BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro1/Cap23
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Cap. 23 Come fu eretta la Congregatione Paulina
Hanvendo la S.à di N. Sig. Papa Paulo V sentito le raggioni delli Chierici Secolari della B. Vergine della Congregatione di Luca, come non potevano attenedere alle Scuole Pie, et alli loro esercitii già approvati dalla S. Sede Apostolica, né questi volevano lasciare per attendere alle Scuole Pie, perché questo Pio, et utile Istituto non patisse qualche danno, come l'istesso Sommo Pontefice dice nella sua Bolla con queste parole: Nos ne tam pium, ac praesertim paupe-rum liberorum christianae educationi proficuum opus aliquod propte-rea detrimentum patiatur etc. con un motu proprio e di sua spontanea volontà annullando il primo Breve dell'unione con la sopradetta Congregatione, eresse una nova Congregatione delle Scuole Pie con titolo di Congregatione Paulina de Chierici Poveri della Madre di Dio delle Scule Pie. Quale Congregatione si dovesse reggere e governare da un Prefetto, e che non si potesse stendere più di vinti miglia fuor di Roma, e che non vi havesse alcun luogo dove non vi fossero le Scuole Pie, fuor che le case del Novitiato, et che quelli che si volessero ascrivere in questa Congregatione o fossero laici, o chierici, o di già Sacerdoti, passati li due anni di novitiato dovessero far Professione con li tre voti semplici, di somma povertà, castità et ubidienza, delli quali non potessero essere assoluti se non dal Sommo Pontefice, che prò tempore regesse la S. Chiesa; et ancora di attendere alla eruditione de figliuoli nella Christiana pietà e nelle lettere, senza alcuna paga, mercede, salario o presente, e tutto il tempo che starano in detta Congregatione siano incapaci sì in particolare, come in commune di ogni dominio, ragione e proprietà, in guisa che introduca una somma povertà, lasciandoli solamente il dominio et uso in commune de' beni mobili. Ma delle chiese, case, sacrestie, oratorii, scuole, et orto contiguo et altri beni immobili, sia il dominio devoluto al Romano Pontefice. E che le dette Scuole Pie tanto in Roma quanto fuori nello detto spatio di 20 miglia siano governate del tutto dal detto Gioseppe Calasanz con titolo di Prefetto a suo beneplacito, in modo però che sia lecito al detto Gioseppe e Congregatione di pigliare possedere il dominio e possessione corporale, reale e attuale di tutti, e quelli possederli in beneficio delle dette Scuole. Di più concesse S. S. che dodeci di detti chierici si potessero ordinare sotto titolo di povertà etiam Sacerdoti da qualsivoglia catolico Prelato, e celebrare, con il consenso del Cardinale Protettore et che questi essendo scacciati da detta Congregatione restino sospesi sino che si trovino sufficiente patrimonio. E che il detto Gioseppe e Congregatione con il consenso pure del Protettore possino fare quelle regule e costitutioni che giudicheranno lecite, e convenevoli per il buon progresso delle dette Scuole Pie, purché non siano contrarie a sacri Canoni, Conc. Trid., e Costitutioni Apostoliche, quali Regule etc. approvate dalla S. Sede Apostolica si possino alterare muttare e corregere con il detto consenso. E se bene questo Breve fu spedito a 6 di marzo 1617 sotto l'anello del Pescatore appresso S. Maria Maggiore, con tutto ciò non si esseguì se non alli 25 giorno della SS. Nuntiata, che fu sab-bato santo, quando di ordine dell'istesso Sommo Pontefice il N.D. Gioseppe hebbe dal Cardinale Benedetto Giustiniani Protettore l'habito che hora si usa nella nostra Religione. Cioè una veste negra longa sino alli piedi, con una sola apertura avvanti al petto, serrata con bottoni di legno, et un mantello sino alle ginocchia dell'istesso panno negro e ruvido tanto che spaventava, perché fu di questo zegrino che si fanno le coperte alle bestie, con li piedi scalzi, e scarpe serrate, se bene dopo pochi giorni le portarono finestrate, o vogliam dire sandali all'apostolica, senza camisia nel principio, ma poi per consiglio de' medici (in riguardo del vetriolo) si fecero una camisia di canavaccio molto grosso e ruvido, e finalmente dopo alquanto di tempo si posero le camisie di lana, chiamandosi il nostro Calasantio da indi poi il P. Gioseppe della Madre di Dio. Quale fontione il detto Em Cardinale fece nella cappella del suo palazzo a S. Luigi de' Francesi, solo con il N.P. Gioseppe come Fondatore delle Scuole Pie perché al P. Pietro et agli altri sino al N. di 14 il detto Fondatore glielo diede nel medesimo modo nel nostro Oratorio di S. Pantaleo ritornato subito che fu a casa, e di P. Pietro Cassaneo Luchese, che si chiamava si mutò il nome in Pietro della Natività della B. Vergine. Fra questi anche fu il Sig. Viviano Viviani insigne Dottor di Leggi, quale era stato Auditore di Rota in Genova et hebbe altri honorati offitii nello Stato Ecclesiastico, essendo anche peritissimo Rettorico, e Poeta, et con tutto ciò nascondendo ogni suo talento per humiltà se ne stava nella Congregatione come huomo di niun talento, vestito hebbe nome Viviano dell'Assonta.
Questi tutti vestiti come sopra uniti nel Signore fecero un corpo di Congregatione vivendo con tanto fervore, et essempio che tirarono a loro il cuore di tutta la Città, e Corte Romana, sì che erano stimati veri servi di Dio, et huomini di somma povertà e penitenza. E fra tutti il nostro P. Gioseppe della Madre di Dio Prefetto e Fondatore di una sì santa Opera, il quale, oltre la severità della quotidiana sua vita, e fatica di servo per tutte le scuole ogni notte, e parendoli di haver avvansato la fatica delle composizioni per le scuole della Gramatica et Abbaco poiché Iddio li haveva mandato buoni soggetti, et ottimi Maestri, non lasciò di procacciarsi altro guadagno, però si essercitava in tempo di notte in nettare le cassette, e vasi sì de sani, come degli amalati, et anche li luoghi de' ragazzi con tant'umiltà e diligenza, che faceva confondere chi all'im-proviso lo vedeva, poiché per non essere visto usava ogni diligenza.
In questo tempo, cioè a' 4 di maggio 1617 prese il nostro S. habito il Sig. Ottonello Ottonelli Modenese, il quale già prima era stato capitano dell'Altezza Ser.ma di Ferrara e Modena, et essendo ammogliato li fu predetto da S. Filippo Neri, che doveva essere Sacerdote, in Congregatione si chiamò P. Paolo dell'Assonta.
Si vestì similmente il nostro habito a due giugno 1617 l'Abbate Glicerio Landriano Patritio Milanese, et Abbate di S. Antonio di Piacenza, quale nello spirito era governato di ordine di N. Sig. Papa Paolo V dal P. Domenico di Giesù Maria, Diffinitor generale de P.P. Carmelitani Scalzi, che non prima*" di hora li haveva dato licenza di pigliar l'habito nostro, se bene eran già alcuni anni, che stava aggiutando le Scuole Pie con habito di Prete secolare con quello spirito che si puole vedere nel compendio della sua vita, sì con la persona propria di giorno e di notte, come con la sua roba.