BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro1/Cap14

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Cap. 14 Suspensione dal Generalato al N.V.P. Fondatore per il P. Mario

Era sì grande il veleno e rabbia che il P. Mario guidato dall'inimico infernale portava al N.V.P. Fondatore e Generale, che non contento delli strapazzi fattili per prima in fatti et in parole, ingiuriandolo publicamente con titoli di bugiardo, ipocrita e superbo, et con haverlo fatto in quel modo, e tempo andare alla santa Inqui-sitione, et assegnare per carcere la casa, et per la parte sua la sola camera, insistè anche con tutte le sue forze, e favorì perché dal medesimo sacro Tribunale della santa Inquisitione fusse privato dal Generalato, et perchè non vi haveva cosa dove fondare una simile depositione, andò inventandosi calunnie diaboliche con dire che era un vecchio barbosio, che non sapeva più quello che facesse, che non si ricordava più le cose che ordinava, che in un medesimo tempo scriveva lettere di un medesimo negotio una contraria all'altra sotto un medesimo giorno per il che inquietava le case, e Provincie, che non rimediava alli disordini, che non faceva stima delle Sacre Con-gregationi, che ogni cosa faceva da se senza consiglio.

Inoltre, perchè una volta, che il P. Mario in presenza di molti li. disse: Sete un bugiardo! il povero N.V.P. Fondatore e Generale li rispose: Iddio farà che un giorno le mie bugie saranno conosciute per verità, e simili parole, esso P. Mario di queste parole piene di confidenza in Dio, e di sua humiltà, ne cavò una conseguenza indegnissima e falsissima con dire essere state dette per affronto alla sacra. Inquisitione, e la diede in Tribunale per cosa gravissima, concludendo per fine che non haveva più cervello, e che non era più habile al governo della Religione.

Furono perciò mandati alcuni Signori nascostamente di detto Tribunale per discorrere con il N.V.P. e vedere se era veramente barboso, et impoverito di cervello, e perciò inhabile al Generalato, et fra questi vi fu un Prelato, li quali separatamente et ogn'uno da se in diversi tempi discorrendo di differenti matterie, conobbero essere stato falsità tutto il suposto, e che se bene il N.V.P. Fondatore era di circa 85 anni, con tutto ciò haveva la testa molto soda, la memoria bonissima, et il discorso molto prudente, et che stava sopra quello, che discorreva, del che si amirò tutta la detta sacra Inquisitione. Ma perchè il P. Mario sempre più insisteva, et voleva riuscire con la sua, havendo minaciato di volerlo far privare del Generalato, per darli gusto per il favore che haveva in detto sacro Tribunale, et per le lodi dateli dal P. R.mo Muzzarelli Inquisitore di Firenze, determinarono di sospendere dall'ufficio di Generale, il N. V. P. Fondatore, senza darli alcuna sorte di diffesa, e senza quietarsi nella sicurezza che li faceva lTU.mo Conte Corona Auditore dell'Em.o Cesarini nostro Protettore, che la visita personale, e la presa delle scritture fatta al P. Mario, era stato mero ordine del detto Em.mo, contro etiam la volontà del detto V.N.P. Generale.

Però quindeci giorni dopo che era stato di ordine come sopra ritenuto in casa il N.V.P. Generale e Fondatore con gli altri nominati, comparve nella nostra casa di S. Pantaleo Vlll.mo et Rev.mo Mons. Vice Gerente et fatto dare il segno con il campanello, adunati li P.P. tutti di casa per via di Notaro publicò che di ordine di N. Sig. Urbano 8, era sospeso dall'Offitio di Generale il N.V.P. Fondatore[Notas 1]. Il quale senza alcuna protesta, ne altra parola in sua diffesa ricevette dalle mani di Dio la detta mortificatione con ogni quiete esterna et interna. Et il detto Ill.mo e Rev.mo Prelato disse che sì esso, come li P.P. Assistenti suoi erano sospesi, ma che se li levava la proibitione dell'uscire di casa potendolo fare quando li piacesse, conforme li altri tutti di casa. Fu poi parlato del fatto nella publica sacra Congregatione della S. Inquisitione, e parve a quelli Em.mi di levare tale sospensione, e ne diedero anche qualche segno, ma la parte che favoriva il P. Mario, et che aderiva alli suoi spropositi, posero il punto all'E.mo Francesco Barberino di molta gelosia con dire a S. Em.za che il N.V.P. Fondatore teniva corrispondenza di lettere assai strette con l'Altezza Ser.ma di Palma, punto di molta gelosia, e raggion di stato, perchè in quei tempi erano già qualche rotture fra li Sig. Barberini, e detta Altezza, per il che non fu effettuato sì santa determinatione; anzi che PEm.o Cardinale Maculano in una Congregatione del S. Offitio disse: Non so come si entri da questa sacra Congregatione nel governo delle Religioni, essendovi la particolare Congregatione sopra di esse. Ma il Sig. Cardinale Barberino come quello che della sopra detta raggione di stato falsamente detali, era restato preso, fece segno al detto Em.o Maculano che non passasse più avanti, e stesse salda la sospensione.

Notas

  1. A margine: « 15 Jan. 1643 coram Sanctissimo data est facultas Ill.mo V. Gerenti ita in Animadv. Fidei Patr. fol. 16 »