BerroAnnotazioni/Tomo3/Libro1/Cap42
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Cap. 42 Successi insoliti d'alcuni animali
Sapendo che la sapienza infinita della Maestà divina si è servita di animali irrationali per ammaestrare, e riprendere l'huomo, come habbiamo nelli sacri libri e Santi Padri, per il che non para otioso al prudente lettore se io qui descriverò cose successe nelle Scuole Pie da me viste nelle case dove sono stato, e da me prese per nostro ammaestramento.
Stando io per Superiore delle Scuole Pie di Messina era in detta casa una gattarella fra li altri simili animali, che si era talmente assuefatta a venire alle fontioni nostre di casa, che appena si dava il segno del campanello, che ella compariva al loco deputato di detta fontione, e questo non solo era nel refettorio, ma anche all'Oratorio, nel quale postasi in un angolo di quello stava ivi ritirata e ferma con ogni quiete, senza ronfare, né dare altro tedio per tutto il tempo del-l'oratione, o altra fontione che ivi si facesse.
Occorse una volta che sonandosi una sera l'oratione la detta gatta stava mandando fuora il conceputo parto dentro una camera di casa, et in sentendo il campanello prese in bocca il gattino che all'hora appunto haveva partorito corse al suo solito luogo, senza essere trattenuta dal dolore che doveva sentire, poiché ne haveva un'altro che nascendo li pendeva dalla natura, et in sentendo io le voci dei gattini ordinai li portassero via non sapendo come passava il fatto; fu portata alla camera già nato il 2°, ma essa subbito ritornò all'Oratorio, già cominciando a nascere il terzo, et io viddi in effetto il fatto, e non si poteva sviare la detta gatta dall'Oratorio né dall'affetto de gattini già nati, né dal dolore che li arrecavano quelli che andavano nascendo, né anche quietarla con serrarli la porta della camera, si che bisognò vi lasciassi in sua compagnia un vecchiarello di casa con il lume che la trattenesse.
Considera che cosa fa l'habito che si fa nelle nostre operationi.
In un'altra delle nostre case essendo io anche in quella, una galina covato che hebbe le uova, nati li pulcini per pochi giorni li andò allevando, ma poi li abbandonò nel meglio, scacciandoli da se con triste beccate; né fu perchè volesse novamente covare, ma veramente perchè non li voleva allevare. Veddi Providenza divina, un'altra galina se li prese in custodia con tale affetto che fece stupire tutti noi, né mai li abbandonò ancorché grossi più del solito ed essi sempre se li ponevano sotto l'ali, sebene non vi capivan più per la grossezza.