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In ogni tempo, et in ogni coniuntura il N.V.P. Gioseppe della Madre di Dio Generale e Fondatore della Religione delle Scuole Pie dimostrò desiderio grande della salute del P. Stefano degli Angeli, e però per più anni non essendo anche sacerdote lo fece ritirare al novi-tiato a fare li essercitii spirituali, lo teniva più che poteva appresso di se, e quando la mattina non compariva all'oratione mentale, lo mandava a chiamare, ed in privato, e publico Fessortava, e corregieva delli suoi diffetti e colpe con ogni paterna carità. Tralascio le molte volte che lo sopportò con gran patienza per non venire a gravi castighi stante li favori che haveva di Porpore et Potentati, che se cosi non havesse fatto ne sarian venuti romori gravi, et altre cose simili, che anche in altri tomi ne ho tocco qualche cosa, che a proposito cadeva.
 
In ogni tempo, et in ogni coniuntura il N.V.P. Gioseppe della Madre di Dio Generale e Fondatore della Religione delle Scuole Pie dimostrò desiderio grande della salute del P. Stefano degli Angeli, e però per più anni non essendo anche sacerdote lo fece ritirare al novi-tiato a fare li essercitii spirituali, lo teniva più che poteva appresso di se, e quando la mattina non compariva all'oratione mentale, lo mandava a chiamare, ed in privato, e publico Fessortava, e corregieva delli suoi diffetti e colpe con ogni paterna carità. Tralascio le molte volte che lo sopportò con gran patienza per non venire a gravi castighi stante li favori che haveva di Porpore et Potentati, che se cosi non havesse fatto ne sarian venuti romori gravi, et altre cose simili, che anche in altri tomi ne ho tocco qualche cosa, che a proposito cadeva.

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Cap. 7 Quanto fece il P. Gioseppe Fondatore per guadagnar l'anima del detto P. Stefano

In ogni tempo, et in ogni coniuntura il N.V.P. Gioseppe della Madre di Dio Generale e Fondatore della Religione delle Scuole Pie dimostrò desiderio grande della salute del P. Stefano degli Angeli, e però per più anni non essendo anche sacerdote lo fece ritirare al novi-tiato a fare li essercitii spirituali, lo teniva più che poteva appresso di se, e quando la mattina non compariva all'oratione mentale, lo mandava a chiamare, ed in privato, e publico Fessortava, e corregieva delli suoi diffetti e colpe con ogni paterna carità. Tralascio le molte volte che lo sopportò con gran patienza per non venire a gravi castighi stante li favori che haveva di Porpore et Potentati, che se cosi non havesse fatto ne sarian venuti romori gravi, et altre cose simili, che anche in altri tomi ne ho tocco qualche cosa, che a proposito cadeva.

Quando il R.mo P. Visit. Pietrasanta nominò il detto P. Stefano per Superiore Generale della nostra povera Religione delle Scuole Pie, e perchè di tale titolo era da' P.P. conosciuto indegno, et perchè rivolevano nel suo grado et autorità di Generale il loro V.P. Fondatore, si voltarono con tanto sdegno contro il detto P. Stefano, per non haver esso da se refiutato la detta dignità, e perchè sapevano che con indebite trapole si era procurato tale officio, e dignità, si rivol-taron dico in tal modo che dubitando di gran male se ne fuggì alla camera di detto N.V.P. Fondatore e da questo fu diffeso, e rimesso in gratia in modo che lo ricevettero per Superiore et di più scrisse a me, et ad altri che lo riconoscessimo per tale, ed egli anche per suo Superiore lo nomina.

In oltre disse a me, che ogni giorno faceva particolare oratione per la salute spirituale di detto P. Stefano, e più volte il giorno.

Venne con esso lui più volte a diversi trattati di agiustamento per mezzo di più persone, ma il P. Stefano pigliava queste coniunture per dar parole, e longarie e come si suol dire menar per il naso il V.N.P., il quale se bene conosceva l'artifitio non si tirava a dietro se non quando vedeva che nel negotiato vi poteva esser qualche offesa di S.D.M.

Più volte trattò con li P.P. di casa di lasciarlo venire in S. Pantaleo, a fine che non andasse così vagando solo per la città.

Ogni volta che il P. Stefano dimostrava desiderio di parlare con il N.V.P. Fondatore, e di suo ordine li è fatta l'imbasciata il detto N.V.P. non guardando ad alcuno incomodo suo andava a trovarlo e li parlava con ogni paterna carità, ricordandoli sempre l'obligo che si ha d'attendere alle virtù religiose.

Dopo la redutione della nostra povera Religione in Congrega-tione sì miserabile, e deploranda, come la ridusse Papa Innocenzo X, il detto P. Stefano fece comparire diversi e grossi debiti a danno della nostra casa di S. Pantaleo, che ascendevano a più d'un migliaro di scudi. In questo diceva il detto N.V.P.: Pover anima, pover anima, Iddio li perdoni il male che ci ha fatto, e li dia gratia di rivedersi e di far penitenza. Raccomandamolo a Dio, è carità grande il pregar Dio per lui, il guadagnare un anima. Oh quanto vale, e quanto piace a Dio - e lo proferiva con tanto sentimento, che inteneriva tutti noi.

Se alcuno poi a questo rispondeva, rimemorando il male fatto al publico della Congregatione e Religione nostra, il N.V.P. rispondeva: Oh che sciocchezza è questa, e quanto è balordo l'huomo, che nelli travagli fissa l'occhio nelle seconde cause, et non al primo moto che è Dio. Il P. Stefano ci serve per copiero del volere di Dio, et però a S.D.M. dobbiamo restare obligati per il favore che ci fa di mortificarci in questo modo, e pregare per la salute spirituale del P. Stefano, che è istromento di Dio.

Notas