BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro1/Cap07

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Cap. 7 Andata del P. Mario a Roma e di quello che seguì

L'Em.o e Rev.mo Cardinale Cesarmi nostro Protettore oltre l'haver esso visto il processo, e processi fatti contro il P. Mario di S. Francesco quale tanto iniquamente inquietava in Firenze li nostri poveri Religiosi, con tanto scapito della povera nostra Religione, per procedere con più maturità, e giustitia fece vedere li medesimi processi da persone peritissime in tale materie regulari, et poi consultato del remedio fu giudicato necessario farlo venire in Roma. Li fu mandata l'ubbidienza perchè venisse in Roma, ed egli venne, ma tanto pieno di calunnie, e machine non solo per sua difesa, ma anche per offendere altri, che sono degne di stupore quali se bene io non le so, niente di meno dagli effetti si puole concludere che erano più che grandissime.

Il R.mo Muzzarelli li fece tali lettere di favore, che fulminavano grandi cose. Raccomandolo con ogni caldezza a tutta la sacra Congregatione della santa Inquisitione, e particolarmente a Mons. Ill.mo Assessore, dicendo che il tutto nasceva per haver esso scoperto la Faustina e che era persequttione de' nostri Padri. Laudando et essaltando il P. Mario sino alle stelle con onorarlo sempre del nome di denuntiatore delli errori della Faustina, ancorché non fosse vero, perchè in effetto era stato il P. Maestro della Fratta, in tempo che esso era Inquisitore in Firenze, come poi si verificò, e fu per merito fatto Vescovo.

Hor stante sì buona informatione, et honorevole titolo, non solo si superò il processo, ma favorito dal detto sacro Tribunale, fu dal medesimo domandato al P. Mario in che cosa voleva essere remunerato dal S. Offitio per tale denuntia; egli domandò di essere fatto Provinciale delle Scuole Pie in Toscana.

La sacra Congregatione per mezzo di Mons. Ill.mo Assessore del sant'Offitio, che era Mons. Albici, hora Em.o Cardinale, ordinarono al N.V. P. Fondatore e Generale, che li facesse la patente di Provinciale in Toscana, e perchè vi era un altro Padre bisognò levare quello subito, et eleggere il P. Mario di S. Francesco di Monte Pulciano.

Fu fatta la patente al solito delle altre, e consegnata in mano di Mons. Ill.mo Assessore, il quale mostrandola al P. Mario non li piacque, e ne domandò un'altra più ampia. Il N.V. P. ne fece stendere una con maggior autorità, ma ne meno piacque al P. Mario, perchè voleva essere Generale, e non Provinciale solo di Toscana. Per il che il N.V.P. Fondatore per incontrare meglio il suo desiderio disse a Mons. Ill.mo Assessore che si compiacesse di farne stendere una conforme il loro desiderio et che egli la sottoscriverebbe, e porrebbe il sigillo. La fecero con tutte petitioni e gusti del detto P. Mario, che veramente era più di Vicario Generale, che di Provinciale di Toscana, poiché fra le altre cose vi era, che il P. Mario potesse chiamare per la sua Provincia li sogetti che a lui piacessero da ogni Provincia e casa della Religione, e che non ostasse impiego, né scusa alcuna, et che il P.N.V. Generale non ne li potesse levare, ma che il P. Mario li potesse mutare e chiamare altri sempre a suo beneplacito, senza alcuno impedimento o necessità di licenza del P. Generale.

Con questa patente stette alcun tempo fermo in Roma per mostrarsi vitorioso, et assoluto Signore et haversi posto ogn'uno sotto li piedi con la maggiore arbasia e vanità, che si possa imaginare persona alcuna.

Io la patente non l'ho vista, perchè all'hora mi trovavo in Sicilia, ma si può vedere dalla qui registrata letta ad litteram mandata a me dal N.V.P. Generale e Fondatore, con l'occasione che li scrivevo le necessità di quella casa, e supplicavo Sua Paternità di qualche aiuto per la casa.

Lettera del V.N.P. Generale e Fondatore Copia

A tergo: Al P. Ministro delle Scuole Pie Messina Intus: Pax Christi

Dio sa il sentimento che io ho in non poter darli rimedio presentane© a cotesta casa per causa che il P. Mario favorito con raggione dalla sacra Congregatione mi fa andare diversi soggetti di diverse case a Fiorenza, che si stupirebbe se li nominassi tutti, spero non di mano far una resolutione con la quale si darà rimedio a diversi mancamenti come per l'altra posta forsi scriverò.

L'altrhieri al farsi giorno morse il nostro vicino Cardinale de Torres Arcivescovo di Monreale. Il Signore ci benedica tutti. Di Roma a dì 3 maggio 1642.

Servo nel Signore Gioseppe della Madre di Dio

Questa lettera nel di dentro è tutta di propria mano scritta dal N.V.P. Generale e Fondatore e la scrisse a me Vincenzo della Con-cettione mentre stavo in Messina. In quella si può notare la patienza et umiltà del N.V. Padre.

Notas