BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro2/Cap05
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- Cap. 5 Di alcune cose mirabili successe nel Novitiato
Già come si è detto stava il novitiato nostro in Savona nel borgo S. Giovanni, nel palazzo della Sig. Fea et Doria, essendo in quello al numero di diecinove con il P. Maestro e Compagno, de quali diecisette eravamo novitii, et perché niun di noi haveva per anche fatto li essercitii spirituali conforme le nostre Costitutioni, nella vigilia de' SS. Simone e Giuda Apostoli il nostro P.re ci introdusse in quelli con tanto bel modo e spirito, che pare incredibile il dire che in più d'un mese che durarono, erano tante le lacrime, i sospiri e singhiozzi che si gettavano nel tempo particolarmente delli collo-quii che nel mezzo dell'oratione mentale ci faceva il P. Maestro quattro volte il giorno, che in tutte duravano più di sei hore, che in effetto pareva uno di quei S. Ergastoli, che racconta il gran Casiano, et era tale la divotione che cagionava, che vi concorrevan diverse persone di gran spirito per loro particolare divotione, quale li veniva accresciuta con il vederci tutti in un salone divisi solo con una tela fra il letto di ogn'un di noi; fatte che si furono le confessioni generali, il giorno avanti la S. Communione, essendo venuto anche alcune volte il P. Pietro per aggiutar a confessare il P. Maestro ci fece andare tutti al refettorio a quattro piedi, e poi con una buona sgridata ci fece in effetto conoscere che per li nostri peccati eravamo diventati tanti animali, il che ci componse tanto che gli occhi di ognuno di noi eran diventati due torrenti di lacrime, né si mangiò se non un poco di pane stando sotto la tavola legati al collo con una fune di herba, e ci fu per bere portato un catino di acqua, dove a guisa di animali, come in effetto ci conoscevamo, lambemo alquanto con la lingua, e se bene ci fu fatto animo dal P. Pietro con dolci parole, promettendoci da parte di Dio il perdono de nostri peccati, con tutto ciò questo era a noi occasione di maggior pianto. Ritornammo alle nostre camere, e stettimo in quel modo legati tutta la notte sino a punto quando uscivamo di casa per andarci a com-municare.
Forniti poi questi essercitii fu grandissimo il fervore con che si caminava in ogni sorte di mortifcatione, et osservanza regolare, facendosi grandissimo conto di ogni piccola trasgressione di Regola, se bene eravamo sì scomodi di stanza, e però etiam con licenza non si alzava neppure quella tela per pigliar dal tavolino dell'altro qualsivoglia minima cosa se non vi era chi vi habitava, et essendovi se li domandava stando fuori, e così mi ricordo che una volta essendosi solo d'alcuni alzato gli occhi a tavola per vedere non so che cosa che veniva di fuori, il P. Maestro accortosene fece che quella mattina non si mangiasse pitanza, facendo si però che ogn'un di noi la guardasse mentre la giravano intorno per maggiore mortificatione. Un'altra volta stando uno di noi risarcendo. le mezze calzette, che all'hora si portavano, se li fermarono d'intorno due altri, quali visti dal P. Maestro, se bene non parlavano, né facevano altro mottivo, ordinò che li due facessero al primo una disciplina su le spalle, perché si era posto a lavorare fuori di sua camera senza licenza; et questo parendo che li dessero piano desideroso di più patire disse al P. Maestro: Benedicite, mi danno piano, et poi alli due diede un'altra mortificatione. Ad un altro che voltò con poca modestia un foglio del Breviario mentre si diceva l'offitio divino, li ordinò che si facesse sulle spalle una disciplina; et ad un altro che nell'andare alle scuole andò alla casa di suo padre senza licenza, dal quale hebbe non so che limosina, il P. Maestro essagerando il detto mancamento con il suo solito fervore, dicendo che non sapeva che mor-tificatione dargli, fece egli, cioè il P. Maestro, stando noi tutti alla tavola una tale disciplina su le spalle, che non solo li colavan tutte sangue, ma anche tre volte di puro dolore stette per cascare in terra e sarebbe cascato se con le mani non si appogiava. Et per la confusione si stette da noi a tavola quasi senza mangiare, né ardimo dirli cosa alcuna, vedendo iflìòstro Maestro scorticarsi in tale modo per li nostri mancamenti. Molte altre simili mortificationi potrebbi raccontare, quali per brevità tralascio, solo dico che furono tali che cagionarono molta divotione nella città e suo distretto, et in più cose dimostrò Iddio di esserle grate; ma particolarmente furono che in un giorno, nel quale era molto nevicato, non si trovavano legna né per cucinare, né per iscaldarsi, et in un subbito senza che noi ci partissimo di casa ne furono portate molte.
Un'altra volta si trovarono senza pane, in tanto che in dicia-nove persone non vi erano fra più pezzi quatto, o cinque pani, et havendoli scompartiti fra tutti noi novitii, Iddio li moltiplicò in modo che andati a pranzo, legendo il P. Maestro alla tavola, mangiamo tutti diecisette a sufficienza, restandone anche per il P. Maestro et fratello Gio. Antonio di S. Carlo professo delli voti semplici, et anche per alcuni poveri che vennero alla porta, il che fu di molto stupore a tutti noi che sapevamo la scarsezza del pane.