BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro1/Cap30
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Cap. 30 Come i! N. Ven. P. Gioseppe fu nominato Ministro Generale da Papa Gregorio- XV
Ancorché fino da principio che fu eretta la Congregatione, e prima ancora la Santità di Papa Paolo V nominasse per Superiore il N. Ven. P. Gioseppe con titolo di Prefetto delle Scuole Pie nel suo Breve Apostolico, la Santità di Papa Gregorio XV pure nel suo lo nominasse con titolo di Preposito Generale, come che di quelle era Fondatore, se bene egli per sua humiltà diceva: Che Iddio, e la B. Vergine, e non egli era stata la Fondatrice, però si nomina da per tutto con nome commune di Clerico della Congregatione, con tutto ciò dopo che la felice memoria di Gregorio XV hebbe confirmato le nostre Costitutioni di consiglio della S. Congregatione de Vescovi e Regulari, nomina il N.P. Gioseppe della Madre di Dio per Ministro Generale di tutta la Religione per nòve anni, dandoli per compagni li P.P. Pietro della Natività Luchese, Viviano dell'Assenta della città di Colle, Francesco della Purificatione Fiorentino, e Paolo anche dell'Assenta Modenese, religiosi molto insigni in ogni virtù, come si potrà vedere nell'istorie delle loro vite, a finché tutti insieme rappresentassero il corpo di tutta la Religione con voce attiva e passiva per il buon governo di quella et che in mano di qualche Prelato Ecclesiastico eletto da loro, facessero la Professione con voti solenni, come in effetto fece il nostro V.P. Gioseppe in mano del-l'Em. Cardinal Tonti, e li altri quattro in mano del P. Generale, che così volse il Sig. Cardinale perché fosse conosciuto per Superiore da tutti spedendone perciò S. Santità Breve Apostolico sotto l'anello del Pescatore a 28 aprile 1622 nel secondo anno del suo Pontificato, con tutte quelle clausole necessarie a tale effetto. Per sfugire poi ogni dubio, si spedì un altro Breve a 7 maggio per il quale rifecero li voti tutti cinque insieme in mano di un Prelato in quello Noviziato nella caperla di S. Maria Maggiore.
In questo tempo il N.V.P. Generale come disprezzatore di ogni grandezza mondana, e per dare del tutto un calce alle di lei vanità raccolti insieme tutti li suoi privilegii della nobiltà di sua Casa, di Dottorati, di dignità et Offitii havuti nelli anni passati, chiamò il P. Glicerio della Natività di Frascati all'hora clerico, et li ordinò che messe nell'acqua le radesse, e poi alla sua presenza le fece tagliare in lenze strette come un dito perché mai per alcun tempo se ne potesse cavare construtto alcuno del contenuto; e fu il tutto esseguito pontualissimamente dalla semplicità di quel giovanetto.
Mostrasi sempre il Card. Tonti partiale molto in amare la Religione chiamandola sua Religione et in riverire il N.V.P. per il che trattò subito di farli un Studio e Novitiato et in effetto haverebbe eseguito questa sua buona volontà, se dalla morte non fosse stato sì presto assaltato, e quando anche fosse stato lasciato entrare da Sua Em. il N. Padre, mentre lo mandò a chiamare per fare il suo testamento quale pure stipolò con pensiero di fare cosa utile alla nostra Religione e grata al N.P., al quale subito, che se vidde in camera, disse: Oh Padre Gioseppe perché non sete venuto prima, ho fatto il testamento in questo modo: ho instituito il Collegio Nazareno, e l'ho fatto mio erede universale, e la vostra Religione ne haverà cura, contandoli ogni cosa. Dite se vi piace? spesse volte replicando: dite se vi piace? perché non sete venuto prima P. Gioseppe? il quale rispose: sta benissimo. Non volendo il N.V.P. disturbare S. Em., come haverebbe fatto se havesse detto che li suoi cortegiani Phave-vano tenuto serrato cinque bore in una camera perché non entrasse da Sua Eminenza.
Morse poi il Sig. Cardinale nelle mani del N.Ven.P. Gioseppe alli 21 aprile 1622.