BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap12
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Cap. 12 Altra Visita mandata ctall'Em.o Cardinale Vicario
Havendo visto li sopradetti tre nostri Religiosi havere ottenuto il loro intento con il memoriale sopranominato et essere partito dalla Visita il M.R.P. D. Tomaso Inbene Teatino contrario alle loro diso-lutioni, et essi essere restati vitoriosi, nella loro libertà proseguivano-con ogni vigore sempre di male in peggio con scandalo del prossimo, e de seculari.
Il P. Nicolò M. del Rosario con più ardore attendeva a suoi trafichi, e libertà di uscire a suo gusto, et se con il compagno, elegeva questo a suo gusto, et a questi anche insegnava la sua dottrina. La sua camera era una continua bettula, e spesso publica ostaria, dove ben spesso erano convitati assieme più seculari, quali poi se ne impi-vano la bocca, e ne tenivano adunanza nelle publiche botteghe e piazze. Né il Superiore locale vi poteva rimediare per il braccio che haveva dal Cardinale Vicario.
Vi si pose però per carità Mons. Ill.mo e R.mo Rinaldi Vicegerente, e fece alcune ripassate al P. Nicolò M. et al fr.llo Filippo di S. Francesco molto ferventi, ma per l'appoggio sopra detto poco giovarono.
Haveva il P. Nicolò M. sopra la finestra della sua camera aggiustato un palchetto dove vi teneva fiaschi, altri vetri, e barattoli, quali dal cortile si vedevano da tutti. Spiaceva quella mostra a noi tutti, se li disse, che non vi stava bene, esso ostinatamente ve la voleva tenere. Io non so in effetto come andasse, ancorché li dormissi appresso, ma una mattina assai prima dell'oratione, sentii un fracasso che mi svegliò, et poi si sentì correre sopra il tetto, e fattomi alla finestra della camera nostra viddi il palchetto con tutta la robba cascata nel nostro cortile, né viddi alcuna persona.
Il P. Nicolò Maria subbito ne diede parte alPEm.o Cardinal Vicario e fece istanza di un Visitatore. S. Em.za nominò per tale uffitio il Sig. Camillo Piaggia suo Auditore, che poi fu fatto Inquisitore di Napoli, nel quale offitio hebbe molti travagli. Questo cominciò la visita con molto ardore, e criminalità. Essaminò molti sopra detto fatto, ma non trovò inditio alcuno da chi fosse stato fatto; siche io stesso credei fosse stato cosa disposta da S.D.M. per levare quella cagione di scandalo dalle Scuole Pie.
Proseguiva la sua visita sempre più fiscalmente et a prò del P. Nicolò M. e due suoi compagni et con tale e tanta palese loro diffesa, che loro avvocato, e non visitatore si dimostrava. Se ne parlò con Mons. Rinaldi Vicegerente et con l'Em.o Cardinal Vicario et vi fu qualche disparere fra questi due Signori per il modo con che procedeva il Sig. Piaggia Visitatore atteso che li sopra nominati, e suoi aderenti sempre più si davano nelle libertà e disolutioni di vivere, senza comparire alle essercitii spirituali, e molto meno alle mortificationi. Sua D. M.tà in questo tempo, cioè a 7 gennaro 1655, chiamò a se il suo Vicario Innocenzo X et per la Sede vacante e conclave il nostro Visitatore si fermò, senza haver fatto cosa alcuna. Eletto in Sommo Pontefice a 7 aprile 1655 l'Em.o Fabio Chigi, con nome di Alessandro 7, il quale da me Vincenzo scrittore di questa, era stato più e e più volte visitato, et informato delli nostri travagli, e riportato per risposta queste precise parole: Io vi prometto che se mi verrà la palla a taglio, la giocherò a vostro favore. Et havendoli anche bassiato li piedi al primo di maggio 1655 in compagnia delli P.P. Gio. di Giesù Maria, Gioseppe della Visitatione e Carlo di S. Antonio da Padova, et havutone bonissime resolutioni, et il modo di portare il negotio nostro per solevarci.
Ritornò il Sig. Piaggia per proseguire la Visita, ma essendoli riferto che io havevo detto che sua Signoria non vi haveva più che fare, et che il Sommo Pontefice si era avvocati a se li affari delle Scuole Pie, sua Signoria si partì e non più comparve. Dico però che simili Visitatori sono di gran travaglio e distruttone dell'osservanza regulare, e però da piangere.