BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap33
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Cap. 33 Morte accidentale in uno de' Nostri in Turi
Il nostro fr.llo Marc'Antonio della Croce professo di voti solenni fu vestito del nostro S. habito di novembre 1622 in Roma essendo giardiniere dell'Ill.mo Sig. Mellini et era huomo insigne in laberinti et in ogni altra cosa di simile offitio: si chiamava nel secolo Marc'Antonio Cordoni di Lauro in Regno di Napoli.
Vestitosi Religioso nostro riuscì in ogni cosa diligentissimo, era huomo di gran fatica, mai stava otioso; essendo fr.llo Operano laico era però molto stimato dal N. V.P. Fondatore, perchè era delle nostre Costitutioni in ogni parte molto osservante, sollecito in tutti gli es-sercitii spirituali, essato nelle mortificationi del corpo, pronto sempre alla santa ubidienza, etiam nelle cose repugnanti al senso, o d'umilia-tione propria, e di molta fatica, et agli altri di essempio. Mi ricordo in particolare che una volta, dormendo io avvanti la camera nel novi-tiato a Monte Cavallo dove riposava il N.V.P. Fondatore e Generale, venne una sera il detto fr.llo Marc'Antonio (mentre già si stava a letto) a bussare alla camera del detto N.V.P., et perchè (tengo io) il P. già riposava, ribussò, et di dentro alla 2da si sentì una voce che disse: Aspettate - e poi non si sentì più altro. Il detto fr.llo Marc'Antonio stette ivi tutta la notte senza partirsi, solo per haver inteso quella voce: Aspettate - segno d'una perfetta obedienza religiosa, et per concluderla era uno vero Religioso osservante, ma perchè si veddano li secreti di S.D.M. e quanto si verificano quelle parole dell'Evangelio coelum et terra transibunt, verba autem mea non praeteribunt (Matt. 24), essendo questo nostro fr.llo anche seculare, o sia Marc'Antonio Cordoni giovane ardente nel suo paese, et assai colerico di natura occorse che (non so veramente come) trovò un'asino nel suo, carico di legna, o un huomo che nel suo caricava un asino di legna, questo è il fatto, che per un asino e non so che legna, il nostro Marc'Antonio Cordoni, uccise un povero huomo, stante la cuolera che si prese per il detto asino e legna contro chi lo guidava, che in fatti l'uccise.
Hor finalmente la Maestà del Nostro Iddio, che dice in S. Matt. 26 Qui acceperint gladium gladio peribunt, per suoi giusti secreti, passati più di trent'anni, ancorché il nostro fr.llo Marc'Antonio della Croce fosse vissuto con tanta perfetione religiosa, per occasione d'un asino fu egli ucciso.
Stava il detto nostro fr.llo Marc'Antonio come si è detto nella nostra casa di Turi in Puglia nel Regno di Napoli una volta fra le altre trovandosi in campagna, e seco havendo un asino che pascolava, in questo mentre si accorse che alcuni sbirri di campagna, o pur come si dice in detto Regno, Guidati, si erano presi il somaro o sia asino. Il nostro Marc'Antonio corse a quella volta per liberare l'asino dalle loro mani. Gionse, et preso l'asino fece ogni possibile per levarglielo di mano, dicendoli che era robba di chiesa, che erano scomunicati, et perchè di queste parole li sbirri poco si curavano, anzi che lo minacdavano di peggio, egli sempre resistendo al meglio che poteva con non volerlo lasciare, sdegnò in modo tale quel sbirro che con l'arme che seco haveva li ruppe talmente la testa che l'uccise, et sebene corsero li nostri lavoratori, et altri della medesima squadra de sbirri, o sia Guidati per liberarlo, non gionsero però a tempo, et con questo il nostro fr.llo Marc'Antonio della Croce restò quasi morto et in poco tempo rese l'anima al Creatore.
Mons. Vescovo scomunicò il delinquente, et il giudice secolare procedette alla carceratione, ma il nostro fr.llo morse. Veramente in questo vi fu qualche imprudenza, ma nel resto era un ottimo Religioso. Qui in- gladio occiderit, oportet eum gladio occidi. Apocal. Cap. 13.