BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro3/Costitutioni/Cap06

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Cap. 6 Bel vitto et altre mortificationi da usarsi nella Congregatione

Senti di gratia che mortificatione!

Si mangerà la carne tutti li giorni della settimana. Il venerdì (purché non sia festa) si digiunerà in memoria della Passione di Chr.o Sig. Nostro. Del resto non si astringa alcuno ad altri digiuni, che alli communi, et ordinarli della Chiesa, ma se alcuno per sua particolare devotione vorrà fare qualche altra astinenza non possa senza licenza del P. Rettore. Nel tempo che durerà la prima mensa (dove tutti dover anno trovarsi) si legga con voce intelligibile qualche libro spirituale, secondo l'arbitrio del P. Rettore e si osserverà rigoroso silentio e modestia.

Per maggior politia si stenderanno le tovaglie sopra la tavola, si adopreranno le forchette e cuchiari di ottone con piatti e vasi di maiorica et i bichieri di vetro.

Il vitto sarà commune a tutti etiam Superiore, senza particolarità alcuna nel refettorio medesimo, e sarà tale, che vi si possa stare, senza che alcuno habbia bisogno che li venga soministrato a parte.

Del pane e vino se ne dia a tutti quanto ne haveranno di necessità. Del resto si contenti ogn'uno di provedere col vitto al mantenimento e conservatione della vita, e non di sodisfare al gusto e diletto del senso, e si astenga dal soverchio mangiare e bere per conservarsi con maggiore spirito e purità nel servitio di Dio.

      • Nota lettore la diferenza del sopradetto capitolo della mortificatione a quello fatto dal N.V.P. Gioseppe Fondatore della Religione delle Scuole Pie, e vedrai lo spirito di mortificatione di questo e la sensualità dell'altro: leggi il Cap. 4 della 2a parte.

Mons. Ill.mo e R.mo Seneca già Vie. Gen. di S. Carlo Borromeo in mia presenza disse una volta ad un de' nostri, etiam in tempo di Visita Apostolica lodando la nostra parsimonia: sine Cerere, et Bacco frigescit Venus. Hor chi ha vino quanto ne vole che farà?

Notas