BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro1/Cap24

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Cap. 24 Come presero il Novitiato in Roma et altre Case

Sapendo che il fondamento di ogni Congregatione o Religione che desidera di perfetionare il suo Istituto, sono li novitiati per la buona educatione delli novelli soldati, che nella militia del Signore in quella Congregatione si vogliono ascrivere et però vedendo il nostro P. Gioseppe della Madre di Dio Fondatore esser restato privo del novitiato, che presero assieme con la Congregatione di Luca, ne prese un'altro sopra piazza Colonna verso santa Maria in Via, et in quello essendo per Maestro il P. Pietro della Natività si vestirono alcuni giovani di honorate famiglie romani, come forastieri. E particolarmente li due primi dell'Ecc.mo Dottor Laertio Cherubini romano Collettore del Bollano, et il Sig. Francesco Castelli alli 29 luglio 1617 gentiluomo delli primi delli Sig. Vittorii Nepoti di Papa Paulo V, al quale all'hora appunto li suoi parenti trattavano di dar per moglie una Sig.ra delle prime Case dell'Umbria con trenta millia scudi di dote, e si chiamò in Religione P. Francesco della Purificatione, essendo allevati dal sopradetto Maestro con molta edificatione del prossimo, per le continue e grandi mortificationi sì publiche come private in che li essercitava, poiché una volta ne mandò due con una scala a Campo Vaccino passando per mezzo Roma nel giorno di Mezza Quadragesima, quando in quella piazza si fanno tante baie, sotto nome di segare la Vecchia, a fine che fossero disprezzati e mortificati.

Ad altri pure fece che andassero per la Città uno sopra il somaro alla roversa tenendo la coda in mano in luogo della capezza, et l'altro lo tirava per la capezza, e fu per Banchi, venendo in questo modo molto amirata l'umiltà di tali Religiosi dalle persone sensate, e burlati da chi non sapeva che cosa fosse il disprezzo del mondo.

Al sopra detto già Capitano Ottonelli fu ingionto che con una quantità di tozzi di pane in una servietta, et una pignatta di ceci cotti andasse con il compagno un venerdì di marzo nelle scale di San Pietro in Vaticano, et invitato quelli poveri mangiare con essi loro, alla presenza di quello numerosissimo popolo, che in quelli giorni ogni anno frequenta numerosissimo quel santuario.

Ad altri fece che con un gran fiasco andassero a comprare una foglietta di vino con farsi prima lavare il fiasco, et assagiare tutte le botti, che haveva nel magazeno, senza mai dire che quantità ne volevano, se non dopo chg" Phavevano provate tutte, come in effetto fecero. Et in dicendo all'hoste che della tale botte ne volevano una foglietta, egli con strilli e ingiurie di frataccio, imbriaconi et simili, se li rivoltò dicendo: Mi han fatto lavare il fiasco, mi han tenuto un hora occupato, mi han bevuto un boccale di vino, e poi vogliono una foglietta per le Messe. Nel pagarlo poi li posero in mano un dobblone di Spagna dicendoli, che li restituisse il resto, in più e differenti da essi nominate monete, il che sentendo l'hoste in molto maggior scandescenza aumentando sempre le mortificationi in capare, e contare le monete per il resto. Gionti con il vino e le nominate monete dal P. Maestro fu da questo assagiato il vino, al quale ritrovando non so che difficultà, lo rimandò all'hoste con dire, che non li piacceva, che se lo ripigliasse, e li restituisse il dobblone. Sentendo l'hoste la domanda, dette nelle furie dicendoli delle ingiurie, e mortificationi gravissime percotendo con li piedi la terra, minacciando di rompirli in testa il fiasco, li gettò finalmente per terra il dobblone e con strilli li mandò via. Li due a chi questo successe furono li nostri P. Francesco della Purificatione di Casa Castelli sopradetto et l'Abbate Landriani essendo novitii, e dal primo l'ho io saputo. Si avverta però che l'hoste era stato prima prevenuto da Superiori perché desse la detta mortificatione. Hor in queste et in altre simili eran essercitati li nostri, oltre le domestiche, che in effetto parevano essere veri dispresatori del mondo.

L'Ul.mo et Ecc.mo Principe Peretti nipote della felice memoria di Papa Sisto V desiderosissimo di aiutare li suoi vassalli, e propagare questa sant'Opera delle Scuole Pie fece istanze grandi per haverla per la sua terra di Mentana longi da Roma da 15 miglia come in effetto vi andarono li P.P. con grandissima consolatione di tutti essendovi restato per Superiore il P. Tomaso della . . . Spagnolo e volgarmente chiamato l'Apostolo della Sabina, come si dirà a suo luogo più diffusamente.

L'Abbate Landriani, cioè il nostro fratello Glicerio di Christo morse in questo istesso anno nel sopradetto Novitiato a 16 feb. 1618 con opinione di gran santità, come si può vedere nel Compendio della sua vita stampato d'altri, e se piacerà a Dio si vedrà più ampia raccolta delli Processi fatti per lui.

Qui solo voglio aggiongere che in questo istesso anno 1618 al primo di luglio si vestì del nostro sacro habito il P. Francesco della Madre di Dio Palerminato nel secolo Fabio Lamberti religioso di ogni sorte di virtù adorno, e vero compagno dell'Abbate Landriano particolarmente nel disprezzo di se stesso, e di una profondissima umiltà, e rigorosissima vita sì nelle astinenze, e discipline, et in ogni altra sorte di mortificatione del corpo, come nella carità quasi indicibile nella conversione de' peccatori particolarmente per mezzo del nostro S. Istituto delle Scuole Pie, al quale fu sempre affetionatis-simo, et di un rigorosissimo silentio fu molto adorno, come custode, e sostegno della santa Oratione, nella quale fu tanto assiduo, che pareva che sempre fosse astratto da sensi.

Notas