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- Cap. 12 Il Sig. F.S. Martiniz scrive al N.V.P. Fondatore
A tergo: Al R.mo in Xpo P. mio colmo il P. Gioseppe della Madre di Dio, Generale delle Scuole Pie. Roma.
Intus: R.mo in Xpo P. mio Cariss.mo e Col.mo
Con sommo affetto e riverenza lessi la gratissima lettera di V.P. R.ma alla quale auguro dal Signore felicissimo questo novo anno, pregando S.D.M. che conservila in questa vita salva per molti anni ancora, per meritar maggior corona con prò della Religione, quale senza dubio è opera bonissima di Dio, servendosi, et havendo eletta la persona di V.P. R.ma per istromento suo in ciò, quale Instituto delle Scuole Pie, che habbia buon fondo, contrasegni infalibili sono le persequtioni, quali, benché moleste, ma quasi necessarie, passaran-no come le mosche, o meglio api pungendo, darannoci il miele. Io quanto posso l'aiuterò, e servirò volentierissimo, ed obligatissima-mente essendo partecipe nella gratissima figliolanza di tutti li meriti delle Scuole Pie, almeno in tanto con orationi, benché indegne, per la prosperità ed incremento santo di essa.
Quanto che V.P. R.ma mi augura la vera nobiltà delle virtù, piaccia al Signore che, come temo, non vada scemando, che dovendo crescere più nelle virtù Christiane; e la prego che preghi il Signore
Iddio per me. Pare a me che a Roma fui più buono Chierico, che non sono hora sacerdote, m'impetri V.P. R.ma dal Signore che sacrificar quotidie, non sit mihi reatus ad poenam, sed intercessio sa-lutaris ad veniam, sit contra omnia mundi percula firmamentum. Alla quale raccomandandomi humilmente P.S. Sig. Iddio ci conceda una buona pace catolica illuminando gli heretici alla vera fede, ed unitamente trionfare contro il Turco.
La P.S. di gratia mi scriva rimedii efficaci contro la malenconia, e collera, e pusillanimità, che patisco grandemente nella Messa, et in altro tempo, senza grande cagione.
Praga 13 dicembre 1646. Resto di V.P. R.ma
Aff.mo et Oblig.mo Servo F.L. Benno Martinis
Il Padre di questo Ill.mo Sig. che scrive la sopradetta lettera, in tempo che il Regno di Boemia si ribellò all'Imperatore, et elesse per Re il Palatino del Reno, trovandosi nel Consiglio nella città di Praga parlando in difesa dell'Imperatore, il Consiglio si alterò di maniera, che subbito fu il povero Sig. gettato nella piazza per una finestra, e per la Dio gratia non si fece male alcuno. E poi quando ritornò l'Imperatore al possesso del detto Regno essaltò il detto Signore e lo fece Viceré e governatore perpetuo nella città di Praga capo del Regno, et hora vi è stato confermato il figlio fratello maggiore di quello, che ha scritto la sopradetta lettera, e questo è canonico al presente di Ormizze, e di due altre catedrali, che non mi ricordo oltre che anche è Prevosto della chiesa di S. Pietro di Praga, dignità immediatamente soggetta al Sommo Pontefice Romano.
Questo Signore ha più volte fatto istanze grandi di esser vestito del nostro s. habito, ma il N.V.P. Fondatore l'ha essortato a servire Iddio da prete secolare.
Et in questi anni il detto Ill.mo e R.mo Sig. Prevosto con l'Ecc.mo Sig. Viceré di Boemia Governatore perpetuo di Praga hanno fatto una fondatione de' nostri P.P. in una loro città detta Slana, et vi sta una buona famiglia, e si spera ottimi progressi forniti in bene li presenti rumori di guerra del Turco, come se ne supplica di •cuore S.D.M.