BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap02

De WikiPía
Saltar a: navegación, buscar

Tomo2/Libro3/Cap01
Tema anterior

BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap02
Índice

Tomo2/Libro3/Cap03
Siguiente tema


Aviso OCR

Este texto ha sido obtenido por un proceso automático mediante un software OCR. Puede contener errores.

Ver traducción en Castellano

Cap. 2 Altre politiche usate per inchiodare

Gettato che hebbero li avversari direttamente contrari alla nostra povera Religione, et al suo Ven. Fondatore Generale la sopradetta pietra nel pozzo dell'ostinatione, o perfidia loro, per impedire la redintegratione del N.V. Padre, non si quietarono, anzi altre ne cercarono per meglio assicurare il suo partito, e posto.

Si ricordarono d'haver fatto anche porre la pulice nell'orecchio dell'IlLma et Ecc.ma Sig. D. Olimpia Maidalchini Panfili cugnata di N.S. Innocenzo X, in riguardo del levatoli il suo confessore che era il P. Pietro Andrea di Giesù Maria Sacerdote nostro Professo, et che haveva fatto in essa molta impressione e cagionato particolare allienatione non solo dal N.V.P. Fondatore Generale, ma anche da tutta la Religione, fecero nove diligenze con donativi di molta con-sideratione, si che inchiodarono fortemente questa porta di favori appresso S. Santità in tale guisa, che se bene li parlavano li propri generi di S. Ecc.za, dico la Sig. D. Olimpia, o fosse l'Ili.mo et Ecc.mo Sig. Principe Giustiniani, o quello di Piombino Ludovisii, o qualsivoglia altro personaggio Ecc.mo o Em.mo, non rispondeva altro, che hanno anche ardire li P.P. delle Scuole Pie di domandare grafie. Non si ricordano di quello che hanno fatto a mìo cugnato quando era Cardinale, alludendo al confessore che a lei havevano levato.

Così si persuadeva, e teniva S. Ecc.za dico D. Olimpia, fattali anche così impressionare dalli avversarli nostri interni et esterni, non se li potendo far togliere questo pensiero dalla mente in modo alcuno.

Tanto più per essere passato a miglior vita l'Em.o e R.mo Principe Alessandro Cesarini nostro Protettore, sino nelli 16 gen-naro 1644 nelle 4 hore della notte di brevissima infermità, per ordine del quale fu levato il detto confessore all'Eccma D. Olimpia, che se fosse stato vivo con propria bocca se li sarebbe fatto sapere, e detta anche la cagione per la quale fu levato da Roma, e non vi si poteva tenere.

Si degnò anche a favor della nostra povera Religione la Ser.ma Regina di Polonia di scrivere all'Ili .ma et Ecc.ma D. Olimpia, ma andò vana la speranza perchè se la passò con parole cortegiane, e non fece profitto alcuno a prò della Religione tanto si era impressionata nel nostro rancore, et tanto li insisteva la parte.

Notas