BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro1/Cap02

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Capitolo 2 Di un Conservatorio in Firenze

Nella città di Firenze era stato fondato un Conservatorio non so io di che tempo, nel quale vi si ponevano in custodia le povere zitelle abbandonate, e pericolose di perdere il fiore della loro purità, e vi era numero di queste molto considerabile. Vivevano di limosine e de' loro lavorìi.

Di questo conservatorio haveva cura come Superiora una donna chiamata la Madre Faustina, in Firenze tenuta per donna di molta prudenza e bontà di vita, quale si confessava, e governava se stessa, •et il detto conservatorio con la direttione del Sig. Canonico Ricasoli nobilissimo fiorentino tenuto anche in grande stima di ottimo sacerdote per la dottrina, prudenza et virtuose attioni, che in esso si vedevano, e però si ricorreva da lui come ad huomo di singulari qualità.

Circa il 1639 il Rev.mo P. Inquisitore di Firenze che ordinariamente sono frati Conventuali di S. Francesco hebbe sentore di non so che sproposito che quasi publicamente si cometteva in detto conservatorio, e facendo le sue dovute diligenze, scoperse che era un principio di pessima heresia, poiché era stato detto alle dette zitelle che tactus impudici etiam in partibus verendis, non erano peccati, purché vas naturalis non frangeretur. In modo tale che con questa dottrina le dette zitelle tenivano molte amicitie di giovani a quali davano dentro a quei termini ogni gusto, et per il contrario esse anche se li procuravano per la robba, che da quelli ricevevano. Fi che il detto conservatorio era diventato il trattenimento della gioventù ricca con tanta offesa di Dio, insegnata per lecita, e non peccaminosa.

Assicuratosi il Rev.mo Inquisitore del fatto, per l'obbligo del suo offitio, vedendo una eresia sì perniciosa, et che tanto danno poteva apportare alla Republica Christiana, se non vi si remediava presto, cominciò con zelo grande a procedervi contro, ma in un medesimo tempo ricevette ordine di partire, per il che non potè proseguire sì santo suo pensiero.

Gionto in Roma informato il Sommo Pontefice Urbano 8 della dottrina, virtù, prudenza, e s. zelo della purità della fede cattolica del detto buon Religioso della casata della Fratta già Inquisitore in Firenze, et che haveva scoperto il detto iniquisimo sproposito, lo elesse Vescovo ad istanza del tribunale della S. Inquisìtione Generale, ancorché sino ad hora non habbi saputo di che città.

Partito di Firenze il detto Rev.mo Inquistore et hora Ill.mo Mons. della Fratta, li successe nell'Ofitio d'Inquistore il Rev.mo P. Maestro Muzzarelli della terra di Fanano, parente stretto del nostro P. Luca di S. Gioseppe pur di Fanano, et ali'hora Ministro delle Scuole Pie di Firenze. Con questo P. Rev.mo Inquisitore il nostro P. Mario di S. Francesco prese stretta amicitia, e spesso lo regalava con fiaschi d'ottimi vini particolarmente di Monte Pulciano, senza altra licenza de' suoi Superiori et inoltre li rifferiva quanto si diceva e sapeva di tutti li nostri Religiosi di detta casa (diffetto che pur haveva anche in Poli per farsi ben volere da quei Signori) né voleva attendere ad altro che a sindacare li suoi P.P. e fratelli, senza impiegarsi in cosa del nostro essercitio, standovi li altri occupatissimi. Il che generava non piccolo ramario[Notas 1] nella nostra casa fra li nostri Religiosi.

Il detto P. Rev.mo Inquisitore Maestro Muzzarelli sapendo le cose scoperte dal suo antecessore Mons. della Fratta nel detto conservatorio volse proseguire il processo come era obligato, et per assicurarsi bene in ogni cosa fu dal Ser.mo Gran Duca facendo conoscere a S. Altezza l'obligo, che vi era di rimediare a sì puzzolente heresia nata nella sua principale città. L'Altezza Sua Ser.ma diede al P. Rev.mo tutta quella assistenza che dalla parte sua si conveniva fu verificato il fatto, estinto il conservatorio, castigato il Ricasoli e la Faustina con haver prima abiurato publicamente. Il detto P. Rev.mo Inquisitore Muzzarelli per sua particolare amorevolezza verso il detto P. Mario nostro, e per cominciare il processo di detta puzzolente heresia volse honorare il detto P. Mario di denontiatore, ancorché in effetto fosse stato il sopra nominato Mons. della Fratta, il che in effetto il conobbe poi e la S. Inquisitione generale in Roma, et il Sommo Pontefice, et però fu fatto Vescovo il detto P. Maestro della Fratta. Circa l'estintione di detto conservatorio, et il manegiare di questa causa, mi è stato riferto già più anni sono che il Sommo Pontefice Urbano Vili dicesse che si poteva rimediare al male con maggior quiete, e silentio. Tanto mi fu riferto da persona degna di fede.

Notas

  1. Cioè « rammarico »