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:'''Cap. XI Dell'andata de' Nostri P.P. in Moravia e Germania | :'''Cap. XI Dell'andata de' Nostri P.P. in Moravia e Germania |
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- Cap. XI Dell'andata de' Nostri P.P. in Moravia e Germania
Nel libro 2° al Cap. 14 toccai questa missione di Germania, e che per tale effetto il N.V.P. Fondatore haveva fatto venire da Genoa il suo primo compagno V. P. Pietro della Natività in Roma, ma poi non si effettuò per voler di Dio, e però il detto P. V. fu mandato in Napoli, et in Sicilia dove si eran apperte le Scuole Pie.
Non cessò il detto Mons. ill.mo Gramaia di fare sempre più calde istanze perchè li nostri PP. andassero in Moravia, e propriamente nella città di Nicolspurg, Stato dell'Em.o e Rev.mo Sig. Cardinale Dietristain. E però fecero che Mons. Ill.mo e Rev.mo Auditor di Rota di quelli paesi ne facesse istanza straordinaria più volte, e passaron fra li detti due 111.mi Prelati diverse lettere in questo particolare, e finalmente si concluse l'andata.
Il N.V.P. Fondatore e Generale finalmente desiderando di aiutare quei paesi per convertire tanti eretici che vi regnano conde-scese a tante istanze ancorché fosse scarso di soggetti et per tale missione elesse il venerando P. Pelegrino di S. Francesco modenese (credo) con li altri seguenti: il P. Ambrosio di S. Maria tedesco, il P. Luca romano, il chierico Gioseppe di S. Nicolò da Tolentino napolitano, il fratello Gio. di S. Maria sguissero; non mi ricordo vi fossero altri.
Gionsero, dopo molti patimenti di sì longo viaggio a salvamento dall'Em.o Cardinale Francesco Dietristain Vescovo di Olmuz e Viceré di Moravia in Nicolspurg et se bene egli non haveva saputo la partenza de' nostri PP. di Roma, e però non li haveva proveduti conforme la sua magnificenza haverebbe fatto, con tutto ciò li abbracciò con grand'affetto, e li fece quelle accoglienze che dalla di lei carità aspettarsi potevano. E veramente se havesse visti tanti angeli del cielo giongere in sua casa non poteva far di più.
Li tenne in riposo più giorni, li accarezzò con ogni affetto, li tenne più volte a mangiar seco, et altre volte assai egli medesimo li serviva a tavola. Discorreva volentierissimo con ogni familiarità con essi, et particolarmente con il P. Pelegrino si tratteniva delle hore in discorsi.
Scrisse in Roma al N.V.P. Generale e Fondatore lettere di rin-gratiamenti non ordinarli, restandoli obligatissimo del favore fattoli in mandarli li Padri, che li haveva pigliati per figli, et che come tali li haverebbe sempre trattati, come in effetto osservò quanto visse, e lo mantengono anche li Ecc.mi Principi suoi nepoti.
Pensò Sua Em.a Rev.ma di dar alli nostri PP. la chiesa della S. Casa di Loretto da esso fatta fabricare in Nicolsburg in forma di quella della Marca in Italia. Ma perchè haverebbe dato qualche impedimento all'Istituto nostro pensò non farlo, ma impiegare li nostri Padri in cose di maggior rilievo.
Instituì un seminario di giovanetti con titolo di Colegio Lauretano del quale diede la carica alli nostri PP. del spirituale e temporale, dovendo ogni giorno andare ad una Messa cantata nella detta chiesa della S. Casa di Loretto, et anche alle Litanie di Nostra Signora sempre Vergine.
Fondò anche un'altro luogo come per ricovero ed hospitio per tutti li giovanetti forastieri, che volessero venire alle Scuole Pie ad imparare le lettere, e molto più le cose appartenenti alla fede cato-lica, che molto li premeva, et con il sito o stanza, se li dava una pagnotta e minestra il giorno.
Per habitatione delli nostri PP. il detto Em.o e Rev.mo Principe Cardinale fece per interim aggiustare una gran fabrica, che prima era delli Anabatisti, et accomodò in modo che vi habitavano molti Religiosi, con le loro officine necessarie, et orto contiguo.
Acanto questo sito vi era la sua chiesa assai commoda fornita di tutte le cose necessarie, e frequentata molto da quel popolo per la comodità di confessarsi, e per la politia con che si teniva.
Erano anche le scuole ivi vicino et attaccato perchè li PP. non riavessero sogetto nel loro claustro, e partamento.
Si fece anche un dormitorio separato per gli alunni del colegio Lauretano al quale li PP. nostri andavano con ogni commodità per la buona direttione delli giovanetti, ma erano custoditi da un clerico seculare per maggior gravità delli PP. nostri. Di tutte queste cose meglio si potrà sapere in detta Provincia.