P.Fundatore e vuole la sua benedit.ne, n.264. dice al P.Candido Maestro del Sagro Palazzo, che il P.Fundatore era arrivato allo stato dell’innocenza, 265.

Frello Lud.co fornaro tanto buono, che nel punto della sua morte sfida tutto l’inferno, n.245, e ciò essendo senza lettere havendo imparato nella meditatione, et orazione quello che molti Teologi non sannno, ivi. Mentre dal forno al suono del camapanello corre all’oratorio gli Angioli li cuociono il pane, n.246 ne gli è ascoltata una grave colpa del P.Maestro de Novizzi Pietro della Natività, ivi, è anco per ciò mortificato dal P.Fundatore, n.248.

P.Luigi di Santa Catarina di Carcare in un gran travaglio della casa di Genova doppo il Breve d’Innoc.º X del 46, col suo buon modo di predicare in parte vi rimedia, n.5,. è fatto predicatore di alcuni Monasteri de Monache dall’Arcº Cardle Turazzo, che l’ordinò, che facesse 2 quadragesimali al Duomo, n.9.

P.Pier Francº della Madre di Dio Nap.no Sup.re e Fundatore della Casa di Cagliari in Sardegna viene a Roma l’anno santo del 50 a far le sue devotioni, e procura un quadro bellissimo del Pre Fundatore, n.118. e di più alcune imagini di qllo fatte in carta, e 50 libretti dell’orazione funerale fatta dal P.Camillo di San Girolamo, n.121. riceve dal P.Gian Carlo di S.Barbara due carrafine del sangue di dº Fundat.re e ritornando a Cagliari, due miglia dalla Città lontano, è assalito dalle Fuste Moresche, lasciata la felluca con tutte le robbe a pena si salva con gl’altri passeggieri e marinari, n.124. sopra dª barca haveva dº Padre da 1000 doc.ti di robba, ivi. Burla che fa al Chierico Ignazio di Cagliari suo compagno nel viaggio di Roma, 136. mortifica detto suo compagno per volere fare a suo modo, n.137. Salvò nella fuga dalla falluca 2 ampolline di sangue del P.Fundatore che portava per devotione adosso, n.145.

P.Ridolfi Dom.no privato del Gnalato di San Dom.co con grande sua patienza, e merito, n.266. il suo contrario P.Michele Mazzarini, che fù Maestro del Sagro Palazzo e poi Cardle, n.267.

Savona. Casa di Savona travagliata da Padri Carmeliti Scalzi per causa del Breve del 46 destruttivo della Relig.e delle Scuole Pie, n.12. Li Padri di d.e Scuole ricorrono per aggiuto a Monsig.r Franc.º Maria Spinola, Vescovo di Savona, havendo contrarii i Cittadini, n.13. Lui li consola e si offerisce aggiutarli, n.14. Li Savonesi procurano, che dal Bastione si leva la polvere, e non l’ottengono, n.18. Di luglio 48 un fulgure cascato sopra la polvere di dº Bastione rovina quasi tutta la Città, n.19, contraria a Padri delle Scuole Pie per esser destrutto il lor Conv.to e la Relig.e mutata in Congreg.ne, mà il vescovo sempre li fu favorevole, n.46. Vi stà esposto nella Catedrale il Ssmo Sagram.to da 14 mesi, ne quali era la Città attimorita, vedendosi spesso nell’aria cavalli sfrenati con esserciti armati etc. che causavano grandissimo terrore, n.51. Gran spavento accaduto in qlla città a 28 d’Agº del 48, n.52. Perche avvenissero tanti travagli a qlla Cità, forsi perche haveva scacciato il Vescovo, n.54. Si comincia una gran lite tra dª Città, ed i Padri delle Scuole Pie e perche, n.57.

Scuole Pie. Sei Padri della Casa di Savona muoiono sotte le mura cadute per il fulgure dato nella munitione del Bastione, n.22. Alcuni restano vivi, un fr. Franc.no Riformato che la sera era stato ivi ricevuto per esser stato Religioso delle Scuole prima di farsi Riformato, n.33. Ancora il P.Gioseppe di S.Gioachino et un Chierico, che miracolosam.te sotto le rovine fù ritrovato vivo, n.36. raccontò, che la Beat.ma Verg.e l’haveva tenuto per li piedi, n.26. Benche tutta la Chiesa rovinata e cascata, pure li utensili sagri restano intatti, n.37. Vi fioriscono nella loro fundatione huomini di gran spirito fra quali il frello Ludº Fornaro, a cui gl’Angioli mentre stava all’orazione cuociono il pane, n.245. Vi fiorirono ancora li Padri Abbate Glicerio Landriani, Viviano Viviani, Giacomo di S.Paolo, Paolo Ottonelli, Ottavio di S.Zaccharia, Bartolomeo di S.Fran.co Egidº, Pietro della Natività, P.Pellegrino, ecc., n.248. Il proprio istituto di queste è di fare le scuole, insegnar il santo timore di Dio, accompagnare li scolari alle loro case, acciò non si sviano et offendono l’anime loro, cossi d.e il P.Cosmo Gnle al P.Libelli Maestro del Sagro Palazzo, n.290. In quante miserie si ritrovano doppo il Breve del 46 di Innocº X, n.301. specialm.te la Casa di S.Pantaleo di Roma, e che risponda ad un Prelato chiamato Lamurio che li cacciava e non voleva farli limosina il frello Gioseppe Fiorentino, n.302. Per la prudente risposta di dº frello Monsignor Lamurio fù poi devotissimo delle Scuole Pie, n.304.

Tevere, fiume di Roma alli dieci di xbre 47 esce dal suo letto per le gran pioggie, e fa infiniti danni, n.216. che si faccia in tal inundatione per provedere la Casa di San Pantaleo di circa cinquanta persone, e se ritrovava sprovistissima, n.217. In questa occa.ne il frello Carlo di S.Vito di Campie et il P:Gian Carlo di Santa Barbara proveggono di pane la casa predetta con gran pericolo, n.220. Quanta pietà e carità mostri il P.Fundatore in tal occa.ne, n.224. per buona parte di Roma si andava con Barchette, n.225. L’acqua portava letti, arbori, pagliare integre, che parea essere venuto il deluvio unle., n.226. Curiosità del P.Angiolo di S. Dom.co lucchese, e del P.Gian Carlo di andare a vedere per Roma, molto pericolosa, ivi. L’Acqua porta fra l’altre cose una culla con una bambina dentro, che coll’uncini è pigliata, e se ritrova viva la bambina di 4 mesi in circa, e si dà a lattare a spese della Camera Aplica., di cui mai si seppero i genitori, credendosi che nell’inund.e fussero morti, n.227. Danno indicibile che fà così alla Città, come alla Campagna, n.228. In tal caso essendo il somarello di S.Pantaleo portato sopra, mai ragliò, come solea far stando abbasso, n.229.

Ven.Pre Giuseppe Calasantio, detto della Madre di Dio Fundatore delle Scuole Pie (si tratta di lui in qst’ultimo luogo per potervi aggiungere altre cose occorrendo), Alcuni capelli di quello ancor vivo sanano un tal Gio:Benedetto da Triponso, e liberano il P.Agostino di S. Carlo da manifesta morte, n.28. piange amaram.te assieme col P.Vincº della Concett.e et il P.Castiglia il caso horrendo di Savona, n.47. fà un devotissimo sermone sopra la morte, e procura consolare tutti quei Religiosi che dirottam.te piangevano, n.49. prevede la presa della Città di Praga fatta dagl’Heretici l’anno del 48, n.58. Zelosissimo della fede Cattolica et avverso all’Heresia, n.59. per essersi spogliati tre Religiosi Ancontinati, giovani di gran virtù, scientia e bontà sente gran cordoglio, n.60 e seqq. Quasi tutti tre fanno malo fine, ivi. Il giorno di S.Pantaleo, 27 di luglio dell’ann. 48 è sforzato a mangiare col Sigr. Cosmo Vannucci, limosiniero del Papa, e ne casca ammalato, n.207. Alli 28 poco mangiò, e meno dormì, n.208. benche ammalato procura le necessità al P.Gio:Batta di S.Bartolomeo, benche colui havesse fatto gran danno alla Relig.e e che responda al P: Buonav.ra di S.Maria Maddalena, che repugnava, n.220. Quattro volte Gio: Barbarino insigne pittore tenta pittarlo, mentre viveva, e non potè, ma morto lo pinge bellissimo, n.118. Dalle pezze del suo sangue il P.Gian Carlo ne cava acqua e sangue e n’empie alcune carrafine, n.122. per sua intercessione un Provle Carmelitano con Compagno è liberato da mani de’Turchi, e viene in Roma a celebrare la Messa nella Chiesa di S.Pantaleo, n.130. dº Prov.le essendo di linguadoca promette scrivere la vita del P.Fundatore in lingua Francese, ma poi non si seppe sel fece, n.132. mentre stiede ammalato alli 30 e 31 di luglio non lasciò le sue solite orazioni,n.146.

Che cosa facesse il pº e 2º Agosto del 48 nel princº della sua indispositione, n.147. era amato molto da gli scolari, n.149. che li succede il 3º giorno d’Agosto, n. 152. Il 4 giorno tre medici lo visitano, cioè Pietro Brignani, Gio:Maria Castellani e Lud.co Berlanzani lucchese, e che li avviene, n.156. è visitato questo 4º giorno da molti Prelati, e specialm.te da Monsig.r Ferentillo, a cui predice molte cose, n.160 e seqq. Detto Monsig.r Ferentillo doppo morto il P.Fundatore narrava molte gran cose di qllo. , n.169.

A 6 d’Agosto fa celebrare la festa et Academia di Santi Giusto e Pastore, da se instituita alcuni anni prima per spronare i scolari alle virtù, n.170. Quell’anno 48 fece tal Academia il P.Fran.co della Nuntiata Perugino, e dedicò l’opra al Marchese Sacchetti, n.171. mutandosi vuole che nessuna parte del corpo sia vista dal suo compagno, n.172. Viene il Cardle Sacchetti all’Academia, e dice gran bene del P.Fundatore amalato, n.173.

A 7 d’Agosto peggiora, n.174. mà agli 8 è alquanto sollevato, n.176. Teneva una corda attaccata alli travi per fare orazione la notte, mentre dormiva, come testificò il suo Compagno F.Eleuterio della Mre di Dio, n.178.

A 10 d’Agosto si reconcilia e comunica per viatico, n.179, che faccia alli 11, 12, 13 et 14 d’Agº, alli 15 è visitato dal Sig.Giulio Cesare, Mastro di Camera del Cardle Ginetti, che lo prega a raccomandarlo a Dio, et anco il dº Cardle , n.183. Resta col fr. Gio:Dom.co della Croce di Palermo giovane chierico, e che li predice, n.190. dº Chierico incorre quanto predetto l’haveva il P.Fundatore, essendo ritornato in Sicilia, n.192. per li meriti di dº Pre Fundatore doppo sua morte si ottiene la reintegratione della Relig.e, n.193.

Alli 16 di Agosto si cava il sangue per consiglio del Sig. Gio:Maria Castellani contro il parere di tutti gl’altri medici, n.195. Alli 17 col tatto sana un puttino di 3 in 4 anni chiamato Francº Piantanidi, figlio di Felice Piantanidi Notaro, e di Vittoria Gracchi, n.198.

Alli 18 manda a chiamare il P.D. Costantino Palamolla Barnabita huomo di gran bontà e dottrina, antico amico ch’era di 90 anni, n.203. suo nepote D.Gioseppe Palamolla Segretario del Cardle Vicario, era molto affettionato alli Padri delle Scuole Pie, ivi.

A 19 d’Agosto, che succeda, n.205. la Madonna de’ Monti apparendoli, li promette la protett.e della Relig.e, n.206. Tale visione racconta al P.Costantino Pallamolla di nuovo ritornato a visitarlo, n.207,. è però pittato ingenocchione colla Madonna che l’appare, n.208. il Pre dice, eia Mater e la Verg.e risponde, confide in me, fili, n.209.

Alli 20 d’Agosto che avvenne, n.210. Lo visita qsto giorno Cosmo Contini (Vannucci) limosiniero di Papa Inncº X pregandolo, che morendo, anche a lui, ch’era assai vecchio impetri la morte, come appunto successe, n.211.

Prudenza, providenza, e spo profetico del P.Fundatore nell’inundatione del Tevere del 47 a 10 di xbre, n.217. Che cosa faccia per provedere la Casa sprovista di San Pantaleo in dª inundatione, ivi. Sua gran pietà e carità in dº caso, n.228.

A 20 predetto d’Agº di nuovo si comunica con gran segni d’amore et affetto verso tanto Sagram.to, n.230. Essortatione gravissima fatta dal Pre prima di comunicarsi all’astanti, n.231. grand.ma rassegnatione sua alla Divina Voluntà, n.232. essorta i suoi Religiosi a mettersi sotto la protett.e della SS.ma Verg.e havendo esso cominciato l’Ordine il giorno della sua Nuntiata , n.233. Li benedice presenti et assenti, n.235. In tal giorno lo visita il Sig.D.Gio:Batta Pallotta frello del Cardle Pallotta, huomo di gran spirito, con cui a lungo parla delle cose del Cielo e particolarm.te delle Gierarchie Angeliche, n.238. Li leva il berettino e lo tiene per reliquia, ivi. Per il parlare di dº Pallotta la suocera di Girolamo Scaglia riceve la sanità persa della persona, n.240. Gettata sana e libera detta Donna getta gran quantità di fiori sopra il sagro deposito, che causa insolita ammirat.e et allegrezza, n.241. tra qsta gran multitud.e di popolo erano ivi presenti Donna Maria Spinola, e Donna Violante Raimonda à quali ciò parve un gran miracolo, n.242. Doppo molti anni si seppe chi fusse tal donna e con qual’occasione, n.243. tali fiori fanno molte gratie e miracoli, ivi.

La notte delli 20 d’Agosto tocca al P.Gian Carlo a guardarlo, e quanti buoni documenti ne riceva, n.244. quindeci giorni pª d’ammalarsi, andò col P.Angelo di S.Dom.co a pigliare l’Indulg.e al Ssmo Salvatore tra la piazza Madonna a S.Luigi de’Francesi, n.251. urta ad un sasso e si fa male al dito grosso del piede destro, e che succede, n.249. Lo visitano il P.Francº della Purificatione, già Francº Castelli venuto dal Noviziato di Borgo, Assistente Gnale, et il P.Camilo di S.Girolamo, Rettore del Collegio Nazzareno, et il P. Costantino Pallamolla Barnabita, n.256. Revela che la Madonna de’Monti l’haveva detto che haverebbe aggiutata la Relig.e, n.257. Lo visitano molti gran huomini, specialm.te il P.Tomaso del Bene, et il P.Zacharia Pasqualigo, celeberrimi Teatini suoi antichi amici, quali benedice, n.261. Lo visita ancora il P.Luca Waddingo Hibernese Minor oss.te, gran Teologo e Cronista del suo Ordine e Fundatore del Conv.to di S.Isidoro di Roma, il quale con molto amore dona un corpo delle suo opere alla libraria di S.Pantaleo di Roma, n.262. loda la gran patienza e gran virtù del P.Fundatore, n.263. Lo visita similm.te il P.Vincº Candido, Maestro del Sagro Palazzo, n.265. discorrono di vari accidenti, specialm.te del P.Rodolfo Gnale di S.Dom.co, che fù privato dell’ufficio di Gnale, n.266. Dice al P.Candido che non ostanti tanti travagli non si era lasciata nessuna Casa, n.269. Conseglia il dº Pre Candido a non lasciare il Maestrato del Sagro Palazzo, come desiderava e ne haveva demandato il suo parere, n.270. Si abbracciano assieme e fanno molti atti d’humiltà, e si conoscevano da 40 anni, 271. La visita del P:Candido fù a 22 d’Agosto, n.272.

Alli 23 d’Agº che succeda? Lo mandano a salutare tra gl’altri, li Cardli Lanti, Ginetti, Pallotta, Franciotti, Chigi, Colonna et il Sig. Contestabile, e molti altri Signori, a quali tutti dava la benedin.e, n. 295. Gran sua humiltà in non fare sapere le sue cose, nascita, casato, dottorato, ecc-, n.296. Si sparge voce ch’era fatto Cardle da Paolo V e ne fa risentimento, n.298. Rassegna al P.Castiglia Sup.re le sue coselle di pochissimo valore, n.299. Prevede che Monsig. Lanuccio doveva esser assai mortificato, n.306. Rifiuta il rimedio d’Arrigo VIII Inglese offertoli dal Sig.r Tomaso Cochetti, come si è detto in altro luogo, n.308. domanda et ottiene la benedittione papale in artº mortis, n.309. Manda il P.Vincº della Concett.e et il P.Gian Carlo di Santa Barbara alla Chiesa di S.Pietro a fare la Confessione della fede et a pigliare l’Indulgª plenaria, n.311. Il Cardle Cecchino manda il suo Mastro di casa a visitarlo, n.313, per mezzo di dº mastro di casa li raccomanda la Relig.e doppo sua morte, n.314. lo visita ancora il Sig.Giulio Cesare Mastro di Camera del Cardle Ginetti,e per mezzo di quello li raccomanda caldam.te la sua Relig.e, n.315. Gio: Maria Castellani medico prohibisce le visite, e che non si faccia tanto parlare, ivi. Mentre cena la Marchese Reggi li mandò una canestra di Zuccari di Genova, n.320. Aquesta Sig.ra chiamata Maria Spinola moglie del Marchese mandò a dire il P.Fundatore, che si conformi colla Divina Volontà ne’ travagli futuri, n.321. Similm.te mandò a dire alla Sig.ra Violante Raimonda nobilisima Sig.ra di Savona, della discendenza de Rovere, n.322. Questa per non voler maritar suo figlio Marcello con una figlia di Donna Olimpia, a tempo d’Innocº X incorre in grand.mi disastri, guai et afflitioni, n.327.

Alli 24 d’Agosto, e della sua infermita`lo visita Pietro della Valle con 4 figlioli, che li benedice, n.334. benedicendo tutti gl’altri, non vuole benedire un pittore Nap.no ch’era andato a pittarlo, perche si ritrovava in peccato mortale, mà poi pentito con un atto di contritione, viene da qllo benedº, n.337. muore chiamando li nomi di Giesù e Maria alli 5 hore e mezzo di notte doppo li 24 d’Agosto, n.341. Sua gran pudicitia e castità anche doppo la morte, n.343. Si spara da diversi medici lo corpo del P., e le meraviglie che vi avvennero, n.352. Tagliandosi la milza n’esce molto sangue, n.358. per devotione sono tolte le sue scarpe, e molte altre sue coselle, n.364. È portato il suo corpo in Chiesa alli 26 d’Agosto con gran solennità di tutti i Padri di Roma, Frascati, Poli e Moricone, ove primieramente sana una donna chiamata Catarina d’Alessandro vedova Romana di grave infermità, n.379, poi un putto che pativa l’infantigliole, n.380. Una donna getta una gran quantità di fiori sopra il corpo, che pigliati da devoti, fanno portenti, come altrove si è detto, n.383. La Signora Duchessa di Ladri, moglie del Duca Farnese, e cognata di Monsignor Farnese, che poi fù Cardle, a petitione del frello Luca di S.Giuseppe di Fiesole li fa fare due cascie, una di noce di 13 palmi, e un altra di stagno, e ciò miracolosam.te lo stesso giorno 26, n.388. Dette cascie sono caggione, che resti sanato Salvatore Murino d’Anagni, stroppiato, cioè dal braccio e piede sinistro, n.398. Quanto ne resta affettionato, mentre per molti anni da Anagni lo veniva a visitare, n.400.

La Corona del P:Fundat.re morto con astutia la leva dal P.Castiglia la Marchese Rinuccini, Ambasciadrice di Firenze, n.411. Un zinale di Catarina d’Anastasio d’Ancona rotto, resta sano e intiero miracolosam.te, n.416. È cosignato il suo Corpo ai sbirri che li levano una scarpa, et una faldiglia havendolo gl’altri quasi spogliato nudo, ivi. Pietro Caravita Giesuita, venuto a visitar il corpo del Padre Fund.re dice e predica gran cose di qllo, n.417. grandissima moltitudine di Genti, che lo viene a vedere qlla notte de 26 d’Agosto, n.422.

A 27 d’Agosto, due giorni doppo la morte del P.Fundatore, che succede, n.424. soprascritt.e del P.Gioseppe posta nel monumento col suo corpo, Hic iacet ecc. n.425. Ê revisto il suo corpo l’an. 1668 Prospero Fagnano Prelato assai nominato, mà cieco, visita il sepolcro del P.Fundatore ne riceve l’occhiali, mà non la salute degl’occhi, n.428. Sana un cieco della Scarpa Terra de Colonnesi, chiamato Astolfo di Musio, n.430. Un tal servo porta una torcia di 4 libre al sepolcro del Padre, e vi l’accende sopra, n.433. di chi era dª torcia, n.436.

In dº giorno di 27 d’Agosto vengono alla Chiesa di San Pantaleo molti Religiosi, per honorar il corpo del P.Fundat.re che credevano non fusse ancora sotterrato e per dirvi la Messa, e tra gl’altri il P.Agostino Ubaldini Somasco, che fù Visitatore Gnale delle Scuole Pie a tempo del P.Mario, e dice molte gran cose di dº P.Giuseppe, n.436, di dº P.Ubaldino altrove si son dette molte cose, ivi. È dissotterrato il corpo del P.Fundatore, e se ne fa la ricognitione da cinque Prelati, li quali li tagliano un pezzo della veste et un’altro de camisce, e se lo dividono, n.440. Visitato dal Duca d’Acquasparta di Casa Cessi, che si lamentò non haver saputo la sua infermità, e quanto bene dica di qllo, n.441. Il figlio di dº Duca dº D.Pietro è sanato da una gravissima infermità di vertigine e dolore di testa colla devot.e del P.Fundatore, n.444.

A 28 d’Agº è visitato il suo sepolcro da molti Prencipi e Sig.ri come dal Prencipe Borghese, Contestabile Colonna, Ambasciador di Savoia, Fiorenza, ecc., n.446. Sana un putto di Castelnuovo di tre anni, storpiato, ivi. Molti voti son portati al suo sepolcro, che si mettono in sagristia, n.449. Sana in Milano con un pezzetto del suo vestimento il Sig. Alessandro Fighini dal dolore gravissimo di Pietra, n.451. Sana in Bergamo D.Gio: Scaglia da grave infermità, n.455. in 4 giorni gionge in Caglieri di Sardegna al Vicerè Montalto a 30 d’Agosto la novella della sua morte, che parvecosa stupenda, n.456. Sana a un Palafriniero del Cardle della Cuova in Roma, n.460, Solenne Funerale fattoli nella Cattedrale di Caglieri di Sardegna coll’ora.ne composta dal P. Teglies Trinitario, n.465.

In Firenze si fà un nobile funerale dal P.Francº della Corona di Spine con una dotta orazione detta da un Pre Cassinese, n.469. detta ora.ne fù stampata, e le copositioni le fece il P:Giuseppe di San Francº calabrese, huomo dotto e santo, morto Sup.re in Narni con odore di santità, n.470.

Altri funerali fatti al P.Fundatore in Pisa, in Genova, e Palermo, a Fanano ecc., n.473 In Fanano sana l’Arciprete moribondo con un pezzetto della sua veste, ivi. Funerale in Narni, ove simil.te sana la sorella d’un Canonico moribonda, n.474. Se li fanno funerali in tutte l’altre case d’Italia, Polonia e Germania, ivi.

Mà solennissimo fù il fatto nella casa di San Pantaleo di Roma, n.474. Si vuol prendere per oratore il Pre fra Tomaso Acquaviva Dominicano, predicator illustre, mà non acetta per ritrovarsi alla cura del Cardle Michele Mazzarini Dom.no che se ne morì l’an 1648, n.475. Doppo molte diligenze si piglia il P. fra Giacinto di San Vinc.º Carmelita Scalzo, che stando con gran dolori, pure quasi miracolosam.te fa un bellissima orazione, che poi si stampa in Varsavia, n.478. Dicendo in quella che mentre il P.Giuseppe era fanciullo, sentendo dalla madre et altri, che il Demonio è nemico di tutti gli huomini, con un altro suo pari andò in campagna per ammazzare dº Demonio, vi si ritrova presente dº suo Compagno, domandato Giuseppe Musquezzo d’età d’an.93 fatto da Filippo III Re di Spagna Abbate della Reggia di Perpignano, che poi morì in Roma l’an. 1649, e confermò il tuto essere verissimo, n.479.

Finis 14 Kal. Oct. Petro Alcantarae dicato

1673

Notas