BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro2/Cap04

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Cap. 4 Del progresso grande, che fecero le Scuole Pie in Savona

Mi si rende molto difficile il dire in qualche parte il progresso grande nelle virtù, che Iddio fece nella città di Savona per mezzo della nostra Religione sì perché fu straordinario, sì per non essere io sogetto sufficiente a tanta impresa. Perché non solo la buona edu-catione delli scuolari, mostrava la virtù di quelli buoni P.P., ma ancora per la continua, e rigorosa mortificatione, che havevano in tutti li loro sensi movevano tutti a divotione con solo vederli, e però erano le scuole, e la loro pìccola chiesa frequentata da tutta la nobiltà della città, e dal rimanente del popolo, essendo tutti in commune tenuti in grandissimo conto di gran Servi di Dio, et mimicissimi del-l'otio, et avidissimi della mortificatione et oratione, in tanto che quel gran poeta e Ch.mo filosofo hornamento della sopradetta città di Savona, dico il Sig. Gabrielle Chiabrera tanto stimato da Papa Urbano Vili e dal Ser.mo di Toscana soleva dire alla Sig. Livia sua moglie, la quale si confessava da' nostri P.P.: Raccomandatemi al-l'oratione di quei buoni PP., che mai stanno otiosi, ma sempre santamente occupati.

Sopra tutti però risplendeva in ogni sorte di virtù come P. Superiore e Maestro di tutti il P. Pietro della Natività primo compagno del N. Ven. P. Fondatore e Generale, e primo Ministro di quella Casa, e poi anche primo Provinciale della Liguria, et il primo che tale titolo havesse in tutta la nostra Religione. Veniva questo nostro P. communemente chiamato il P. santo e quando predicava era innumerabile il popolo, che l'andava ad ascoltare, operando Iddio per suo mezzo cose mirabili intorno all'infermi, et ossessi dal Demonio, et particolarmente da molte persone pia volte ancora fu visto uscire un gran splendore da una Croce di legno, che soleva tenere avvanti al petto longa un palmo incirca, mentre predicava. Stando sempre con con Phabito nostro senza altra cotta, o stola al collo, e se bene la detta Croce li fu mutata, si vidde sempre lo stesso splendore. Nel communicare il popolo soleva con il SS. Sacramento in mano soleva fare un dolce coloquio per movere e divotione chi l'haveva da ricevere, con tale spirito, che si risolveva in lacrime l'auditorio, et in quel tempo pareva a tutti che fosse per l'aria, perché nel fornire si sentiva una gran cascata sopra la predella dell'altare, et era tanto infiamato il suo volto, che atterriva in guardarlo, et io stesso ne sono testimonio.

Per queste e molte altre grandezze di Dio operate per mezzo di questo suo Servo, e dalle mortificationi delli Compagni si mosse una grandissima divotione in tutta la città, e suo distretto particolarmente nella gioventù, che se non fosse stata trattenuta per diverse strade in numero quasi innumerabile si sarebbe vestita del sacro habito di questa Religione et impitosi questa novella vigna del Signore solo in quella città e distretto, e poi di sogetti da non dispregiarsi. Perché oltre li tre nominati nel sopradetto capitolo si era ancora vestito un altro pure cittadino alli 21 novembre 1622 che si chiamò Alessandro della Presentatione, titolo della nostra piciola. chiesa e poi all'ultimo di aprile 1623 fu vestito dal P. Pietro detto, il P. Domenico Pizardo, che la mattina stessa haveva detto la sua prima Messa con Breve pontificio e si chiamò Domenico della Madonna della Misericordia, cittadino savonese, che dell'istessa città e Magistrato fu più anni Can-celero, et hebbe moglie, et nel giorno seguente primo di maggio dell'istessa anno fu vestito il suo primo figlio chiamandosi Ottaviano di S. Tomasio d'Acquino, e seco fu vestito il figliuolo della Si%. Livia Pavese, e si chiamò Francesco Maria della Concettione, nella festa seguente fu vestito il figliuolo del Sig. Gio. Francesco Rocca nobile savonese[Notas 1], e si chiamò Gioseppe dell'Assonta ancor vive et è sacerdote e è stato Maestro de novitii in Genova, et ricusò il Ministrato di S. Pantaleo di Roma; et poi nel mese di giugno essendo venuto di Roma il P. Francesco della Purificatione altro Compagno del P. Generale e fatto Maestro de novitii, fu vestito il primogenito del Sig. Raffaello Gavotti nobile savonese e si chiamò Nicolò Maria del Rosario, vive hora et è sacerdote, fu Procuratore nella causa della Beatificatione del P. Glicerio Landriani e della Provincia di Napoli, e in tempo del P. Pietrasanta Giesuita, Visitatore della Provincia di Genova e del Regno di Sardegna.

Et perché in quella estate molti per non dir tutti li detti novitii si amalarono di più sorte d'infermità, fu giudicato che ciò fusse accaduto per star troppo serrati nella casa delle scuole, et per tale effetto come anche perché dovendosi vestir altri non vi erano stanze si hebbe in prestito un palazzo con il suo horto nel borgo della città detto di S. Giovanni che era dellaJìig. Camilla Fei d'Oria genovese per contro atti R.R. P.P. di San Francesco di Paola a lato al palazzo e giardino del Sig. Francesco Ferriero quondam Gio. Batta. In questo palazzo si condussero li novitii essendovi per Maestro il P. Francesco della Purificatione detto, e si diceva la Messa nella chiesa delli detti RR. PP. o nella chiesolina delle Monache Carmelitane scalze, che pochi giorni prima nel palazzo di detto Ferrieri, si erano trasferite dalla prima casa che hebbero dentro la detta città, accanto al palazzo del Marchese di Gorresi di Casa Spinola stando quivi li novitii. Il P. Pietro nel fine di settembre si trasferì alle Carcare, dove il giorno di S. Francesco a 4 di ottobre con molta solennità in campagna per la moltitudine del popolo concorso da quelle Langhe essendovi anche gran parte di quei titolari vicini, vestì dico da quattordecì giovani di aspettatione tutti, et condotti in Savona li mandò in Roma in compagnia del P. Gio. Stefano della Madre di Dio detto di sopra, con il quale anche mandò il P. Domenico della Madonna di Misericordia, nel quale via-gio, che fu molto longo pattirono assai, se bene mai furono abando-nati dal Signore. Quale fra le altre cose in che dimostrò essere in loro compagnia, una fu che essendo una sera molto maltrattati, né haven-do con che solevarsi, gionti più morti che vivi ad una hostaria, chiesto alogio per amor di Dio, essendo da sedeci in tutti del nostro habito. L'hoste rispose di non potere, ed essi non sapendo, né potendo andare altrove per la notte, se ne stavano fuori sperando almeno di potersi ricoverare nella stalla; non però mancarono, se bene si male acconci, di fare li loro essercitii spirituali, conforme ordinano le nostre Regole; et in questo mentre senza sapere di dove veniva furono salutati molto amorevolmente da un giovane, che di condi-tione non mediocre pareva; e chiestoli di dove venivano, e dove andavano, disse all'hoste che apparechiasse da cena per li PP. quali furono dall'istesso introdotti al fuoco, et a dovuto tempo posti a tavola li regalò di tale maniera che restavano fuori di loro, et il detto giovane lasciandosi di quando in quando vedere alla tavola li faceva animo perché mangiassero, et perché li PP. lo ringratiavano e pregavano a non mandarli tanta robba, rispondeva: Mangiate allegramente che Iddio provede a quanto fa bisogno. Fornito con ogni loro comodità li fece dare da dormire comodamente né più si lasciò vedere. La mattina poi li PP. cercarono dall'hoste per ringratiare un tanto benefattore, li fu da questo risposto, che havendolo pagato, non l'haveva più visto, et che non sapeva chi fusse, perché mai li era capitato avanti se non quella sera. Del che stupiti li nostri conobbero essere quella vera Previdenza divina, e lieti poi seguitarono il loro viagio e gionsero in Roma felicemente.

Ahi 22 poi del medesimo mese di ottobre nell'Oratorio delle Scuole Pie di Savona il P. Pietro detto vestì di sua mano nove giovani del nostro habito, fra quali io fui il primo; sette però eravamo cittadini di Savona, e questi furono Gio. Stefano Buragi, Gio. Batta Bruni, Francesco Moricone, quale si spogliò poi in Genoa, Gironimo de Lorenzi, ed io, con Giacinto Ferro et Gio. Maria Sacardo, et li due altri erano di Monesilio, alla cui fontione concorse gran nobiltà e popolo, e la mattina seguente fummo condotti al sopradetto novi-tiato. Uno di questi haveva chiamato Iddio molto tempo prima in questo modo.

Haveva il giovane desiderio grande di esser Religioso, inclinava però assai alla Religione de Zoccolanti reformati, et essendo già di anni 17 non si sapeva risolvere, et trovandosi in tale laberinto e perplessità supplicava S.D. Maestà l'illuminasse facendo molte divotioni, perché li mostrasse in qual luogo lo doveva servire frequentando li SS. Sacramenti due e tre volte la settimana, visitò anche più volte scalzo la Madonna della Misericordia quatto miglia longi da Savona. Stando con questo travaglio di mente, una notte dormendo li parse di vedere una moltitudine di figliuoli accompagnati da non so che Religiosi, che non haveva mai visto, e se bene subito che vennero li nostri PP. in Savona e vidde che l'habito, e l'istituto era conforme al sogno havuto, con tutto ciò non vi applicò mai, se non quando accompagnò il nostro P. Generale verso Genoa, che fu il luogo appunto dove haveva visto quei Religiosi accompagnar li figliuoli e conobbe chiaramente che Iddio l'haveva chiamato in questa Religione del cui habito erano vestiti li Religiosi che vidde.

Il giorno poi 21 novembre dell'istesso anno 1623 dedicato alla Presentatione della B. Vergine titolare della nostra picciola chiesa della istessa città, alPhora, fu vestito nell'Oratorio delle nostre scuole il secondogenito della Sig. Paola Salinieri, giovane di grande aspettatone per il suo delicato impegno in quella tenera età, corrispondente in tutto e per tutto alli suoi antenati huomini illustri in lettere et in armi, sì anche per essere figliuolo di una sì nobile Signora e sì gran Serva del Signore. Fu vestito con molta solennità intervenedovi Plll.mo Governatore, nobiltà et altro gran popolo, havendo il detto giovane recitato nell'istessa fontione un poema della istessa Presentatione di Maria nostra Signora e nel fine alcuni versi nelli quali esso si offeriva a Dio et alPistess„ar-Yergine, et in un tratto gettato il capello stracciatosi dal collo il colaro a Latuca, che teneva, e lasciatosi cascare il mantello, sceso dalla catedra scapigliato si gettò a piedi del detto P. Pietro pregando a dargli il nostro santo habito, per il che tutto l'auditorio si mosse a gran compatione e lacrime, si come di noi tutti fu grande l'allegrezza. Molti e molti altri si sarebbono vestiti della nostra sacra livrea, come di già erano risoluti li' Sig. Vacioli giovani già addottorati, li Sig. Baldoni, et un altro di Casa Spinola, con il Sig. Gio. Agostino Crema, et altri; ma ci fu fatto ostacolo per mezzo di alcuni Religiosi, quali mossi da non so che particolare impulso, dicevan non esser bene che si vestisse tanta gioventù. E prohibirono a mio fratello che non praticasse con quelli, perché li persuadeva a lasciar il mondo per servire a Giesù.

Notas

  1. « Morse sotto le mine di Savona a dì 6 luglio 1648 ».