BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap09

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Cap. 9 Dell'Ordìnatione de nostri Professi in tempo della redutione

Si dubitò molto da noi medesimi, anzi anche me ne scrisse in Napoli il N.V.P. Fondatore del dubio che vi era se li nostri clerici Professi di voti solenni si fossero ordinati ad titulum paupertatis, aut saltem Congregationis stante che a multis multa, et contraria divulgabantur. Ed anche nello spedire l'indulgenze per le nostre chiese si ponevano delle clausole o nomi di poco decoro, come nella chiesa delli Maestri delle Scuole Pie, o delli Preti seculari delle Scuole Pie, e vi erano delli Religiosi che di questo, o simili cose se ne im-pivano la bocca, et ardivano di dire anche, che li nostri voti erano dichiarati nulli, et che non vi voleva Breve per uscire, e che chi non era ordinato in sacris, poteva senz'altro pigliar moglie, e vivere con habito di seculare laico, sebene chi non era di animo appassionato verso il nostro santo Istituto, o suo Ven. Fondatore vedendo li Brevi di quelli, che si facevano Preti seculari, e di chi si ordinava in tribus diebus festivis, mutava parere. Né meno noi altri pigliavamo Pinulgenze con simili parole, in tanto che poi si andò quietando il mare, e vedendo la nostra perseveranza, e che si proseguiva l'Istituto con il medesimo affetto, et habito di prima, facevano l'indulgenze come di prima sotto nome di Chierici Regulari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie.

Vi furono degli Ordinarli, che non volevano dare alcun ordine alli nostri clerici professi, se non si vestivano da Prete secolare, e se non mostravano il patrimonio, come fanno ad ogni altro giovane, o clerico secolare. La Santità poi di N.S. et l'Em.o Cardinale Vicario Ginetti mai fecero queste difficultà, et l'Ul.mi e R.mi Mons. Fagnani, Farnese ed Albici, Secretarli di diverse Congregationi, et hora li due ultimi Emi e R.mi Cardinali, sempre ci nominavano, e fecero nominare e tenere per veri Regulari in ogni Congregatione e nelli Decreti che per noi si facevano.

La Santità di N.S. Innocenzo X nelli Brevi che si spedivano per l'ordinatione delli nostri in tribus diebus festivis, vi poneva due clausole: una era che non si potessero ordinare se non havevano l'habito solito portarsi dalli Religiosi delle Scuole Pie; la 2° era che stessero in qualche casa regulare delle Scuole Pie, et partendo da quelle, o mutando l'habito restassero sospesi. Spero di poter ritrovare la copia di alcuno di detti Brevi per porlo qui per estensum, tenendo io per certo che ne havessi conservato un sbozzo, quando non si possa trovare, in Roma all'Offitio del Notaro Valentino della Curia delFEm.o Cardinale Vicario, nelli anni 1647 e 1648 e forsi anche nel fine dell'anno 1646 saranno per sicuro, hora io non ho tempo di fare simili dilingenze.

Da tutte le sopra narrate cosse nelli ultimi tre capitoli, si può benissmo vedere che il Sommo Pontefice Innocenzo X fu ingannato dalli appassionati contro il nostro santo Istituto, e N.V.P. Gioseppe Fondatore di quello, et che ogni poco di buona relatione, che havessero fatto la S. S. confirmava di bona voglia, il Decreto fatto dalla S. Congregatione delli cinque Emi Cardinali deputati sopra le Scuole Pie a dì 18 luglio 1645, come nel tomo precedente habbiamo provato a favore dell'Istituto, e suo V. P. Fondatore. Anzi di più l'Em.o Cardinale Albici disse a me, et alli P.P. Angelo di S. Domenico e Gio. Carlo di S. Barbara, queste precise parole: Padri miei, io sono stato ingannato.

Notas