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- Cap. 8 Risposta fatta a chi domandava la casa nostra di Ancona
Sono molti anni che li nostri Padri appersero le Scuole Pie nella città di Ancona appresso la santa Casa di Loreto, et tengono un assai bon sito, e cominciato assai buona fabrica, venendo molto ben visti da tutta la città e contorni.
Essendosi dilatata la voce della redutione di Religione in semplice Congregatione senza voti e Superiori Regulari, e scrivendosi dagli emuli nostri per ogni parte sempre maggiori ruine e distrutioni della povera Religione delle Scuole Pie, e suoi luoghi, si mossero con questi inditii li RR.PP. Conventuali di S. Francesco a procurare di ottenere, o in compra, o in altro miglior modo, la casa nostra di detta città di Ancona, et trovarono a tale effetto un modo, e mezzo assai potente appresso Sua Santità alla quale fecero presentare un memoriale con tale istanza, come che da' nostri Padri fosse di già abbandonato il luogo, o che stessero in procinto di lasciarlo fra pochi giorni.
Sua Santità fece il rescritto: Pro informatione a Mons. Albici Assessore del santo Offitio dell'Inquisitione di Roma. Sua Sig.ria 111 .ma et hora Em.o Cardinale, informatosi del tutto, riferì a Sua Santità, che non solo li Padri delle Scuole Pie non havevano lasciato la casa delle Scuole Pie di Ancona, ma che vi tenivano una famiglia numerosa, e molto stimata da tutta la città che è delle Scuole, e della vita de' Religiosi, ne restava molto ben servita, ed edificata in ogni cosa a loro appartenente.
Il Sommo Pontefice dimostrò del tutto particolar gusto, et ordinò a Mons. Albici che rispondesse all'istanza, che N.S. non solo non haveva distrutto la Religione delle Scuole Pie, ma solo mutatala in Congregatione perchè meglio si potesse dilatare in servitio di S. Chiesa, et aiuto de' poveri, et che però non havessero questo pensiero di havere il loro luogo e casa.
Tanto si seppe da noi altri dal medesimo Ill.mo et R.mo Mons. Albici Assessore e dalli medesimi Padri.