CaputiNotizie03/Breve Indicolo

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CaputiNotizie03/Breve Indicolo
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Breve Indicolo

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Breve Indicolo delli Nomi e cose
poste in questa 3ª parte delle
Croniche delle Scuole Pie
elaborato dal P.Fr.Egidio
di Marigliano Min.Oss.te,
Lett..e, Pred. già diff.re
per la gran devot.e che
porta al P.Fondat.e
25 di luglio 1673

P.Abbate Glicerio Landriani di questi nell’altre due parti si sono dette alcune cose. Vita del P.Abbate Glicerio fù stampata in Cracovia dal P.Gio: Greco, numº 318; anche descritta dal P.Pietro della Nuntiata nella vita del P.Fundatore, n.319; essendo giovanetto mette un bellissimo Anello in un dito d’un imagine della Beat.ma Verg.e di rilievo nella sua Parrocchia di S.Bartolomeo di Milano n.320; a dª Beat.ma Verg.e raccomanda et offerisce la sua purità,ivi; piglia dal dispensiero il pane et anco il suo necessario e lo dà ai poveri con ammirat.e di suo Padre e della famiglia, e fatto grandicello, va a studiare a Bologna havendo ricevuti molti raccordi da suoi Genitori n.322 e 323. Suo Padre si chiamava Oratio Landriani, la Madre Anna Visconti Borromea, li frelli, uno D.Fabritio Referendario dell’una et altra Signatura e poi Vescovo di Pavia, e Tomado prode cavalliero, n.324; li è rinunziata l’Abbazia di Sant’Antonio di Piacenza dal Vescovo suo Zio, e se ne viene in Roma sotto la cura di suo Frello Fabritio Referendario,n.325; Per le prattiche d’alcuni Corteggiani comincia a largarsi dalla via buona con gran pena di suo frello Referendario, n.327. Viene ammonito dal Cadle Pio suo Parente, e si emenda, n.331; licenzia tutti i suoi servitori et acquista nome di pazzo, n.336; si addomestica in Roma con 2 huomini santi, P.Francº di Xpo, Sacerdote Portoghese, e Francº Selvaggio secolare, e fa gran profitto nello spirito, n.338. Tutti tre convertono una scandalosa e famosa Corteggiana, n.339. Di nuovo perciò chiamato dal Cardle Pio e che li risponda n.344. Detto Cardle s’offerisce ad aggiutarlo nell’opere di misericordia colli suoi comapgni n.346. Tutti tre questi fanno grad.me penitenze, n.348; si ritirano vicino a S.Lorenzo in Lucina, e fondano il conservatorio di Sant Andrea alla Lungara per le donne convertite, n.349. Glicerio si mette tra poveri, e ne viene maltrattato e stimato pazzo, n.350. Baggiando esso e Francº Selvaggio una piagga marcia d’un povero, sentono grand.mo odore e flagranza, n.353, e l’impiagato miracolosamente sano, n.354. Muore Francª di Xpo Sacerdote, e Glicerio fonda un’altro conservatorio, essendo posto dal Papa Paolo V sotto la disciplina del P.Dom.co di Giesù dº della Scala, Sant.mo Scalzo Carmelita, n.354. Si fa trascinare da un fachino nel Corso di Roma a tempo di Carnevale con pagare dº fachino con grand.ma ammirat.e di chiunq lo seppe, n.356. Si vuol fare Sclazo Carmelitano, ed è consegliato dal suo Confessore dº P.Dom.co a farsi delle novelle Scuole Pie e ciò fù li 20 di Maggio 1612, n.361, con cinque altri Compagni si ascrive alla Compaagnia de Padri delle Scuole Pie li 31 di Maggio 1612, n.362. Pensa d’accompagnare e fare accompagnare li scolari per levar l’offese di Dio, n.364. Mentre accompagna li scolari, da un grosso schiaffo ad un calzolaro impertinente, n.367. L’onde humiliato dº Calzolaro al ritorno li domanda perdono, n.368. Va al deserto, n.369. Si spoglia delle sue vesti assieme col compagno, e ne vestono due poveri, pigliandosi li stracci di quelli, ivi. Parte da Roma per Fornello, Campignano, e vi fà la dottrina xiana con gran miraviglia d’ogn’uno, n.370. A Foligno è conosciuto da un Prete che lo vuole con commodità recondurre a Roma, mà lui non accetta l’offerta, n.371. Il Pre fundatore con ordine del Vicegerentre di Roma manda Francº Selvaggio a ritrovare dº Glicerio, n.373. Lo ritrova a Spoleto. in un Conv.to di Cappuccini tutto maltrattato.n.376. torna a Roma, e per la via non havendo che dare a una. povera donna li dà il cappello che portava, n.379. Arriva a Roma e gravem.te è ripreso da.Mons.Vicegerente stando Glicerio in Genocchioni, et accettato dal P.Fundatore, n.386. In casa del Vicegerente viene a trovarlo il P.Fundatore, e Glicerio li cerca perdono della sua scappata n.388. Arrivato in Casa cerca perdono a tutti, n.390. Racconta a quelli il modo con cui. Era andato cercando limosina con un bambino in braccio., e la limosina ritrovata diede alla madre del bambino, N.390 Estava. con grand.ma attent.e alla lett.e del Refettorio, n.391 vi piangeva, quando si leggeva qualche punto della passione di Xpo, o le vite de’ Santi, n.391, gran limosioniero n.392. Ubbedientissimo anche in tempi importuni, n.396. Avanti suo fratello Tomaso Landriani venuto da Milano a Roma fa le sagliependole con putti per suo disprezzo con gran rossore del frello, n.397. Di nuovo un’altra volta vanti di qllo, et altri Cavalieri Milanesi si getta nel fango, n.398. Ciò non ostante, molto stimato nella Corte Romana, specialm.te dal Cardle Padrone Scipione Burghese, nepote di Paolo V, n.400. Miracolosamente veste un povero stracciato con una veste bianca colle sue orationi, n.401. Resuscita il figlio di Felice Piantanidi Notaro di Torre di Noni, e Vittoria Gracchi, n.402. Lambendo una gamba putrefatta d’un povero, la sana, n.404. Resuscita un generoso cavallo del Duca di Bracciano Ursino, n.406. Morendo a 6 hore di notte al Novitiato, l’istessa hora apparisce al P.Fundatore dicendoli benedicite, et il Pre li dà mille benedittioni, n.407. La sua morte fù a 15 de febraro 1618 a 6 hore di notte d’età 30 anni, havendosi predetta avanti l’hora di dª morte, n.408. Essendo il suo corpo doppo alcuni anni dissepolto, manda grand.mo orodre per 15 giorni, ivi. Balla e canta avanti il SS.mo Sagram.to, n.410. Un pezzetto del suo habito mandato in Palermo, l’anno della peste di quella città 1624 e 1625 fà molti miracoli, e gratie, e preserva case intiere dal contaggio. N.412.

Card.le Francº Barbarino molto pietoso adherisce al P.Fundatore, che lo pregava di aggiutare la Contessa Bentivoglia con tre figlie e un figlio, confiscata a caggione della Pasquinata, che si diceva o falsa,.o vera..fatta dal Conte suo Cognato, perciò decapitato n..173..

Contessa Bentivoglio Malatesta Manzoli con 3.figlie.femmine. et un maschio di dieci anni, resta.spogliata di tutti. i suoi beni confiscati dalla Camera.per cagione di suo Cognato decapitato per una.pasquinata. fatta contro Barbarini, n.155 stà.nella tentatione di perdere per povertà l’honore e la.fama delle figliole, e sua, viene cristianissimam.te dal P.Fundatore, n.157. Suo Cognato Conte Mazzoli mentre per la pretesa pasquinata va alla morte venne una gran tempesta segno dell’innocenza di quello , n.170. Detta Contessa muore l’anno 1651, et suo figliolo Francº resta affettionatissimo alla Religione, o Congreg. Delle Scuole Pie. Ivi

Cardinale Medici cioè Alessandro de Medici, che fatto Papa si chiamò Leone XI; desidera vedere il P.Giuseppe Calasanzio, che stava in casa del cadle M.Antº Colonna n.36. L’ascolta con maraviglia, e li domanda dove ha studiato n.40.Lo fà ascrivere alla Dottrina Xana, e vi riesce così mirabile, che poco doppo vi è fatto Prefetto, n.41.

Cardle M.Antº Colonna riceve alla sua corte il Sigr D.Giuseppe Calasantio venuto da Aragonia in Roma l’anno 1591,e con qual modo e cond.i, n.27. Da il suo Nepote Prencipe D.Filippo Colonna alla cura di qsto, n.32, et anco tutta la sua famiglia n.33

P.Castiglia, cioè P.Gio:Gio: di Giesù Maria, che l’anno 1656 fù Gnale delal Congreg-ne raccontava molti casi della divina Providenza avvenuti al P.Gioseppe Calasanzio nel princº della fundatione dedlla relig.e, n.139. Al secolo era dº Don Giovanni Garcia de Segovia, e piglia il nome di P.Gio: di Giesù Maria da un Pre Scalzo Carmelitano di gran Santità, confessore di Paolo V, Sommo Pontefice, n.357.

Cosmo Vanducci limosiniero del Cardle Francº Barbarino va a visitare la Contessa Bentiviglio Manzoli a petitione del P.Fundatore n.178.

Chiavaro, cioè Fra Buonav.ra Chiavaro Franc.na Conventuale, fatto Vescovo di Potenza in Basilicata narra l’apparitione fatta da S.Francº in Assisi al P.Giuseppe Calasantio, quando 2 volte da Roma ando ad Assisi ne fa fedi autentiche più volte e ne scrive ad Alessandro VII Sommo Pontefice, n.59. Muore nel suo Vescovato di Potenza l’an.1671 con opin.e di grand.ma bontà e pianto da tutta la Città, e Diocesi di Potenza, n.60

Eustachio frello delle Scuole Pie, scrittore eccellente assieme col P.Marcello Inglese figlio del Sigr. Tomaso Cochetti muore l’anno 1638 malam.te per non esser stati osservanti ambidue delle Costitutioni e Leggi della Religione, n.191. Muoiono poche hore l’uno doppo l’altro con grand.mo dolore del P.Fundatore e di tutti quanti lo seppero, ivi.

Gasparo Dragonetti da Lentino di Sicilia, uno de’primi Maestri delle Scuole Pie, vuol lasciare le Scuole, e scolari per la gran povertà, che vi era, mà vi remedia il P.Fundatore, Giuseppe Calasantio miracolosamente n.124. Sgridato da quello, repiglia con maggior fervore le Scuole n.126 riceve una chiave della Cassetta delle limosine, e vede miracoli ch’il pº giorno in dª Casetta se ritrovano 40 scudi di moneta, et un polizzino di ducento doc.ti cosaq molto stupenda, n.130, diventa perciò tutto devoto, specialm.te della SS.ma Verg.e, n.131, muore l’anno 1628 d’età 125, n.132. Havendo l’anno 1623 domandato se verrebbe l’anno santo del 1625, dal P.Fundatore li rispose di sí, ma non l’altro giubileo del 1650, n.133. Per haver un censo vitalitio cogli Padri Serviti di San Marcello di Roma, è chiamato da quelli il P.Eterno, n.134. Prattica col P.Giuseppe dall’anno 1596, ivi. Papa Urbano VIII vuole che l’esplichi una lettione di Virgilio, e ciò fù circa l’anno 1626, n.135.

Frello Francº dell’Angelo Custode di Sassuolo del Stato Genovese, cuoco dele Scuole Pie lasciato a Messina dal P.Pietro della Natività l’an. 1627 predice all’Arcivescovo di quella Città, che non voleva dare il suo consenso per esser ricevuti d.ti Padri nella Città, che all’hora entraranno di nuovo le Scuole Pie in Messina, quando lui ne sarà cacciato, e così appunto avvenne l’an 1634 ch’essendo stato cacciato dº Arcivº da Messina, et andato a Palermo del Viceré Arcalá fù necessitato dare il consenso, n.254. Muore in Roma dº frello con nome di santo l’an. 1671. n.259. Ritrovandosi in Roma, venuto in Spirito e tenendo d’andare a Genevra a convertire quei heretici, ma conoscendo di non far frutto se ne ritorna, et è gravemente mortificato dal P.Fundatore, n.555, mentre non sa spartire una torta à molti frati apparve un Franc.no che li d.e che stia allegro, ched l’haverebbe divisa esso, come fece, e poi non si vedde più e fù creduto esser San Francº di cui portava il nome, e n’era molto devoto, n.556. Scrive una lettera al Cardle Cesarino Protettore delle Scuole molto dotta, benchè non sapesse lettere, con ammirat.e di dº Cardle. N.558. Avanti la morte l’appare il P.Fundatore e li dice che in termine di 3 giorni morirà, come appunto successe alli 19 de febraro 1671 in San Pantaleo di Roma, n.559.

Francº Antº Tortora in Nap. Racconta molti miracoli del P.Pietro della Natività pº Compagno del P.Fundatore, n.289. Tiene l’imagini di dº Padre Pietro, del P.Fundatore, del P.Giacomo di San Paolo da Sassuolo, e del P.Abbate Glicerio Landriani, tutti 4 de p.i delle Scuole Pie, n.291. Un suo figlio si fà di d.e Scuole, e si chiama Glicerio, e poi spogliatosi l’habito religioso, si marita, e poco doppo è ammazzato alli quartieri de spagnoli in qsta città di Nap., n.292.

P.Francº di San Francº /Tommaso della Visitatione/ partendo per ubbª del P.Fundatore da Roma per Moricone nella Sabina senza provisione alcuna, miracolosam.te assieme col compagno ritrova una salvietta con 2 pani bianchi, 2 meragoli et un fiasco di vino, n.143. Era chiamato l’Apostolo della Sabina, ivi e seqq.

P.Francº della Madre di Dio, al secolo dº Francesco Fabio liberto Palermitano de primi Padri delle Scuole Pie d’anni 18 parte dalla Patria, va a Malta, e di là a Roma, si fà delle Scuole Pie, ove vive anni 8, sei da chierico e 2 da sacerdote, manda alla madre in Palermo un vezzo del Habito del P.Glicerio, di cui era stato compagno, che fà molte gratie, et a tempo della peste del 25 liberò la casa di dª sua madre dalla peste, n.412. Muore poco doppo la morte di dº Abbate Glicerio, e dal P.Fundatore è fatto retrahere nel medesimo quadro di dº Abbate, n.413.

Messer Giacomo Hortolano in Roma, huomo di gran bontà, stimato dal Papa, Cardli, e Prencipi, è chiamato dal gran Duca di Toscana a battezzarli un figlio, n.98, ciò l’ordina Paolo V, Papa, n.99. Per la via di Firenze in una taverna facendo orazione di notte pare circonadto di fuoco, n.105. Da quanto hav. À poveri per la via, n.106. È ricevuto con gran honore a Fiorenza, ivi e n.107. Visita la Ssma.Nuntiata, n.110. Il Gran Duca l’invita a pranzar seco, mà lui ciò non accetta, n.111. Piglia al Battesimo il principino e li da una medaglia, n.112. Essorta il Gran Duca a leggere i libri di Salomone se vuol reggere bene i suoi popoli, n.113. Ritorna in Roma, visita il Papa e tutto il Popolo ne fa allegrezza, et il P.Giuseppe lo portò a visitar Vittoria l’attratta figlia del Tinellaro, n.115. Quanto li è dato da Signori, tutto dà à poveri, n.116, è provisto da Dio miracolosam.te trovando la sera tanti testoni qti sono i suoi operarii, n.117. Ha una moglie poco caritativa contro i poveri, ivi. È portato dal P.Giuseppe alle stanze del Cardle Colonna, e l’essorta a far molta orazione, mentre ha la prospettiva avanti al Ssmo Sagram.to, n.118. Racconta un’historia di sua moglie al P.Giuseppe, per la quale si diede all’orazione, e diventò tutta carità con gli poveri per una fiamma di fuoco che usci dalla casa, dove dº Giacomo faceva orazione, n.119.

Giesuiti. Due Giesuiti spogliati, un de Casa de’ Massimi di Roma et un altro chiamato il P.Valmerano, sotto nome de’ Padri delle Scuole Pie si fanno danari, e vanno vagabondi, n.516. Quanto danno faccia dº Valmarano alla Novella Relig.e e come fusse scoperto in Roma, doppo esser andato in Francia e Spagna accattando limosina per le Scuole, n.521. Per pietà del P.Fundatore è scarcerato.con haver l’esilio dal Stato Eccliaco. N.526.

P.Giuseppe Calasantio, Fundatore delle Scuole Pie, mentra ancora stava in Spagna, essendo Vicario del Vescº d’Urgel ha una visione in sonno, come stasse in Roma et insegnasse Fanciulli, che parevano come Angioli, n.2. Sente un’interna voce che lo sprona ad andare in Roma, e li dura per un anno, n.3. Si licentia dal Vescovo d’Urgel con gran mestitia di quello, n.8. Viene à Roma, et è ricevuto dal Cardle Mº Antº Colonna con molto affetto alla sua corte, n.27. È dato alla sua cura D.Filippo Colonna nepote di dº Cardle, e lo fa buon prencipe, n.32, com’anche riforma tutta la Corte di dº Cardle, n.39. È desiderato dal Cardle Alessº de Medici che fatto Papa l’an 1605 si chiamò Leone XI, n.36. È fatto prefetto della Compagnia della Dottrina Xana, così volendo dº Cardle di Medici, n.42, e ciò fù l’anno 1593 e si ritrova nei libri di dº Compagnia, n.43. Li frelli di dº Compagnia fanno instanza ad Alessº VII, Sommo Pontefice, che si beatifichi dº P.Giuseppe, e ciò con 3 memoriali, ivi. Stando nel chiostro de S.Apostoli de Min.ri Conventuali in Roma predice al Bagnacavallo, et a fra Gio:Batta Larino giovanetti, che dovevano essere grandi nella Religione e però studiassero e fussero buoni Religiosi, n.45. Si ascrive alla Compagnia delle Stimmate di San Francº e va 2 volte ad Assisi, n.50. Ivi l’apparve S.Francº e li dice che per guadagnar l’Indulg.e vi vogliono molte cond.ni, n.51. Di nuovo essendo andato a San Francº d’Assisi, l’apparve dº Santo con 3 donzelle povertà, castità e ubbidienza e lo sposa con qlle ponendoli l’Anello nel dito, n.53 come ciò si sapesse doppo la sua morte succedssa l’anno 1648 a 25 d’Agosto, n.54. Fra Buonav.ª Chiavaro pª Minore Conventuale e poi Vescovo Santo di Potenza scrive asl P.Gio.Carlo di Santa Barbara molte cose del P.Giuseppe sapute da eso qdo era Conventuale nel Conv.to di S.Apostoli di Roma, n.56. dº Vescovo assieme col Caplo di Potenza fa instanza al Papa, che si beatifichi dº Pre Giuseppe, n.58. Scrive à Papa Alessº VII l’apparitione di San Francº narratali dal medemo Pre Giuseppe, n.59. Narra a suoi figli l’essercitii d’una buona e santa donzella attratta chiamata Vittoria, storia piena di pietà, n.78 e seqq. Essendo giovane era fortissimo, tirando un palo di ferro 20 e più passi, e ciò raccontava esso medemo con qualche occasione nelle conferenze, e Gio.Carlo di Santa Barbara l’intese essendo lui di 91 anni, n.121. Quando giovanetto andava a caccia, colla bocca alzava un barile e tutto ciò ritorceva a spirito, n.122. Sua gran confidenza in Dio e nella Beat.ma Verg.e, n.125. Sgrida il Pre Gasparo Dragonetti, che per povertà voleva lasciare le Scuole Pie, n.126. Fa fare una cassetta con 3 chiavi per le limosine delle Scuole Pie, et il pº giorno vi ritrova scudi 40 di moneta, et un polizino di scudi 200, cosa miracolosa, n.129. Ordina che si diano ad un povero sei pagnotte d’otto ch’erano in Casa, e Dio miraclosam.te li manda 2 ceste di pane, senza sapersi da chi.,n.139. Havea la settimana assegnato a diversi poveri 200 pagnotte, n.143. Comanda al P.Francº di San Francº, che subito senza provisioone alcuna da Roma parta per Moricone con un compagno, et in una macchia di spine ritrova una salvietta con 2 pani bianchi, 2 merangoli, et un fiasco di vino miracolosam.te, n.145.Si ascrive all’Archeconfraternità dela Ssma Trinità de’ Pellegrini di Roma, fundata da S.Filippo Nerio sin dall’ann.1594, n.148. Si scrive ancora alla Compagnia de’Suffragii, eretta da S.Buonav.ra in Roma, n.150. Aiuta i carcerati, n.155 con grandissima carità sovviene la Contessa Bentivoglia Manzoli con 3 figliole femmine et un maschio, et è caggione, che non perdino la pudicitia, n.155 e seqq. La fa accompagnare a sua casa dal Signor Tomasso Cochetti Cavalliero Inglese, che per la fede cattolica si ritrovava in Roma, n.162. Riceve Francº figlio di 10 anni di qsta Sig.ra e lo fa insegnare al P.Gio.Batta di San Bartolomeo, facendolo star vicino alli Nepoti del Cardle Biscia, n.163. Va dal Cardle Francº Barbarino a favore di dª Contessa e l’impetra la dote confiscata, n.172. Riceve in Roma il Sgr Tomaso Cochetti Cavalliero inglese, partito da Anglia a causa della fede cattolica per la via di Italia, l’agiuta, e sovviene per quanto può, n.203 e seqq. Non vuole ricevere un medicamento benche utile e li giovase perche inventato dall’Eresiarca Arrigo VIII datoli dal medemo Tomaso Cochetti, e ciò furno 2 giorni pª della sua morte, n.211. Ne riceve il guiderdone, che non poteva pª parlare, poi sempre ottimam.te parlò, n.212. Non volendo accettare un tale alla professione per non essere à proposito, colui alzando un bastone per darlo in testa, il P.Paolo Ottonelli alzando il braccio, lo scanzò, et il P.Giuseppe sopportò con patienza e mansuetudine il tutto, n.237. Molto rigido con suoi, che pigliassero ogni minima cosa da scolari, n.238. Rifiuta un legato di 200 mila scudi lasciato da Squarciafichi in Roma per non contravenire alla povertà, n.274. Essendo domandato, chi lo doveva succedere nel Generalato dal Cardle Torres, responde, che colui non era nato ancora, e così fu, n.513. Scrivendo ak P,Melchior de’ tutti i Santi à Venetia à 20 d’Agosto 1632 fà mentione d’un tale degl’occhi torti, chi sia colui, n.515.

Padri Luchesi di Santa Maria in Portico, de qli il fundatore fù il P.Gio:Leonardi di Lucca, si uniscono colle Scuole Pie, n.214, ma poi per causa della troppa povertà di nuovo si disuniscono, n.217. Sono chiamati Padri della Madre di Dio, e quelli delle Scuole Pie, poveri della Madre di Dio, ivi.

P.Melchior de’ tutti i Santi, Palermitano, huomo dotto, e che al secolo era stato giudice, va all’Indie l’anno 1626 e non riuscendoli viene a Nap.i l’an. 1628 alla casa di Porta Reale, novellam.te pigliata dal P.Pietro della Nativitate, e l’accomoda portentosam.te, n.266 e seqq. Havendo alcuni defetti, come d’iracondo et imperioso, quando era Sup.re, n.415. Al secolo era stato governatore della Terra di Naro, et essendo chiamato a Roma da un Cardle per suo Auditore, ma ritrovatolo morto determina farsi Religioso, n.416. Incontrandosi col P.Glicerio, e Francº Fabio della Madre di Dio Siciliano, desidera farsi delle Scuole Pie, n.419. Era molto rigido essendo Maestro de’Novizzi, n.420. Rappresenta a Papa Urbano VIII, mentre passava colla cavalcata per il suo Novizziato, un canestrino de’ fichi, stando i Novizzi in genochhioni, quali il Papa benedice, n.421. Fa pingere qsta attione, mà per ordine del Cardle Barbarino è cassata dal P.Fundatore, n.422. Determina andar all’Indie come si è detto di sopra, a fundarvi case delle Scuole Pie, n.423. Arrivato a Madrid, è preso dal Viceré, che doveva andare all’Indie per confessore, n.423. Volendo dal Viceré la gratia d’un Reo nell’armata, e non potendola havere, non lo vuole più confessare, n.427. Determina ritornare in Italia e sbarcato al pº porto l’esseguisce, mà il suo Compagno, il P.Sebastiano di San Geminiano Lucchese poseguisce il viaggio dell’Indie, e vi muore doppo, che seppe che la relig.e era destrutta, da prete e lascia molti danari à Gesuiti, n.428. Si imbarca a Barcellona, e viene in Italia, ed à Napoli, ove era il P.Pietro della Natività Provle circa l’an. 1628, chel riceve con grand.mo amore, e carità, n.430. Fa cassare alla Chiesa di Porta Reale il titolo di San Felice, e vi fa porre qllo della Natività della Madonna con gran disgusto di Felice Pignella complateario, che per qualche beneficio fattovi voleva che qlla Chiesa fusse iuspatronato di sua casa, n.431. Comincia a fabricar di nuovo con soli 35 carlini, cosa mirabile, n.434. Fra pochi giorni trova molti danari, n.435. Accomoda la Casa di Porta Reale mirabilm.te di modo che vi possino stare da 40 persone, n.436. L’an.1629 di nuovo vuole ritornare all’Indie, n.439. Parte da Nap. A 9 di Gennaro 1630 per l’Indie Orientali con 2 compagni, et arriva a Moricone, n.440. Come portentosam.te il P.GiaCarlo di S.Barbara hebbe le lettere scritte al P.Melchior dal P.Fundatore, n.443, e ciò fu l’anno 1666, ivi. Essendo arrivato in Venetia vuole imbarcarsi per Gierusalem l’an. 1630, n.444. Non potendo andarvi procura fundare le Scuole in Venezia l’ann. 1631, ma venendo il contagio, si dà tutto alla cura degl’appestati, n.445. Muore il Doge dº ann.1631, e succedendoli il Procurat. Zeni, l’havea promesso fundarli una buona Casa, n.446. È eletto Doge Francº Erizzo, et il nepote di questo prattica familiarm.te con dº P.Melchiorre, n.447. Reprendendo alcuni Preti d’alcuni defetti de prattiche di Monache, incorre in molti travagli, n.453. Fabrica sopra d’un pero una stanzina causa di molti mali, n.455. Rispondendo altieram.te ad alcuni Senatori, li è fatto ordine, che fra 4 giorni sfratti da Venezia sotto pena della vita, n.461. Parte da Venezia e mena seco tutta la famiglia benche il Patriarca Cardle Cornaro li mandasse a dire che partisse esso solo per qualche tempo e restassero gli altri Padri, n.463. Se ne va a Palermo, n.471. Fonda le Scuole in Palermo con gran spirito, fervore, e concorso per mezzo del Viceré Duca d’Alcalá, n.479. Nel fondamento della fabbrica dº Viceré vi gettò una cassetta de medaglie, n.481. Il P.Fundatore vi manda alcuni Padri di qualità, n.484. Il P.Melchior Supre litiga avanti i Novizzi col P.Mario di S.Francº che fu la roina e distruttione della Religione, n.488. Procura col Viceré Alcalá, che la Religione sia fondata a Messina con haver il consenso die quell’Arcevescovo, n.490. Quanto vi operasse e fatigasse, n.494 e seqq. L’anno 1636 è chiamato dal P.Fundatore per Visitaor Generale di tutta la Religione, n.500. È accusato al Caplo Gnale del 37 di molte cose, n.501. Dº ann. 1637 và a Spagna a fundarvi casa in Guisona, n.504. Per la guerra de Francesi in catalogna lascia la fabrica, e se ne ritorna in Italia, n.507. Parte da Roma per Palermo stroppiato l’ann. 1642 nel quale a 31 d’ottobre nella casa di palermo muore con gran segni di bontà havendosi predetta l’hora, n.500 e 511.

Onofrio, od Honofrio del SS.mo Sagramen.to scrive da Germania una lettera al P.Fundatore l’anno 1633, essendo Provle in quelle parti, qualm.te alcuni Padri delle Scuole Pie havevano convertito alquanti heretici, e come la Religione era grandem.te desiderata in quei paesi anche dagli medemi heretici, n.468. Resta a Palermo Sup.re in luogo del P.Melchior de’tutti i Santi, n.501. Parte col P.Pietro della Natività di nuovo per Germania, e Polonia, n.504.

P.Pietro della Natività della Vergine, pº Compagno del P.Fundatore, sua vita, attioni e virtù, n.212 e seqq. Al Secolo si chiamava Pietro casanio, nobile della Città di Lucca, n.213. Prima fù de’ Padri di Lucca chiamati in Roma di Santa Maria in Portico, et in Napoli Padri Lucchesi o di Santa Brigida, sotto la disciplina del P.Gio. Leonardi fundatore di qlla Relig.e n.214. Pianta un persico miracolosam.te, n.220, ogni anno facea 12 persichi, ne più ne meno, forsi ad honore de 12 Apli. N.221. Havendo studiato leggi, filosofia, Teologia e Medicina d’anni 18 è fatto Lettore della Srta Republica Lucchese, ivi. Non coltivando lui il persico, ma il servo, qllo secca, e che moralità ne cavi, n.222. Col buttarsi da una fenestra fugge una cattiva donna, che lo sollecitava al peccato, essendo all’hora d’anni circa 20: l’onde una gamba se li rende debole per tutta la sua vita, n.226. Risanato si fà de’Padri di Corte Landina così detti in Lucca, mà in Roma di santa Maria in Portico, et in Napoli Padri Lucchesi o di Santa Brigida, n.228. Frello Gio: di S.Antº Lucchese narra molte cose de p.i Padri di Santa Maria in Portico, e specialm.te del P.Pietro, essendo stato di qlli, e poi delle Scuole Pie, n.229. Orazione del P.Pietro la mattina, n.230. Mentre in Nap. Era Provle, che l’accade il giorno di Natale, n.232. Primo Maestro delle Scuole Pie, che hebbe ottimi discepoli, fra quali vi furno l’Abbate Glicerio Landriani, Viviano Viviani, Paolo Ottonelli etc., n.235 e seqq. Va in Genova a fundare una casa e vi è riverito com’Angelo del Cielo, n.242. Rigido osservatire della povertà, n.244. Promette di ottenere un figlio alla Prencipessa Peretti, e con quale conditione, n.246. Gran predicatore, ivi. Non piglia cosa alcuna da nesuno, n.248. Predice prole a D.Jacinta Sannitale moglie di D.Appio Conti, Duca di Poli, alla Duchessa di Parma, di Modena, ecc. Et il tutto succede, n.249. Va l’ann.1624 a fundarvi Casa per istanza di D.Francº Radice e della Città, mà ciò non succede per la durezza del Vescº o Arcevº ch’è. N.250. Parte da Messina l’an.1627 cchiamato dal P.Fundatore in Nap., n.253. Fatto Provinciale del Regno fonda una Casa in Porta Reale in Napoli, n.261. Amico della povertà, facendo molte penitenze, n.263. Santa risposta che da al Padrone del Palazzo vicino alla casa di Porta Reale, n.266. Sana molti spiritati, n.269. Specialm.te una tale dalla cui bocca fugge un ragno per tutta la chiesa perseguitato dal P.Pietro, conoscendo che era demonio, n.270 È chiamato dalla Duchessa di Gravina per fundare una Casa a Chiaia nel suo Palazzo, n.273, lo rifiuta per non controvenire alla povertà delle Scuole Pie, n.274 e procura una grossa redita di dª Sigra per li Padri Lucchesi, n.275. Sana una gamba tutta guasta della Sigra Marchesa di Vico di Pantano con lambirla et una cieca col solo segno della Croce, n.277. Una botta vacua diventa piena d’ottimo vino, che serve per molti mali, n.283. Di notte oscura l’appre una chiarisima luce, n.285. Miracolosam.te sana uno ferito a morte in Naoli, vicino a Porta Reale, n.286. Col solo segno della Croce sana una gravem.te inferma vicino alli Gerolimini, n.290, e ancheun figlio di qlla ch`rera sacerdote, n.291. Istituisce le 40 hore à tempo di Carnevale con molto frutto, n.293. È mandato in Geramnia a Nicolspurg dove ritrova il Cardle Aditristain et à Strasniz ove era il Conte Francº Magno colla Sigra Contessa, che restano molto soddisfatti edel modo di trattared del p.Pietro, n.294. Essendo molto tempo stata gran siccità con gran danno delle biade, impetra la pioggia opportuna, n.296. Fa gran frutto in Germania e vi converte alcuni heretici, n.297. Impetra uno figlio alla Contessa di Strasniz, n.299. Va a Laipnich et è visitato da tutta la Città, ivi, Essorta un parroco a lasciar la concubina et non fa effetto, n.301. L’onde dº Parroco terribilm.te viene castigato apparendoli il Demonio con una spada in mano in atto di volerlo ammazzare mentre colla donna e figli stava alla tavola per mangiare, n.307. Lo visita il P.Pietro, e procura, che cacciata la donna si confessi, e si sentono molti urli, e strepiti in dª Casa, n.320. Si confessa dº Parroco e sagramentalm.te e publicam.te con grandissmi segni di dolore e contrizione, n.312; il P.Pietro disputa 4 giorni con demonii, che stabano in dª casa, n.313. Doppo 8 giorni muore dº Parroco con gran speranza della sua salute et il P.Pietro sempre ni assiste di notte e di giorno, ne volse pigliare cosa alcuna lasciata da dº Parroco per la fabrica delle Scuole: raro esempio, n.314. L’anno 1641 è chiamato da Germania in Roma al Caplo Gnale, n.315. Che li succede col Conte e Contessa di Strasniz nel partirsi. N.316 e seqq.

P.Pietro della Nuntiata assieme col suo Padre Gio.Moselli Bresciano, dº di Santa maria Maddalena alla religione, e paolo frello, dimora in Venezia, esendo all’hora di anni 18 in circa sotto la disciplina del P.Melchior de’tutti i Santi, ove apre una famosa scuola l’anno 1632, n.454. Partono da Venezia e vanno ad Ancona, e Paolo si spoglia, e va a Brescia sua Patria e Gio: Padre d’ambedue, essendo professo delle Scuole Pie muore in Ancona con nome di gran bontà, n.463. Del P.Pietro faceva gran conto il P.Fundatore, n.455. Fù Asssit.e Gnale e Sup.re di San Pantaleo, e morì l’anno 1668, ivi. È pianto da tutta la Religione per la sua bontà, costumi e dottrina, ivi. Viene da Brescia in Roma assieme col Pre Gio: e frello Paolo l’an.1628, n.527. Essendo puttino, determina vivere casto, n.530. Si dà alli digiuni et orazione, n.531. Caso horrendo che successe alla scuola dove andava a studiare grammatica, n.533 . Fatto religioso delle Scuole Pie, assieme con suo Padre Gio: in Roma è mandato dal P.Fundatore in Venezia sotto la disciplina del P.Melchior l’an.1632, n.536. Parte da Venezia con dº P.Melchior, che haveva havuto il sfratto dalla Città, n.539; gran tempo è tentato di vizio dishonesto e nefando, n.539. Col manifestare la tentatione al Sup.re, la vince, non havendola potuto superare con molte penitenze, n.540. Mentre fa orazione avanti il Ssmo. Sagramento esposto, spicca da qllo un raggio diretto al suo cuore, n.542. Sotto colore di confessione è tentato da un’impudica donna all’atto carnale et esso fugge veloce, n.546. Accetto a Prencipi e Purpurati con haver gravi ufficii nella Religione, n.547. Muore il principuio di Giugno 68 a S.Pantaleo di Roma, ivi. Scrive primieram.te il compendio delal Vita del Ven.Fundatore, e poi la vita grande, ma non perfettionata, n.548. Dimora essendo giovanetto, prattica strettam.te con una donzella, e vi conserva la castità, n.551..

Scole o Scuole Pie. Li Padri di qlle in Germania l’an.49 convertono più di 15 heretici, n.297. Nel princº della loro fundatione vi furno tre insigni SicIliani P.Gaspare Dragonetti da Lentino, P,Francº Fabio da Palermo et il frello Vito da Trapani, che morì santam.te a Messina l’an.47, ivi.

Stimmate di San Francº cioè Compagnia delle Sagre Stimmate fundata circa l’ann.1593, è chiamata scuola di mortificatione, vi si ascrivono molti illustri Signori, specialm.te il Sig.r Duca Cesis, huomo di gran bontà, tiene un’ampollina del sangue di San Francº, n.48 vi si fa gran festa con prediche, processioni, et hora è protettore Francº Cardle Barbarino, n.49. Vi si ascrive il P.Giuseppe Calasantio che stava in casa del cardle Colonna, et è fatto Zelatore delle regole della Compagnia, n.50.

Sigr Tomaso Cochetti, Cavalliero Inglese, a cenni del P.Fundatore accompagna alla sua casa la Sigra Contessa Bentivoglia Manzoli con tre sue figlie, n.162. dato a dª Contessa per Economo, n.183. Era partito da Inghilterra con moglie e figli per causa della fede cattolica, n.185 e seqq. Va à cohabitare con dª Contessa, n.187. Muore sua moglie, e li figli si fanno Religiosi delle Scuole Pie, uno chiamato P.Marcello e l’altro Giuseppe., n.189. Marcello diventato buon scrittore muore l’anno 1638 assieme col frello Eustachio ottimo e perfetissimo Scrittore, n.191 come dº Sig.re Cochetti da heretico si facesse Cattolico per mezzo d’una Padre di S.Dom.co, n.193 e seqq. Fuggendo da Inghilterra, viene a Roma n.202, ove conosce il P.Fundatore per mezzo d’un tale, che in Fiorenza li diede una lettera, n.203. Li sono assignati da Paolo Vsommo Pontefice doc.ti 40 il mese per suo sostentamento, n.204 muore in Roma l’ann.1664 nella Casa della Contessa Bentivoglia essendo pª morti non solam.te la moglie, ma ancor li figli, Marcello e Giuseppe, e similm.te dª Contessa, n.207.

Ventura Sarafellino, eccellente scrittore, morto l’a. 1664 serve le scuole a San Pantaleo dal princº della sua fundatione havendo il salario dal P.Giuseppe per se, per la moglie, e figli, esso è qllo che fece le lettere maiuscole nella Cupula di San Pietro, a tempo di Paolo V: Tu es Petrus et super hanc petram, etc. n.122. Mandato dal P.Giuseppe à chiamare il falegname e chiavettiero per fare una cassetta per le limosine, n.129. Riceve una delle 3 chiavi fatte fare dal P.Giuseppe, facendo tal soprascritta a detta Cassetta: Limosine per le Scuole Pie, ivi. Tutto ciò et altre cose racconta esso medemo spesso raccontava al P.Gia.Carlo di santa Barbara scrittore di quesat storia, ed altre cose ancora, n.123.

P.Vincenzo della Concett.e, Sup.re della Casa di Palermo riceve con grand amore il P.Melchior de’tutti i Santi mandato colà storpiato d’una gamba l’ann. 1642, n.509. Li fà la confess.e gnale, e l’assiste mentre muore dº anno a 31 d’ottobre, n.510

Vittoria figlia di Caterina, e d’un Tinellaro, acconcia botte, tutta attratta e storpia, quale orazione faccia il giorno sopra una seggiola, n.78 e seqq. Domanda un cilicio a Don Giuseppe, che li porta una fascetta di peli di cavallo, n.94. Portando detta fascetta diventa più bella, e grassa, essendo prima brutta e magra, n.95. È visitata da Don Giuseppe Calasantio, e da Messer Giacomo Hortolano, che la vede tutta cinta de raggi, n.116.

Indiculus iste explicit die 26 Julii Magnae Dei Genitricis Matri S.Annae dicato 1673.

Notas