BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap02

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Cap. 2 Osservationi intorno il sopradetto Breve

Protestandomi per prima dico di voler sempre riverire, obedire, .et sopra ogn'altra cosa stimare le dispositioni de Sommi Pontefici Romani come vero figlio di S. Chiesa, né mai allontanarmi un attorno dalla S. volontà di quello e facendo bisogno sono prontissimo e dispostissimo non solo di porvi (con il divino aiuto) tutto il mio sangue; ma anche di soportare qualsivoglia crudelissima e penosissima morte per suo decoro. Però dico che nelle determinazioni del sopradetto Breve il Sommo Pontefice Innocenzo X fu malissimamente informato da. persone appassionate contro il nostro S. Istituto e Ven. P. Gioseppe della Madre di Dio Fondatore di quello, e l'inganno che fu fatto al detto Sommo Pontefice fu con pretesto di fare maggior bene al pubblico della christianità per prima e poi alli poveri Religiosi di detta perseguitata Religione, come chiaramente si vedde nel medesimo Breve, et disse anche di sua bocca. Soggiongo di più per confirmatione del medesimo che io tengo che il Breve non fosse mai segnato dal Sommo Pontefice perchè quando fu pubblicato in S. Pantaleo dal Sig. Gioseppe Palamolla non fu portato se non uno pezzo di carta, e non Breve, così mi hanno detto e scritto li nostri Religiosi che furon presenti, e ricercato il detto Sig. Palamolla di questo, non rispondeva altro se non: Quietatevi, quietatevi che tanto meglio è per voi. Et il medesimo Em.o Cardinal Ginetti Vicario del Sommo Pontefice nel pigliare il possesso della casa nostra più volte replicò: State quieti, che presto si aggiusterà ogni cosa. E questo fu in S. Pantaleo di Roma.

Inoltre essendo io venuto in Roma da Napoli, intendendo questo, assieme con il P. Gio. Carlo di S. Barbara fecimo diligenza di vedere il Registro de' Brevi, e con un poco di mancia si vidde, e lesse e non era più che otto, o dieci versi e più presto mi pare di poter dire che non era sottoscritto dal Sommo Pontefice che altrimenti. Né parlasi di soggettione all'Ordinarli, né di molte altre cose, che poi vi andarono aggiongendo per più mortificare il santo nostro P. Fondatore che per lui solo dicevano essere stato fatto.

Osserva quanto si stende circa il Colegio Nazareno, e sappi che fu tutta robba del P. Stefano degli Angeli, il quale si era fatto ponere per Rettore perpetuo di quello, ma nel stamparlo l'Em.o Cardinal Vicario lo levò; et il P. Stefano faceva questo per non essere soggetto né al P.V. Fondatore, né al P. Pietro suo primo compagno, et per dar poi gusto a questo il compositore vi aggiunse molte altre cose di maggior mortificatione e vilipendio a tutta la Religione nostra, e dopo molto tempo fu stampato con tante clausole distruttive. Stavo io in Napoli quando fu pubblicato in Roma, e saputosi in Napoli, non solo fu preso per persequtione de' Giesuiti, ma anche mi dissero Ill.mi Regenti di quel Regno, che mai si sarebbe pubblicato tale Breve in quel Regno, come in effetto mai si è publicato, sebene come più a basso si dirà, fu praticato dopo alcuni mesi dall'Ordinario. Anzi essendo venuto uno di detti Brevi stampati io lo mostrai a due Ill.mi e R.mi Prelati, uno di questi vi scrisse sopra a nostro favore, seben desistè poi pregato da me, per non dare occasione di scandalo, et altri fini riverentiali. L'altro leggendolo e considerandolo mi rispose: è un Breve fatto con l'accetta; senza causa si distruge una Religione? Non dubitate state allegramente che un altro Pontefice l'annullerà. Questi furono Mons. Maranta Vescovo di Giovenazzo in Puglia, et l'Ill.mo Sig. Abbate Orsi Residente della Maestà di Polonia.

In Roma li P.P. furono compatiti da tutti, Cardinali e Prelati, et Ecc.mi Duchi, e Prencipi, anzi Mons. Ill.mo e R.mo Ingoli Secretarlo e quasi Fondatore del Collegio di Propaganda Fide, sentendo da me e dal P. Gio. Carlo quello che stava nel Registro e quello diceva il Sig. Palamolla, mi rispose: Habbiate patienza che queste stampe di Breve in un'altro Pontificato, serviranno per turaccio di fiaschi, mentre il Breve non è stato sottoscritto.

Il sentimento che fu fatto in Germania, e Polonia, quando si seppe di questo Brève, sebene mai si publicò, e dal Re, e Regno, si vedrà nelle scritture che nell'altro libro, si porranno per estenso con ogni fedeltà.

L'Em.o e R.mo Cardinale Fabio Chigi (hora Alessandro settimo, che Dio feliciti per molti lustri) essendo Secretano di Stato di Papa Innocenzo X discorrendo seco io medesimo delle nostre calamità et affronti, che si ricevevan in molti luoghi da nostri poveri Religiosi, mi ricercò di voler vedere il Breve e lo portai e lasciai, e dopo alcuni giorni vi ritornai, et discorrendo seco alla longa, mi disse: Padre, ho letto il vostro Breve, non vi trovo occasione alcuna per distru-gere la vostra Religione. Le dissensioni sono state anche fra li santi Apostoli; si rimedia non si distrugge. Si vedde che per non considerare le cose con prudenza, si sono ridotti a fare una gran carriera senza prudenza. Distruggere una Religione per le dissensioni sole? In quale Religione non vi sono delle dissensioni?

Vedendo io in questo Prencipe Cardinale tanta carità, e compassione scrissi il tutto al nostro P. Onofrio del SS.mo Sacramento Provinciale di Polonia perchè procurasse da quelle Maestà lettera di nostra raccomandatione la quale venne, et io medesimo la portai a Sua Em.za dal quale andavo spesso, letta la lettera come anche quella di Mons. Ill.mo e R.mo Torres, all'hora Nuntio in quel Regno, mi disse: Dove potrò servire la Religione lo farò sempre. Hora sono tempi che tutte le Religioni crolano, bisogna havere patienza. E sog-giongendo io che S. Em.za nell'occasione di discorso con Sua Santità si compiacesse a tempo opportuno di dirli qualche parola di noi altri poverelli, egli soggionse: Non è mio offitio parlare di cose di Religiosi, ma vi prometto che se viene la palla a proposito la gioco a vostro favore. E consolatomi partii.

Notas