BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro2/Cap13

De WikiPía
Saltar a: navegación, buscar

Tomo3/Libro2/Cap12
Tema anterior

BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro2/Cap13
Índice

Tomo3/Libro2/Cap14
Siguiente tema


Aviso OCR

Este texto ha sido obtenido por un proceso automático mediante un software OCR. Puede contener errores.

Ver traducción en Castellano

Cap. 13 Successo di patienza e preditione 1648

Havendo il P. Gio. Stefano della Madre di Dio primo Superiore della casa nostra di S. Pantaleo eletto dall'Em.o Cardinal Vicario di N. Signore dopo il Breve redutivo, renuntiato detta carica in riguardo della libertà che particolarmente si concedeva ad un certo de nostri laici reclamanti detto Leonardo di S. Anna che poi fatto sacerdote riuscì un superbo e temerario in tale stato che divenne homicida, come a basso.

Per detta renuntia fu fatto Superiore della medesima casa il P. Gio. di Giesù Maria detto Castiglia di natione spagnollo. Il quale essendo di bontà, e simplicità grande stette nel detto governo circa due anni, dopo li quali la famiglia tutta desiderò mutatione, et essendosene parlato per prima con il N.V.P. Fondatore con suo beneplacito si parlò a Mons. Vicegerente, che era Mons. Ill.mo e R.mo Rinaldi, il tutto di ordine dell'Em.o Ginetti Vie. di N. Sig. Papa Innocenzo X.

Si determinò con sua Sig.a Ill.ma e R.ma il giorno, nel quale doveva farsi l'elettione del nostro Superiore locale. Venne Mons. a suo tempo et perchè non volse permettere che li fratelli operarli laici fossero alla nomina, come essi pretendevano havervi il voto di eleggere, allegando che il sopradetto Em.o Cardinale Vie. li haveva concesso tale gratia nella passata elettone, hebbe sua Sig.a Ill.ma qualche travaglio ma finalmente con le raggioni e sua autorità abbattè la loro pretensione.

In questo sebene stava presente, il N.V.P. Fondatore e Generale non apprì mai la bocca stando come ogni altro di noi, anzi che ne pure volse sedere in una sedia di legno che io medesimo li portai, ma sopra il banco come ogni altro di noi, con rossore di noi tutti. Si venne dopo questo all'elettione del Superiore et essendo passati più scrutinii non riuscì mai elettione perchè niuno haveva più della metà de voti, però Mons. disse: Hor vediamo come si ha da fare, e voltatosi verso il N.V.P. Fondatore disse: Padre che dice lei? Rispose con ogni umiltà, alzandosi prima in piedi, sebene fu fatto sedere: Nell'altra elettione mi fecero nominare tre per eleggerne uno di essi. Ciò sentendo Mons. disse: Voi vorreste fare sempre li Superiori, non tocca più a voi, con altre parole di mortificatione, il che fu a tutti noi di gran disgusto; ma il nostro patientissimo Padre tacque né face mottivo alcuno, et perchè il negotio andava assai alla longa il detto N.V.P. dopo un pezzo grande di tempo domandato la licenza da Mons. se ne ritirò in sua camera, dove io anche andai per vedere se li occorreva cosa alcuna di sua necessità.

Sua Sig.a Ill.ma vedendo che si faceva notte determinò di trasferire la fontione alla prima festa, e così si restò di puntamento. Venuto il giorno determinato, si stava da noi tutti aspettando, et si mandò a vedere se sarebbe venuto, e mentre si stava in questa perplessità il N.V.P. Fondatore disse a me et ad altri de nostri che stavamo in sua camera: Se Mons. non fa hoggi il Superiore, o se Mons. non viene hoggi a fare il Superiore di casa, passerà molto tempo prima che venga.

Non venne Mons. il giorno appuntato, e si effettuò, e verificò quello che predisse il N.V.P. Gioseppe della Madre di Dio nostro Fondatore e Generale: che passerebbe molto tempo prima che venisse, perchè essendo stato questo di giugno o luglio del 1648, non vi venne Mons. se non di maggio del 1649 e fece nova elettione di Superiore di casa a voti secreti.

Notas