BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap08

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Cap. 8 Diverse cose dette del Vicario Generale

Erano tante le inventioni che spargevano li avversari del N.S.to-Instituto e del N.V.P. Fondatore Generale che ognun di noi stava più che perplesso e continuamente in batticuori e passioni grandi cose molto desiderate da chi voleva tenire noi tutti sollevati, et in croce. Alcune volte, e spesso spargevano, che il N.V.P. Fondatore Generale non voleva accordo di sorte alcuna, che haveva impedito che si elegesse in Vicario Generale il V.P. Pietro della Natività suo primo compagno, et Assistente suo; che li Assistenti li voleva tutti a modo suo, e li voleva esso nominare et altre cose tutte inventate per fare che noi altri lo pigliassimo in diffidente. Aggiongendo in oltre anche, che da questa sua (dicevano essi) ostinatione si erano disgustati li Emi Cardinali deputati, et che si pensava di dare et eleggere un Vicario Generale di altra Religione, già che non si era voluto il V.P. Pietro, et tante oppositioni si facevano al P. Stefano.

Tutte cose di gran travaglio a chi stava fuori, tanto che per la potenza degli avversari si era quasi visto svanire, o tanto differire la publicatione del decreto della S. Congregatione per la redintegra-tione del N.V.P. Fondatore nel suo posto di Generale.

E perchè in Napoli dove io habitavo eravamo una famiglia numerosa assai di circa 60 Religiosi scrissi a sua Paternità, e ne hebbi la seguente risposta.

Lettera

A tergo: Al P. Vincenzo della Concettione Sacerdote delle Scuole Pie - Napoli

Intus vero: Pax Xpi.

Di quanto costì si è detto circa il Vic.° generale, o d'altra cosa, come V. R. ci avvisa circa di me, tutto è stato bugia grande et inven-tione di huomini di poco spirito e di poca verità. Qui non vi è cosa alcuna di nuovo, essercitando come prima il suo officio di Super.6 della Relig.6 il P. Stefano, il quale ha fatto diverse mutat.ni de suggetti, come gli è parso conveniente; circa di che io non fo giuditio alcuno, perciochè il giudicare le altrui attioni tocca a Iddio bened.°.

Io ho scritto più volte che non diino credito a ciò che di qua gli venga scritto, perciochè io avvisare sempre di quanto succederà con la pura verità; e però costì attendino a far oratione acciò il Sig. inspiri al Papa quello che sia di maggior gloria sua che è quanto con la pnte mi occorre, et il Sig. ci benedica tutti. Roma a dì 4 9bre 1645.

Servo nel Signore Gioseppe della Madre di Dio

Lettera 2a al medesimo

Ho ricevutto la lettera di V. R. delli 11 del corrente e gli dico che in quanto alle cose nre le posso dire che l'Istituto non si distruggerà, ma stiamo sospesi dalla resolutione che S. Sta prenderà. Questa settimana se gli è fatto presentare un memoriale, nel quale si supplica per un protettore et nella prossima gli saprò dire la risposta che havremo di S. Sta. Io però mentre haverò fiato non perderò mai il desiderio di agiutar l'Istituto con speranza di rivederlo assicurato, fondandomi in quelle parole di un Profeta che dice: constantes estote et videbitis auxilium Dei super vos.

V. R. faccia far oratione per il buon esito delle cose nre. Lunedi prossimo incominciano il capitolo li P.P. Giesuiti, lo Spirito S.to li faccia eleggere quello che sia più a proposito per una sì importante Religione, che è quanto per hora mi occorre. Roma adi 18 9bre 1645.

Servo nel Signore Gioseppe della Madre di Dio

Lettera 3" al medesimo Pax Xpi.

Mi par necessario che tutti ci conformiamo con la ss.ma volontà di Dio Bened.°, la quale tutti habbiamo da adempire, o con merito nro o senza merito. Li negotij nri sono di qualche considerat.ne, essendovi chi procura il contrario con diverse ragioni e favori, et in occas.e che S. Sta si trova con negotij più gravi e di maggior importanza, preghiamo il Sig. che ci mandi il remedio quando e come parrà più espediente a S.D.M., e ci benedica tutti. Roma adì 25 9bre 1645.

Notas