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:'''Cap. 10 Belli impieghi santi In che si tratteneva in Roma il nostro-Don Giuseppe
 
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In Roma oltre la servitù del detto E.mo Cardinale Colonna sì occupava ... le opere della Misericordia: visitava li prigionieri procurando di liberarli con aggiustare la parte . . . con quella diligenza maggiore, che le era possibile etiam con la propria bontà, visitava gli hospidali servendo gli amalati con molta carità in tutti gli ufficii necessarii, in rifarli li letti, netarli la testa, natarli i nasi immondi, e facevali ogni cosa di che era ricercato, rimproverandoli anche . . . qualche cosa che alli amalati secondo li . . . suole piacere. Predicava anche per le piazze publiche con molto affetto in quelli luoghi particolarmente dove praticano li poveri contadini conducendoli poi nelle chiese vicine, dove li confessava, et con maggior quiete l'insegnava le cose principali della Dottrina Christiana per esser veri christiani, e timorosi di Dio
 
In Roma oltre la servitù del detto E.mo Cardinale Colonna sì occupava ... le opere della Misericordia: visitava li prigionieri procurando di liberarli con aggiustare la parte . . . con quella diligenza maggiore, che le era possibile etiam con la propria bontà, visitava gli hospidali servendo gli amalati con molta carità in tutti gli ufficii necessarii, in rifarli li letti, netarli la testa, natarli i nasi immondi, e facevali ogni cosa di che era ricercato, rimproverandoli anche . . . qualche cosa che alli amalati secondo li . . . suole piacere. Predicava anche per le piazze publiche con molto affetto in quelli luoghi particolarmente dove praticano li poveri contadini conducendoli poi nelle chiese vicine, dove li confessava, et con maggior quiete l'insegnava le cose principali della Dottrina Christiana per esser veri christiani, e timorosi di Dio
  
Nelle feste similmente con ogni diligenza andava ad insegnare nelle chiese la Dottrina Christiana alli figliuoli impiegandovisi con ogni diligenza e carità, e ne fu più volte Officiale e Visitatore generale<ref group='Notas'>In margine: « Presidente, Infermiere, Proveditore spirituale dal 1601 a 1604 et il primo nome a carte 16 del p.o libro ».</ref> et fu anche in una publica Congregatione da tutti gli Operarli ad una voce nominato per Prefetto di tutte le Dottrine di Roma, dignità assai stimata in quel tempo, e se bene egli ciò intendendo intrò a parlare all'Em.mo Cardinale Medici, che fu poi Leone XI et presiedeva a quella Congregatione come Protettore, iscusandosi di non poter pigliare quell'Officio perché già impiegato nell'Opera delle Scuole Pie, sua Em.za conoscendo il fatto, pubblicamente dichiarò che il Sig. Don Gioseppe Calasantio theologo dell'Em. Colonna non poteva accettar tale carica per l'impiego delle Scuole Pie, che però elegessero altri. Con tutto ciò hebbe una voce solo di meno di quello che fu eletto (e furono voti favorevoli 140 e più) per Prefetto o Presidente, tanta era la stima in che era appresso tutti quelli fratelli, molti de quali erano di non bassa conditione in Roma. In questo tempo essercitava solamente l'opere di Misericordia di insegnare agli ignoranti, ma . . . distribuiva alli poveri quando pane, quando danari, dando in un istesso tempo nutrimento all'anima et al corpo<ref group='Notas'>A questo punto del testo v'è un asterisco di richiamo, di cui si leggono solo le parole: « qui si ponga la carta... ».</ref>.
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Nelle feste similmente con ogni diligenza andava ad insegnare nelle chiese la Dottrina Christiana alli figliuoli impiegandovisi con ogni diligenza e carità, e ne fu più volte Officiale e Visitatore generale<ref group='Notas'>In margine: « Presidente, Infermiere, Proveditore spirituale dal 1601 a 1604 et il primo nome a carte 16 del p.o libro ».</ref> et fu anche in una publica Congregatione da tutti gli Operarli ad una voce nominato per Prefetto di tutte le Dottrine di Roma, dignità assai stimata in quel tempo, e se bene egli ciò intendendo intrò a parlare all'Em.mo Cardinale Medici, che fu poi Leone XI et presiedeva a quella Congregatione come Protettore, iscusandosi di non poter pigliare quell'Officio perché già impiegato nell'Opera delle Scuole Pie, sua Em.za conoscendo il fatto, pubblicamente dichiarò che il Sig. Don Gioseppe Calasantio theologo dell'Em. Colonna non poteva accettar tale carica per l'impiego delle Scuole Pie, che però elegessero altri. Con tutto ciò hebbe una voce solo di meno di quello che fu eletto (e furono voti favorevoli 140 e più) per Prefetto o Presidente, tanta era la stima in che era appresso tutti quelli fratelli, molti de quali erano di non bassa conditione in Roma. In questo tempo essercitava solamente l'opere di Misericordia di insegnare agli ignoranti, ma . . . distribuiva alli poveri quando pane, quando danari, dando in un istesso tempo nutrimento all'anima et al corpo<ref group='Notas'>A questo punto del testo v'è un asterisco di richiamo, di cui si leggono solo le parole: « qui si ponga la carta... ».</ref>.
  
 
Fu delli Fondatori dell'Arciconfraternita del Refugio, fondata per dar Refugio con Messe, et altre orationi alle anime del Purgatorio, oltre a soliti santi esercitii in che si impiegano li fratelli di quella per loro propria salute, et edificatione de prossimi.
 
Fu delli Fondatori dell'Arciconfraternita del Refugio, fondata per dar Refugio con Messe, et altre orationi alle anime del Purgatorio, oltre a soliti santi esercitii in che si impiegano li fratelli di quella per loro propria salute, et edificatione de prossimi.
  
Era similmente molto assiduo nella Arciconfraternita delle Sacre Stimate di San Francesco, che in quel tempo pure si era novamente eretta in Roma e fioriva in molti essercitii di S.te virtù, e mortifica-tioni nella quale concorrevano molte pe/sone titolate, e Prelati di gran . . .&lt;ref group='Notas'&gt;In margine: « Vi fu ascritto a 18 luglio 1599 »&lt;/ref&gt;
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Era similmente molto assiduo nella Arciconfraternita delle Sacre Stimate di San Francesco, che in quel tempo pure si era novamente eretta in Roma e fioriva in molti essercitii di S.te virtù, e mortifica-tioni nella quale concorrevano molte pe/sone titolate, e Prelati di gran . . .<ref group='Notas'>In margine: « Vi fu ascritto a 18 luglio 1599 »</ref>
  
E nell'anno santo del 1600 fecero una processione che dette grandissima compuntione ... a tutta questa S. Città, e a innumerabile popolo di ogni natione accorso per guadagnare quel santo et uni-versal Giubileo&lt;ref group='Notas'&gt;In margine: « Si ascrisse per Fratello nell'Archiconfraternita della SS. Trinità de Pellegrini e Convalescenti et in servir questi si mostrò pieno di umiltà e patienza per molti anni particolarmente l'anno Santo del 1600, regnando Clemente ottavo, in tanto che tirava a se il cuore di tutti ».&lt;/ref&gt;.
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E nell'anno santo del 1600 fecero una processione che dette grandissima compuntione ... a tutta questa S. Città, e a innumerabile popolo di ogni natione accorso per guadagnare quel santo et uni-versal Giubileo<ref group='Notas'>In margine: « Si ascrisse per Fratello nell'Archiconfraternita della SS. Trinità de Pellegrini e Convalescenti et in servir questi si mostrò pieno di umiltà e patienza per molti anni particolarmente l'anno Santo del 1600, regnando Clemente ottavo, in tanto che tirava a se il cuore di tutti ».</ref>.
  
Quello in che più particolarmente, e quotidianamente impiega-vasi era nelPaggiuto delli poveri infermi perché essendo in quel tempo eretta la Compagnia detta di S. Apostolo in Roma nella chiesa de P.P. Conventuali . . . l'esercitio della quale Compagnia è di . . . tutti li poveri infermi fuori degli hospidali provvedendoli di quanto conviene, come di medico, medicine, barbiere e chirurgo per ogni loro bisogno con pagarli galine et altre cose necessarie ad uno infermo, deputandosi per questo effetto per ogni Quartiero, o Rione di Roma due fratelli. In questa Compagnia fu de primi ad ascriversi il nostro Don Gioseppe Calasantio. In questa santa opera si impiegò con tanto affetto e carità che ... di uno Rione, ne haveva due e tre quotidianamente, et anche soccorreva agli altri quando ne veniva ricercato dalli Compagni, o gli era ingiunto dalli Superiori della Compagnia, assecondandolo con carità grande e con frutto sì evidente nelle anime delli infermi, che tutti ne restavano edificatissimi e desiderosi di haver sempre lui per Compagno&lt;ref group='Notas'&gt;A margine: « del 1597 era uno de Consultori et ufficiale di detta Archi-confraternita come appare nelli libri di quella. Fu però ascritto per fratello più anni prima »&lt;/ref&gt; E per . . . all'officio ingiontoli in visitare li poveri infermi, come che la giornata li paresse . . . spendere tutta in loro servitù . . . fosse stato di pietra, e non obligato in secondare alle necessità del proprio corpo, quando si riduceva a casa per pigliar un poco di cibo, che ordinariamente era pane et acqua sola, questa beveva alla fonte, prima di salire alle stanze sue per non perdere tempo, non mangiando che alla sera . , . tanto e tornasse molto tardi alla casa . . . provedeva solo del . . . corporale, ma molto bene ancora del spirituale, insegnandoli a sopportare con patientia e merito l'infermità, e la povertà, facendoli caritative . . . per questo effetto, et a chi conosceva capace insegnava a far oratione mentale, et a far atti molto grandi di virtù. Fra queste una fu, una povera stro-piata figlia di un . . . che havendo conosciuto che Iddio molto . . . fare ogni giorno mentalmente le Sette Chiese, e la Scala Santa, e le altre stationi di Roma, che . . . la bontà del Signore con la sua gratia, pervenuta al supremo grado di oratione mentale, et un grande amor di Dio, che non havendo altro Ubero delli sensi che la lingua, per essere del resto tutta stroppiata domandò di voler affligere maggiormente il suo corpo con cilizii e catene di ferro, le quali concesseli dal nostro D. Gioseppe, si vidde subito miglioramento grande in tutto il suo corpo, in guisa tale che altre inferme ... li domandavano cilizii e catenelle, et in tal modo la detta stropiata divenne specchio di perfetione.
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Quello in che più particolarmente, e quotidianamente impiega-vasi era nelPaggiuto delli poveri infermi perché essendo in quel tempo eretta la Compagnia detta di S. Apostolo in Roma nella chiesa de P.P. Conventuali . . . l'esercitio della quale Compagnia è di . . . tutti li poveri infermi fuori degli hospidali provvedendoli di quanto conviene, come di medico, medicine, barbiere e chirurgo per ogni loro bisogno con pagarli galine et altre cose necessarie ad uno infermo, deputandosi per questo effetto per ogni Quartiero, o Rione di Roma due fratelli. In questa Compagnia fu de primi ad ascriversi il nostro Don Gioseppe Calasantio. In questa santa opera si impiegò con tanto affetto e carità che ... di uno Rione, ne haveva due e tre quotidianamente, et anche soccorreva agli altri quando ne veniva ricercato dalli Compagni, o gli era ingiunto dalli Superiori della Compagnia, assecondandolo con carità grande e con frutto sì evidente nelle anime delli infermi, che tutti ne restavano edificatissimi e desiderosi di haver sempre lui per Compagno<ref group='Notas'>A margine: « del 1597 era uno de Consultori et ufficiale di detta Archi-confraternita come appare nelli libri di quella. Fu però ascritto per fratello più anni prima »</ref> E per . . . all'officio ingiontoli in visitare li poveri infermi, come che la giornata li paresse . . . spendere tutta in loro servitù . . . fosse stato di pietra, e non obligato in secondare alle necessità del proprio corpo, quando si riduceva a casa per pigliar un poco di cibo, che ordinariamente era pane et acqua sola, questa beveva alla fonte, prima di salire alle stanze sue per non perdere tempo, non mangiando che alla sera . , . tanto e tornasse molto tardi alla casa . . . provedeva solo del . . . corporale, ma molto bene ancora del spirituale, insegnandoli a sopportare con patientia e merito l'infermità, e la povertà, facendoli caritative . . . per questo effetto, et a chi conosceva capace insegnava a far oratione mentale, et a far atti molto grandi di virtù. Fra queste una fu, una povera stro-piata figlia di un . . . che havendo conosciuto che Iddio molto . . . fare ogni giorno mentalmente le Sette Chiese, e la Scala Santa, e le altre stationi di Roma, che . . . la bontà del Signore con la sua gratia, pervenuta al supremo grado di oratione mentale, et un grande amor di Dio, che non havendo altro Ubero delli sensi che la lingua, per essere del resto tutta stroppiata domandò di voler affligere maggiormente il suo corpo con cilizii e catene di ferro, le quali concesseli dal nostro D. Gioseppe, si vidde subito miglioramento grande in tutto il suo corpo, in guisa tale che altre inferme ... li domandavano cilizii e catenelle, et in tal modo la detta stropiata divenne specchio di perfetione.
  
 
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Cap. 10 Belli impieghi santi In che si tratteneva in Roma il nostro-Don Giuseppe

In Roma oltre la servitù del detto E.mo Cardinale Colonna sì occupava ... le opere della Misericordia: visitava li prigionieri procurando di liberarli con aggiustare la parte . . . con quella diligenza maggiore, che le era possibile etiam con la propria bontà, visitava gli hospidali servendo gli amalati con molta carità in tutti gli ufficii necessarii, in rifarli li letti, netarli la testa, natarli i nasi immondi, e facevali ogni cosa di che era ricercato, rimproverandoli anche . . . qualche cosa che alli amalati secondo li . . . suole piacere. Predicava anche per le piazze publiche con molto affetto in quelli luoghi particolarmente dove praticano li poveri contadini conducendoli poi nelle chiese vicine, dove li confessava, et con maggior quiete l'insegnava le cose principali della Dottrina Christiana per esser veri christiani, e timorosi di Dio

Nelle feste similmente con ogni diligenza andava ad insegnare nelle chiese la Dottrina Christiana alli figliuoli impiegandovisi con ogni diligenza e carità, e ne fu più volte Officiale e Visitatore generale[Notas 1] et fu anche in una publica Congregatione da tutti gli Operarli ad una voce nominato per Prefetto di tutte le Dottrine di Roma, dignità assai stimata in quel tempo, e se bene egli ciò intendendo intrò a parlare all'Em.mo Cardinale Medici, che fu poi Leone XI et presiedeva a quella Congregatione come Protettore, iscusandosi di non poter pigliare quell'Officio perché già impiegato nell'Opera delle Scuole Pie, sua Em.za conoscendo il fatto, pubblicamente dichiarò che il Sig. Don Gioseppe Calasantio theologo dell'Em. Colonna non poteva accettar tale carica per l'impiego delle Scuole Pie, che però elegessero altri. Con tutto ciò hebbe una voce solo di meno di quello che fu eletto (e furono voti favorevoli 140 e più) per Prefetto o Presidente, tanta era la stima in che era appresso tutti quelli fratelli, molti de quali erano di non bassa conditione in Roma. In questo tempo essercitava solamente l'opere di Misericordia di insegnare agli ignoranti, ma . . . distribuiva alli poveri quando pane, quando danari, dando in un istesso tempo nutrimento all'anima et al corpo[Notas 2].

Fu delli Fondatori dell'Arciconfraternita del Refugio, fondata per dar Refugio con Messe, et altre orationi alle anime del Purgatorio, oltre a soliti santi esercitii in che si impiegano li fratelli di quella per loro propria salute, et edificatione de prossimi.

Era similmente molto assiduo nella Arciconfraternita delle Sacre Stimate di San Francesco, che in quel tempo pure si era novamente eretta in Roma e fioriva in molti essercitii di S.te virtù, e mortifica-tioni nella quale concorrevano molte pe/sone titolate, e Prelati di gran . . .[Notas 3]

E nell'anno santo del 1600 fecero una processione che dette grandissima compuntione ... a tutta questa S. Città, e a innumerabile popolo di ogni natione accorso per guadagnare quel santo et uni-versal Giubileo[Notas 4].

Quello in che più particolarmente, e quotidianamente impiega-vasi era nelPaggiuto delli poveri infermi perché essendo in quel tempo eretta la Compagnia detta di S. Apostolo in Roma nella chiesa de P.P. Conventuali . . . l'esercitio della quale Compagnia è di . . . tutti li poveri infermi fuori degli hospidali provvedendoli di quanto conviene, come di medico, medicine, barbiere e chirurgo per ogni loro bisogno con pagarli galine et altre cose necessarie ad uno infermo, deputandosi per questo effetto per ogni Quartiero, o Rione di Roma due fratelli. In questa Compagnia fu de primi ad ascriversi il nostro Don Gioseppe Calasantio. In questa santa opera si impiegò con tanto affetto e carità che ... di uno Rione, ne haveva due e tre quotidianamente, et anche soccorreva agli altri quando ne veniva ricercato dalli Compagni, o gli era ingiunto dalli Superiori della Compagnia, assecondandolo con carità grande e con frutto sì evidente nelle anime delli infermi, che tutti ne restavano edificatissimi e desiderosi di haver sempre lui per Compagno[Notas 5] E per . . . all'officio ingiontoli in visitare li poveri infermi, come che la giornata li paresse . . . spendere tutta in loro servitù . . . fosse stato di pietra, e non obligato in secondare alle necessità del proprio corpo, quando si riduceva a casa per pigliar un poco di cibo, che ordinariamente era pane et acqua sola, questa beveva alla fonte, prima di salire alle stanze sue per non perdere tempo, non mangiando che alla sera . , . tanto e tornasse molto tardi alla casa . . . provedeva solo del . . . corporale, ma molto bene ancora del spirituale, insegnandoli a sopportare con patientia e merito l'infermità, e la povertà, facendoli caritative . . . per questo effetto, et a chi conosceva capace insegnava a far oratione mentale, et a far atti molto grandi di virtù. Fra queste una fu, una povera stro-piata figlia di un . . . che havendo conosciuto che Iddio molto . . . fare ogni giorno mentalmente le Sette Chiese, e la Scala Santa, e le altre stationi di Roma, che . . . la bontà del Signore con la sua gratia, pervenuta al supremo grado di oratione mentale, et un grande amor di Dio, che non havendo altro Ubero delli sensi che la lingua, per essere del resto tutta stroppiata domandò di voler affligere maggiormente il suo corpo con cilizii e catene di ferro, le quali concesseli dal nostro D. Gioseppe, si vidde subito miglioramento grande in tutto il suo corpo, in guisa tale che altre inferme ... li domandavano cilizii e catenelle, et in tal modo la detta stropiata divenne specchio di perfetione.

Notas

  1. In margine: « Presidente, Infermiere, Proveditore spirituale dal 1601 a 1604 et il primo nome a carte 16 del p.o libro ».
  2. A questo punto del testo v'è un asterisco di richiamo, di cui si leggono solo le parole: « qui si ponga la carta... ».
  3. In margine: « Vi fu ascritto a 18 luglio 1599 »
  4. In margine: « Si ascrisse per Fratello nell'Archiconfraternita della SS. Trinità de Pellegrini e Convalescenti et in servir questi si mostrò pieno di umiltà e patienza per molti anni particolarmente l'anno Santo del 1600, regnando Clemente ottavo, in tanto che tirava a se il cuore di tutti ».
  5. A margine: « del 1597 era uno de Consultori et ufficiale di detta Archi-confraternita come appare nelli libri di quella. Fu però ascritto per fratello più anni prima »